Obiettivo : determinare la lunghezza focale di una lente mediante l’equazione dei punti coniugati. Materiale : Righello Banco ottico provvisto di scala.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Facciamo Luce Il Cuneo D'Aria.
Advertisements

IL MICROSCOPIO Richiami di ottica Ingrandimento lineare m=h’/h
OTTICA delle LENTI Presentazione multimediale classe IV IB A.S. 2002/03 Prof. Loredana Villa Per molti strumenti ottici (il cannocchiale, il binocolo,
Lezioni di ottica R. Rolandi
Ottica geometrica 2 11 gennaio 2013
Ottica geometrica 1 18 gennaio 2013
Ottica geometrica 3 18 gennaio 2013
Rifrazione lente convergente divergente
Spostando la lente cambiando la lente aggiungendo altra lente
Pierangelo Degano, Emanuel Castellarin, Laura Passaponti
Definizione e caratteristiche
LA LUCE.
Prova di esame del corso di Fisica 4 A.A. 2007/8 I appello di Settembre del 9/9/08 NOME………….....…. COGNOME…………… ……… ) Come da figura.
Prova di recupero corso di Fisica 4/05/2004 Parte A
II Prova in itinere corso di Fisica 4 A.A. 2002/3 COGNOME………………... NOME………….....……….. 1) (4 punti) Uno specchietto per barba/trucco è stato progettato.
Elementi di Matematica
OTTICA ELEMENTARE WATSON!
Immagini reali e virtuali - miraggi
OTTICA: riflessione La riflessione può essere pensata, nel modello corpuscolare della luce, come il “rimbalzo” di una sfera rigida contro una parete elastica.
RIFRAZIONE Quando un raggio di luce passa da un mezzo trasparente ad un altro (ad esempio aria-vetro) Subisce una deviazione che prende il nome di RIFRAZIONE.
Esperienza n. 3 Misura della distanza focale di un sistema diottrico centrato mediante verifica della legge dei punti coniugati e con i metodi di Bessel.
Esempio: Un sottile fascio luminoso monocromatico di 0.
Combinazioni di lenti Le proprietà della lente sottile sono fondamentali per la comprensione di sistemi ottici rifrattivi anche complessi. Oggi il calcolo.
LA FISICA DELL’OCCHIO ILLUSTRATA DA SIMULAZIONI JAVA
Ottica geometrica Prof. Roberto Diana.
Prova di Fisica 4 (5 crediti) COGNOME………………….. 25/02/2011 NOME……………………….. 2) Due lenti convergenti, entrambe di lunghezza focale f = 20 cm, distano tra.
La luce Gli studiosi hanno impiegato secoli di osservazioni per spiegare un fenomeno che sembra così comune come la luce.
RIFLESSIONE: FORMAZIONE DELLE IMMAGINI SU UNO SPECCHIO PIANO
OTTICA GEOMETRICA Un’onda e.m. si propaga rettilineamente in un mezzo omogeneo ed isotropo con velocità n si chiama indice di rifrazione e dipende sia.
L’OCCHIO UMANO (PREMESSA)
Parte XXVI: Ottica Geometrica
Scuola Secondaria di 1° grado Mario Zippilli via De Vincentiis, 2 TERAMO Anno scolastico 2009/2010 Programma Nazionale Scuole Aperte AREA TEMATICA Potenziamento.
Ottica geometrica 4 10 gennaio 2014
LA PARABOLA.
Curve di livello.
Equazione delle lenti sottili
Onde 10. La rifrazione.
IV prova di laboratorio: verifica della legge dei punti coniugati e delle leggi di Snell Set-up sperimentale.
Onde 10. I raggi luminosi (I).
Lente convergente e legge dei punti coniugati in laboratorio
L'ottica studia i fenomeni luminosi.
OTTICA delle LENTI Per molti strumenti ottici (il cannocchiale, il binocolo, la macchina fotografica, i moderni telescopi, ecc.) l'elemento base è la lente.
L'ottica studia i fenomeni luminosi.
II Prova in itinere corso di Fisica 4 A.A. 2004/5 COGNOME…………………… NOME………….....……….. 3) Due lenti convergenti identiche di lunghezza focale f 1 = f 2 =
Scuola Estiva di Fisica Genova 2006
S I Prova in itinere corso di Fisica 4 A.A. 2000/1 Esercizi numerici t
Ottica geometrica La luce incide sugli specchi o attraversa le lenti
II Prova di recupero del corso di Fisica 4 A.A. 2000/1
Esercizi numerici 1) Secondo le norme dell’Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell’Emilia-Romagna per l’esposizione ai campi a radiofrequenza, il.
II Prova in itinere corso di Fisica 4 A.A. 2001/2
Prova di esame di Fisica 4 - A.A. 2006/7 I prova in itinere 30/3/07 COGNOME…………..……………………… NOME. …………… ……… ) Un raggio di luce monocromatica.
Prova di recupero corso di Fisica 4 8/05/2006 I parte
Prova di esame del corso di Fisica 4 A.A. 2005/6 II appello di Settembre 22/9/06 NOME………….....…. COGNOME…………… ……… ) Un raggio di luce.
Prova di esame del corso di Fisica 4 A.A. 2006/7 I appello di Settembre del 10/9/07 NOME………….....…. COGNOME…………… ……… ) Due onde luminose.
Corso di Fisica II-2 - A.A. 2008/9 Ii prova in itinere 4/2/09 COGNOME…………..……………………… NOME. …………… ……… ) In un punto a distanza d = 1.5.
Prova di esame di Fisica 4 - A.A. 2009/10 I appello febbraio 8/2/15 COGNOME…………..……………………… NOME. …………… ……… ) Un prisma isoscele di vetro,
Prova di esame del corso di Fisica 4 A.A. 2010/11 19/9/11 NOME………….....…. COGNOME…………… ……… ) Un sottile foglio metallico separa da.
Le lenti.
Le funzioni matematiche e il piano cartesiano
LEZIONI DI OTTICA. CHE COS’E’ LA LUCE  Perché vediamo gli oggetti  Che cos’è la luce  La propagazione della luce.
Ottica geometrica – Dispersione Fenomeno osservato da Newton con “luce bianca” Fenomeno osservato da Newton con “luce bianca” Un fascio di luce bianca.
Ottica geometrica. I raggi di luce Un raggio di luce è un fascio molto ristretto che può essere approssimato da una linea sottile. In un mezzo omogeneo,
La circonferenza e l’ellisse La sezione conica è l’intersezione di un piano con un cono. La sezione cambia a seconda dell’inclinazione del piano. Se il.
U N A MICO R ITROVATO : UN S EMPLICE E SPERIMENTO DI O TTICA G EOMETRICA CON UN I MPORTANTE C ONTENUTO D IDATTICO Fabrizio Fontana Università degli Studi.
OTTICA DEI TELESCOPI. RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA ONDE RADIO ONDE RADIO INFRAROSSO INFRAROSSO VISIBILE VISIBILE RAGGI ULTRAVIOLETTI RAGGI ULTRAVIOLETTI.
OTTICA GEOMETRICA II parte:
Luoghi di punti In geometria il termine
Ottica geometrica Specchi e lenti.
La Circonferenza. LA CIRCONFERENZA Assegnato nel piano un punto C detto Centro, si chiama circonferenza la curva piana con i punti equidistanti da C.
IL CANNOCCHIALE ASTRONOMICO LA RIFRAZIONE LE LENTI CONVERGENTI IL TELESCOPIO KEPLERIANO 05/04/16Liceo Scientifico “E. Majorana” classe 1°Bs Classe 1° Bs.
Transcript della presentazione:

Obiettivo : determinare la lunghezza focale di una lente mediante l’equazione dei punti coniugati. Materiale : Righello Banco ottico provvisto di scala centimetrata Fonte luminosa Oggetto di proiezione ( fenditura a forma di freccia ) Schermo traslucido Lente sottile convergente

Richiami teorici : Si definisce lente un corpo di vetro o di altro materiale trasparente, delimitato da due superfici, di cui almeno una è a forma di calotta sferica, che rifrange la luce in modo da creare, di un oggetto osservato, un’immagine con caratteristiche opportune. In una lente, si chiama asse ottico la retta che passa per i due centri delle calotte che la delimitano; nel caso particolare delle lenti convesse o concave, per le quali una delle due superfici è piana, l’asse ottico è la retta che passa per il centro della superficie curva ed è perpendicolare alla superficie piana. Il centro della lente è il punto che ha la proprietà di non deviare i raggi luminosi. L’elemento più significativo di una lente è il fuoco, definito come il punto in cui converge un fascio di raggi che incidono sulla lente in direzione parallela all’asse ottico. La sua distanza dal centro della lente prende il nome di distanza focale e si indica con la lettera f. Per costruire l’immagine di un oggetto prodotto da una lente, in genere si segue il cammino di tre raggi particolari: quello parallelo all’asse ottico che viene quindi deviato nel fuoco, quello che passa esattamente per il centro della lente e continua il suo cammino al di là della lente senza essere deviato,e quello che passa per il fuoco che viene deviato parallelamente all’asse; l’intersezione tra i raggi fornisce il punto in cui si formerà l’immagine.

Esistono essenzialmente tre tipi di lenti convergenti (tipo di lente che noi utilizzeremo in questo esperimento), a seconda della combinazioni delle superfici che le delimitano: le biconvesse, le piano-convesse e le menisco-convesse. Le prime sono delimitate da due calotte sferiche rivolte l’una in opposizione all’altra; le piano-convesse sono delimitate da una superficie sferica e una piana; le menisco-convesse da una superficie concava e una convessa. Se si pone una lente convergente davanti a un oggetto illuminato e uno schermo al di là della lente, quest’ultimo raccoglie dell’oggetto un’immagine capovolta e ingrandita. Variando la distanza tra l’oggetto e la lente, varia anche la posizione del fuoco sull’asse ottico; nell’approssimazione di lente sottile (valida se lo spessore della lente è trascurabile rispetto al raggio di curvatura), detta f la distanza focale, p la distanza tra l’oggetto e la lente e q quella tra la lente e l’immagine, vale l’equazione dei punti coniugati: 1/p + 1/q = 1/f In funzione delle stesse grandezze si può esprimere anche l’ ingrandimento di una lente convergente, definito come : m = -d i /d o. Con semplici considerazioni geometriche si dimostra che : m = -d i /d o = q/p Se la distanza dell'oggetto è maggiore della distanza focale, una lente convergente forma un'immagine reale, capovolta e rimpicciolita; se è minore della lunghezza focale, l'immagine è virtuale, diritta e ingrandita.

Procedimento : Ci serviamo di una lente sottile convergente per proiettare sullo schermo l’immagine del nostro oggetto, la fenditura a forma di freccia. Misuriamo la distanza p tra la lente e l’oggetto (freccia) e la distanza q tra la lente e l’immagine, determinando così la lunghezza focale f della lente tramite l’equazione dei punti coniugati. Ripetiamo l’operazione più volte, variando ripetutamente la distanza tra la lente e la freccia fino a quando non si riesce più a focalizzare l’immagine sullo schermo, raccogliendo di volta in volta i dati ottenuti.

Raccogliamo quindi i dati nella seguente tabella, dove d i è la lunghezza dell’immagine che si è formata sullo schermo, e m l’ingrandimento: n.p (cm)q (cm)d i (cm)m = q/p

Abbiamo quindi creato un grafico, utilizzando il foglio elettronico, ponendo sull’asse delle ascisse 1/q e su quello delle ordinate 1/p. Otteniamo così l’equazione della linea di tendenza in cui l’ordinata all’origine è esattamente 1/f.

N.m = q/pm = d i /d o Successivamente andiamo a verificare che l’ingrandimento può essere ottenuto sia tramite la formula m = q/p e sia con m = d i /d o. Tenendo presente che la misura iniziale della freccia d o è 1,8cm possiamo notare che valori, raccolti in questa tabella, infatti, nonostante qualche imprecisione, sono pressappoco uguali.

In questo secondo grafico abbiamo rappresentato, quindi, l’ingrandimento: m = q/p, che è in funzione della distanza p tra la fenditura e la retta. A questo punto possiamo notare che all’aumentare della distanza p, l’immagine si rimpicciolisce.

Conclusioni: A conclusione dell’esperimento possiamo dire che si verificano essenzialmente due casi: ponendo l’oggetto a sinistra non riusciamo a visualizzare la freccia sullo schermo posto alla distanza focale poiché i raggi sono paralleli e l’immagine (reale,capovolta ed infinitamente grande) si forma a distanza infinita; ponendo invece l’oggetto a sinistra della lente, tra il fuoco e il suo centro, non è possibile visualizzare la freccia sullo schermo: l’immagine (virtuale, dritta ed ingrandita) si forma a sinistra della lente.