Chiamati ad adorare “Venite, adororiamo e prostriamoci; pieghiamo le ginocchia davanti al Signore nostro Creatore. Poiché Lui è il nostro Dio; noi siamo.

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Transcript della presentazione:

Chiamati ad adorare “Venite, adororiamo e prostriamoci; pieghiamo le ginocchia davanti al Signore nostro Creatore. Poiché Lui è il nostro Dio; noi siamo il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce”. Salmo 95:6-7

In un famoso e popolare programma televisivo trasmesso da una televisione nazionale americana ogni giorno il moderatore ad un certo punto diceva: “E’ il momento della preghiera attorno alla mensa del pranzo”. Si udiva allora il fondo musicale di un organo quindi la voce continuava dicendo: “Ora ognuno con le proprie parole e a suo modo pieghi il capo e preghi”. E’ significativo constatare che ciò era incluso in un programma non cristiano che veniva trasmesso in tutta la nazione.

Abbiamo tutti la tendenza a sottolineare con enfasi il nostro diritto ad adorare “ciascuno alla propria maniera”. E, tuttavia, per quanto a noi gradita, questa libertà trascura un elemento essenziale della vera adorazione.

In realtà, l’adorazione, di cui ci parla la Bibbia, deve essere in consonanza con il modo con cui Dio la vuole e non con i nostri modi soggettivi di vedere.

Il Salmo 95 ci prescrive in forma autorevole a inchinarci e ad inginocchiarci davanti a Colui di fronte al quale noi tutti siamo sue creature. Né crediamo che l’imposizione ad inchinarci e a inginocchiarci comporti solo una postura del corpo. Esige la sottomissione completa della nostra volontà e del nostro modo di essere al Signore.

Riconosciamo in questo modo la suprema grandezza di Dio esprimiamo così che nell’adorazione come nella vita intendiamo rinunciare alla nostra volontà per sottometterci ai suoi voleri.

E’ questa una dimensione fondamentale della vera adorazione: se riconosco che il Dio vivente è il mio Dio rinuncio al diritto di adorare “alla mia maniera”. Nell’atto stesso in cui riconosciamo Dio come Dio, riconosciamo a Lui solo il diritto di indicarci come desidera di essere adorato.

Ad esempio, in Genesi 22 quando Dio impone ad Abramo di recarsi nella terra di Moria per adorarlo, Abramo non risponde: “Certo, Signore, vado ad adorarti. Ma lo farò alla mia maniera”. Al contrario, è Dio che gli ordina di adorarlo offrendogli in sacrificio il figlio Isacco. Abramo deve adorare il Signore secondo le modalità che Dio stesso gli ordina.

Una modalità terribile che sembrava in contrasto con la volontà stessa del Signore che aveva probito la pratica pagana dei sacrifici umani e che aveva promesso che in Isacco Abramo avrebbe avuto una sterminata discendenza. E tuttavia per quanto la cosa potesse apparire assurda Abramo è pronto ad obbedire e dice ai suoi servi: “Io e il ragazzo andremo là per adorare”.

Ora conosciamo come l’episodio si concluse e come Dio provvide un altro sacrificio al posto del giovane Isacco che fu così preservato dalla morte. Ciò nonostante nel Nuovo Testamento leggiamo che Abramo non esitò ad offrire Isacco: in realtà l’atteggiamento di fede e di adorazione di Abramo si manifestò nella sua disponibilità ad obbedire in modo incondizionato. “Grazie alla fede, Abramo, quando fu messo alla prova, offrì Isacco; colui che aveva ricevuto le promesse offriva il suo figlio unigenito”. Ebrei 11,17

Abramo manifesta così il significato fondamentale dell’adorazione sottomissione totale della propria volontà alla volontà di Dio

Essere chiamati all’adorazione è, pertanto, non solo un privilegio, ma una sfida. Lodare ed adorare è scoprire un modo nuovo per dire a Dio: Sia fatta, non la mia, ma la tua volontà.

E’ questo il momento in cui ti ponga in orazione davanti a Dio e gli esprima il tuo desiderio di sottometterti completamente a lui. Pregalo perché ti aiuti a realizzare questo desiderio in modo che la tua lode ed adorazione sia conforme alla sua volontà. Sii certo che sottomettendoti a Dio ne ricaverai il più grande guadagno.

Dio ti aiuti. Dio ti ama moltissimo! Autore: Milton Villeda Calderón