Ci spostiamo in Sardegna?
Come per le altre culture locali, è importante tener conto della posizione geografica e delle caratteristiche dell'ambiente sardo (paesaggio roccioso, difficile).
Franco Cagnetta, studioso di cultura sarda, fonda con Ernesto De Martino e Diego Carpitella, il Centro Etnologico Italiano. Nel 1954 scrive sulla rivista «Nuovi Argomenti» un'inchiesta su Orgosolo.
Alcuni paesi sardi sono talmente isolati che la cultura tradizionale si conserva perfettamente e per questo vengono compiute sull'isola moltissime indagini antropologiche negli anni Cinquanta.
Se dite “Orgosolo” ad un italiano vi risponderà “banditi”. Se dite Sardegna ad un italiano vi risponderà “pastori”.
La pastorizia - e con essa la transumanza - è alla base dell'economia sarda tradizionale.
Il banditismo è un fenomeno che è durato quasi fino ai nostri giorni ed era una risposta (violenta) alle ingerenze (ingiustizie) dello Stato italiano, di cui i sardi non riconoscevano l'autorità. [Sardinia no est Italia] Leggi dello stato VS Leggi della civiltà barbaricina
Perché i sardi sono arrabbiati con noi italiani? I valori che sostengono l'economia povera, ma equilibrata dell'isola vengono messi in crisi con l'Unità d'Italia e poi con una modernità “sbagliata”. [Esempio]: istituzione delle chiudende, fine della libertà del pascolo. “La giustizia semini il sale in casa tua”
In Sardegna la modernità arriva nelle forme dell'ETFAS. [Ente per la Trasformazione Fondiaria e Agraria della Sardegna] ed era già stata tentata dal fascismo con la costituzione di “Carbonia”, città del carbone.
Conseguenza: emigrazione Abbandono dei mestieri tradizionali
Il sacro per noi: Il cibo e la tradizione musicale quale fenomeno di socialità e di cura
[Pastorizia] Economia di base, senza la quale non si può capire la cultura sarda.
[Pastori di Orgosolo (1958), Vittorio De Seta] Ambiente “duro”, “ostile” → Mani e volti callosi, rugosi Legame col gregge, vita solitaria, transumanza Sapere tradizionale (preparazione del formaggio, legame col la natura)
[Comunità] ponidúra, nf: punidura, punitura su pònnere; costuma de ponner bestiàmine in donu a unu essidu dae presone o chi ndh'at pérdidu su sou pro li torrare a fagher su tazu. [Limba sarda]
Ricordate il ciclo del grano?
Molti e diversi i tipi di pane, tanto sono molte e diverse le culture locali Ingredienti di base: sale, acqua, lievito. Ma alcuni pani di uso rituale sono azzimi, quelli delle feste sono “ricchi”, altri sono vere opere di artigianato.
Il pane Carasau: Il pane dei pastori, pane secco necessario alla transumanza. Sapienza delle donne legata alla preparazione del cibo.
[Il pane dei pastori (1962), Fiorenzo Serra] [Un giorno in Barbagia (1958), Vittorio De Seta]
Le launeddas e il lavoro di ricerca di Andreas Weis Fridolin Bentzon (antropologo danese che si “innamora” della Sardegna”)
Strumento a tre canne: Discendente dell'antico doppio clarinetto egiziano e sumero Un bordone e due canne melodiche Hanno 2500 anni e vengono suonate ancora oggi “Parenti” della cornamusa
Andreas Fridolin Bentzon e Beniamino Palmas (1958)
[Il delicato processo di costruzione]
[Notate lo sfarzo del costume tradizionale femminile]
Canto a tenore Dal 2005 Patrimonio immateriale dell'umanità Canto a 4 voci che si ritiene imiti i suoni della natura 1) Su bassu: voce gutturale (nota base, vibrazione continua) 2) Sa contra: seconda voce gutturale (più pulita) 3) Sa mesu boche: completa la polifonia [Accordo gutturale] 4) Sa boche: canto, poesia rimata.
I mamuthones, il tipico carnevale sardo. [Fotografia di Andreas Fridolin Weis Bentzon, Carnevale di Ottana, 1958]. Lamento e protesta / rassegnazione e ribellione
Carnevale Rovesciamento dell'ordine sociale e prima addirittura dell'ordine cosmico Ciclo: ordine - disordine - ordine Maschera: perdita identità + rappresentazione essere soprannaturale (Arlecchino: origine demoniaca) Rito primaverile, falò, roghi. Nei paesi cattolici, dopo la Quaresima
Le prefiche, la lamentazione [Canto funebre femminile] Origine: Magna Grecia, “piangere i morti in metrica” Melodia, ritornelli, mimica [Alcuni riti si ritrovano - in forme espressive diverse - in luoghi diversi].
Lamentatrice, Pisticci – Franco Pinna (1952)
Stato ipnotico, monotonia dei gesti, destorificazione del proprio vissuto attraverso il controllo rituale, comunitario Aiutare a sfogare il dolore, a piangere bene le proprie sofferenze, finalmente si può piangere.
Donne depositarie della nascita, della cura, della morte [Donne spesso anche “guaritrici“]