OTTICA DEI TELESCOPI. RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA ONDE RADIO ONDE RADIO INFRAROSSO INFRAROSSO VISIBILE VISIBILE RAGGI ULTRAVIOLETTI RAGGI ULTRAVIOLETTI.

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OTTICA DEI TELESCOPI

RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA ONDE RADIO ONDE RADIO INFRAROSSO INFRAROSSO VISIBILE VISIBILE RAGGI ULTRAVIOLETTI RAGGI ULTRAVIOLETTI RAGGI X RAGGI X RAGGI GAMMA RAGGI GAMMA FREQUENZA LUNGHEZZA D’ONDA

RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA VISIBILE

PROPAGAZIONE DELLA LUCE NEL VUOTO c 0 = m/s

PROPAGAZIONE DELLA LUCE IN UN MEZZO MEZZOVELOCITA’ Vuoto m/s Aria m/s Acqua m/s Vetro m/s diamante m/s Più un mezzo è denso e minore è la velocità della luce in quel mezzo

RIFRAZIONE DELLA LUCE

MEZZOINDICE DI RIFRAZIONE Aria1, Acqua1,33 Vetro crown1,516 Diamante2,465 Quarzo fuso1,46

LENTI

Quando l’oggetto si trova molto lontano dalla lente, l’immagine si forma appena oltre il fuoco ed è molto piccola. Man mano che l’oggetto si avvicina alla lente si osserva che l’immagine si allontana dalla lente e diventa via via sempre più grande (retroproiettore). Quando l’oggetto è vicinissimo al fuoco, ci si trova nelle situazione tipica di un proiettore per diapositive (oggetto molto piccolo e vicinissimo al fuoco della lente e immagine molto grande su uno schermo lontano).

LENTI DIVERGENTI

TELESCOPIO RIFRATTORE

SPECCHI  i  r

TELESCOPIO NEWTONIANO

TELESCOPIO CASSEGRAIN

TELESCOPIO SCHMIDT-CASSEGRAIN

PRINCIPALI TIPOLOGIE DI TELESCOPI Rifrattore Newton Schmidt Cassegrain Maksutov

ABERRAZIONE CROMATICA I raggi che attraversano una lente vengono deflessi dalla loro traiettoria di incidenza, raggiungendo il fuoco in posizioni differenti: la distanza aumenta dal blu al rosso, cioè con l'aumento della lunghezza d'onda. Per avere il maggior numero possibile di lunghezze d'onda deviate sullo stesso fuoco bisogna utilizzare lenti a bassissima dispersione.

ABERRAZIONE SFERICA La deviazione dei raggi che attraversano una lente curva a seconda della posizione di ingresso: quelli che passano per i margini convergono vicino, quelli che penetrano centralmente convergono più lontano. La correzione consiste nell'uso di almeno un elemento con curvatura graduale verso i bordi. L'elemento pertanto si dice 'asferico'.

ASTIGMATISMO Ai margini esterni dell'asse ottico della lente i raggi non convergono sul piano-pellicola come punti singoli, ma formano invece due linee, di cui una parallela all'asse ottico e una ad esso perpendicolare (quindi con angolo retto tra loro).

COMA Difetto dell'immagine tipo 'cometa', in cui un punto si presenta con una scia in dissolvenza.

La caratteristica più importante di un telescopio è la sua APERTURA, cioè il diametro della lente o dello specchio principale. Maggiore è la sua misura, più luce è in grado di raccogliere il telescopio e maggiori saranno i dettagli visibili dell'oggetto. Questo significa che con uno strumento di 200mm di diametro vedremo Giove molto più dettagliato e luminoso di un telescopio da 80mm. Un'altra caratteristica importante di un telescopio è la LUNGHEZZA FOCALE, cioè il tragitto che la luce deve fare dalla lente/specchio principale al piano focale, dove verrà sistemato l'oculare. APERTURA / LUNGHEZZA FOCALE = RAPPORTO FOCALE Il RAPPORTO FOCALE ( f/ ) indica la luminosità relativa del telescopio. CARATTERISTICHE DEI TELESCOPI

INGRANDIMENTI E POTERE RISOLUTIVO Ingrandimento = Lunghezza focale telescopio / focale oculare Potere risolutivo teorico (in secondi d'arco) = 120 / diametro telescopio