IL CIELO STELLATO SOPRA DI ME ….. Riflessioni intorno alla morale kantiana
“Due cose riempiono l’animo di ammirazione e di riverenza sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo il pensiero vi si ferma su: il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me” (Cr. Della Rag. Pura)
CHE COSA DEVO FARE?
L’UOMO PER NATURA In ogni uomo la ragione è capace, oltre che di conoscere, di determinare la VOLONTA’ e l’azione morale Fa questo attraverso una LEGGE MORALE, un imperativo categorico che ci comanda il DOVERE Ad esso si contrappone in noi la sensibilità con i suoi impulsi Siamo sempre in lotta
LA LEGGE MORALE “La legge morale è data in certo modo come un FATTO della ragion pura, di cui abbiamo consapevolezza a priori e di cui siamo apoditticamente certi…” Non si può dimostrare come e perché la legge morale è in noi. Di certo essa è presente nella coscienza di ciascuno, a prescindere dal temperamento, dalla storia, dalla educazione
TU DEVI “DOVERE! Nome sublime e grande, che non porti con te nulla di piacevole che importi lusinga, ma esigi la sottomissione; che tuttavia per muovere la volontà non minacci nulla che susciti nell’animo repugnanza o spavento, ma presenti semplicemente una LEGGE che penetra da sé sola nell’animo e si procura venerazione”
LIBERTA’ “DEVI, DUNQUE PUOI” E’ la condizione stessa dell’etica: nel momento in cui prescrive il dovere presuppone anche che SI POSSA agire o meno in conformità ad esso …”Facoltà imperscrutabile, che nessuna esperienza è in grado di provare, ma che la ragione speculativa doveva ammettere come possibile…”
VIRTU’ E’ “l’intenzione morale in lotta” E’ il superamento degli impulsi della nostra natura sensibile in forza dell’obbedienza libera alla legge morale incondizionata E’ la capacità di seguire imperativi oggettivi E’ il BENE SUPREMO, ma non ancora il bene completo e perfetto…..
SANTITA’ “E’ la conformità perfetta della volontà alla legge morale” “E’ una PERFEZIONE cui non può giungere nessun essere razionale in nessun momento della sua esistenza” Il fanatismo morale pretende che l’uomo faccia il bene di buon grado, tramite un’inclinazione naturale spontanea, sostituendo così alla VIRTU’ la presunzione della SANTITA’
FELICITA’ “La dignità del DOVERE non ha nulla a che fare col GODIMENTO della vita” In questo mondo virtù e felicità non sono mai congiunte, ma sempre distinte e perlopiù opposte, in quanto l’IMPERATIVO ETICO implica un’umiliazione programmatica del nostro amor proprio e delle nostre inclinazioni
DOVERE PER IL DOVERE E’ il cuore della moralità kantiana: lo sforzo di attuare la legge della ragione SOLO per ossequio ad essa Personali inclinazioni, sentimenti, emozioni, desiderio della felicità inquinano la severa purezza della morale
MA E’ PROPRIO COSI’? Quante domande sorgono in noi mentre studiamo queste cose! Non ci riconosciamo fino in fondo nella proposta filosofica di Kant Qualcosa ci sta stretto Vediamo …
IL DOVERE PER NOI Certo, anche noi avvertiamo “la voce “ del dovere… (sara) …ma non abbiamo le idee chiare su che cosa significhi “fare il proprio dovere” Inoltre ci manca spesso l’energia per compierlo (emanuela) E’ difficile fare il giusto solo perché “è giusto”: noi abbiamo sempre degli scopi, magari anche buoni …
IL DOVERE PER NOI Ad esempio io studio perché poi mio padre mi compra la macchina. E’ una cosa così sbagliata? Di certo per Kant non sono morale…(margherita) Kant dice che sei morale se segui il TU DEVI… … ma non è molto più grande FARE PER AMORE che FARE PER DOVERE? (prof)
RIGORISMO Non è giusto escludere dalla morale emozioni e sentimenti: anzi alcuni di essi ci sono d’aiuto nel compiere il dovere. Ad esempio il sentimento di bene verso una persona … (ilaria) E poi ciascuno di noi è UNO: come si fa a mettere tra parentesi una “parte” di sé…. (caterina)
SPIRITUALISMO Kant ha fiducia nell’uomo, però poi dice che c’è in lui una componente negativa, che è la materia, la corporeità, la sensibilità. Questo è sbagliato. (ilaria) Kant è spiritualista: noi non siamo solo spirito, ma SPIRITO e CARNE (emanuela)
UNA LEGGE OGGETTIVA? Ma abbiamo tutti lo stesso senso del BENE e del MALE? No, non ci pare. Siamo tutti uomini ma tutti diversi! E poi ciascuno avverte tante voci in sé e non sa quale seguire… (emanuela) … o forse sarebbe così se ognuno provasse ad ascoltarsi razionalmente: se si utilizza la RAGIONE, l’idea del bene e del male è in tutti la stessa. (ilaria)
RELATIVISMO La nostra società fa sì che tutto ci spinga ad usare l’istinto e NON la ragione. Noi siamo molto istintivi: ci vien da pensare, da dire, da fare una cosa… (ilaria) Così è difficile andare d’accordo, vivere rapporti di pace. Ognuno per sè (manuel) Ecco perché occorrono leggi, regole, punizioni cui dobbiamo sottostare. Anche la religione dovrebbe aiutare in questo. (emanuela)
VIRTU’ La morale kantiana porta qualcosa di positivo nell’uomo e nella società, soprattutto quando ci prescrive di agire tenendo conto “dell’universo” (ovvero “ma se tutti si comportassero come me….”) Oppure quando ci dice di trattare l’umanità che è in noi e negli altri sempre anche come fine e non solo come mezzo … (manuel)
… FELICITA’ … ma non capisco perché dica che la felicità non si può realizzare in questa vita…(sara) Obbedire alla legge del dovere dà la soddisfazione di sè: non è questo essere felice? (sara) Seguire la legge morale ti appaga, ti rende più uomo, ma è questa la felicità? (manuel)
FELICITA’ La felicità assoluta sulla terra non esiste, la soddisfazione è sempre momentanea “Qualcosa che ti fa star bene sempre”: per Kant c’è nell’aldilà, io invece non lo so C’è sempre questo tormento: l’uomo cerca la felicità, ma sono solo momenti, “accontentini” che la vita ti porta via (manuel)
LA MORALITA’ COME TENSIONE La felicità consiste nella lotta per far trionfare i tuoi ideali, i tuoi sogni … (ilaria) …e questa lotta è innanzitutto con se stessi perché occorre fare i conti col proprio limite (caterina) In questo è importante seguire l’esempio di chi ha fatto bene prima di me, come ad esempio il Vangelo (sara)
CARO KANT …. “Parlando con i miei amici che non fanno filosofia, ho notato che a loro non importa niente, perché non capiscono fino in fondo la profondità del pensiero kantiano, ma si limitano all’aspetto superficiale dei concetti. Invece io lo sento molto vicino a me, al mio pensiero, alla mia vita perché mi fa riflettere su cose che a volte do per scontate, ma che se nessuno mi dicesse finirei per dimenticare” (emanuela)