Studi Morfologici e Topografici Microscopia di Forza Atomica La microscopia di forza atomica (AFM: Atomic Force Microscopy) è una delle numerose possibilità.

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Studi Morfologici e Topografici Microscopia di Forza Atomica La microscopia di forza atomica (AFM: Atomic Force Microscopy) è una delle numerose possibilità che offre la microscopia che utilizza sonde di prossimità a scansione. Tutte queste tecniche funzionano mediante la misura di proprietà locali (altezza, assorbimento di radiazione, magnetismo) attraverso una sonda o “punta” sistemata molto vicino al campione.

La piccola distanza che c’è tra campione e sonda (dell’ordine della risoluzione strumentale) rende possibile eseguire la misura su un’area molto piccola che viene sistematicamente esplorata dalla sonda contemporaneamente alla misura della proprietà fisica in studio. Contrariamente ai microscopi tradizionali, i sistemi con sonde a scansione non utilizzano generalmente lenti e quindi la risoluzione è limitata più dalle dimensioni del campione che dagli effetti di diffrazione.

Attraverso l’AFM si può non solo ottenere un’immagine (o meglio una mappa delle proprietà in studio) della superficie a risoluzione atomica, ma anche misurare la forza tra superficie e sonda a livello di nano-newton.

1. Laser 2. Specchio 3. Fotorivelatore 4. Amplificatore 5. Registratore 6. Campione 7. Sonda 8. Micro-leva

Secondo il tipo di interazione tra punta e superficie del campione, l’AFM può essere classificata come “repulsiva o Modo Contatto” o “attrattiva o Modo non-contatto”. In questo momento il modo cosiddetto “tapping”, cioè con leggere oscillazioni della punta, sembra essere molto promettente per lo studio del mondo sub-microscopico.

Proprietà metodologiche dei differenti modi di operare in AFM per ottenere alta risoluzione su cromosomi. Modo di operare Modo contatto Modo non- contatto Modo Tapping Forza data dalla punta Da bassa ad alta bassa Contatto con la superficie del campione sìnoperiodica Formazione di artefatti nel campione sìnosì Contaminazione da parte della punta sìnosì Microdissezione del campione sìno

Generalmente vengono utilizzate tre tipi di punte abc (a)punta normale (alta 3 µm); (b)(b) superpunta; (c)(c) Ultraleva (alta 3 µm).

Una visione ravvicinata delle punte mostra che esse sono arrotondate e la forma della punta generalmente limita la risoluzione della tecnica AFM per cui c’è una continua ricerca nel modo di produrre punte con una riproducibilità alta ed anche maggiormente affilate Microfotografia di una punta per microscopia AFM. La barra delle dimensioni indica la lunghezza di un micrometro

Immagine della grafite mediante AFM. L’alta risoluzione permette di vedere la disposizione esagonale degli atomi nella cella unitaria. Dimensioni dell’immagine 2×2 nm 2.

Fibre di actina visualizzate in modo contatto AFM Studi sulla morfologia di polimeri biologici L'actina è una proteina globulare con peso molecolare di 43 kDa. Ha un diametro di 5,46nm e determina la possibilità di movimenti cellulari. E’ presente in tutte le cellule del corpo e specialmente nelle cellule muscolari. La quantità di actina nelle cellule può raggiungere il 10% di quella proteica totale.

Immagine AFM di segmenti di DNA doppia elica depositato su mica. La dimensione laterale della doppia elica di DNA è 2 nm (anche utilizzata come standard di calibrazione). Immagine prodotta dal Dr. Andy Baker.

a)Immagine AFM del plasmide pUC19 (~2.7 kbp) diluto in D 2 O, depositato mediante spin stretching e registrata in tapping mode in aria; b)immagine AFM tridimensionale (registrata in modo contatto) di cromosoma umano non trattato; c)ingrandimento AFM del braccio p del cromosoma, barra: 1 µm. a b c

Cellula alveolare di tipo I di topo. Immagine ottenuta in modo contatto. L’AFM può anche essere utilizzata per visualizzare oggetti più grandi come cellule pneumociti di tipo I, definiti anche piccole cellule alveolari, ricoprono circa il 90% della superficie alveolare totale. Sono cellule piccole, sottili le quali si sviluppano come un sottile film che ricopre la superficie dell' alveolo.

Immagine 3D di un Biofilm batterico Graffio con parziale rimozione del film Batteri disidratati dopo divisione Film senza batteri 15x15  m 2

Immagine ottenuta in modo oscillazione del cepaciano: il polisaccaride prodotto da ceppi batterici del complesso della Burkholderia cepacia.

Misura della dimensione laterale degli oggetti visualizzati 11 Å

Immagine AFM in modo oscillazione del cepaciano soggetto all’azione di un enzima con attività liasica che taglia la catena laterale disaccaridica.

RISOLUZIONE DEGLI ESPERIMENTI AFM La risoluzione laterale è generalmente definita dall’abilità di distinguere due punti separati su un’immagine. La risoluzione è determinata dalla geometria apicale della punta e dalla geometria del campione. Generalmente la larghezza di una doppia elica di DNA viene utilizzata per valutare la risoluzione poiché il suo diametro è noto essere pari a 2,0 nm nella forma B.

Paragone di diverse tecniche microscopiche. conventional optical microscopy scanning electron microscopy (SEM) atomic force microscopy (AFM) microscopic environment ambient liquid vacuum ambient liquid vacuum field depthsmallhighmedium focus depthmediumsmall Resolution x,y z 100 nm n/a 5 nm n/a 0,1 - 1,0 nm 0,01 nm magnification1x – 2 ∗ 10 3 x10x x5x10 2 x x necessary sample preparation lowcritical point drying or freeze-drying, coating low necessary sample properties samples do not have to be completely transparent for visible light samples should not be charged and have to be vacuum compatible samples should do not have excessive changes in height compared to tip geometry

CURVE DI FORZA Misura delle curve di forza Il dispositivo AFM può anche registrare la quantità di forza sentita dalla leva quando la punta viene posta in vicinanza del campione – o anche tocca il campione – e poi viene allontanata. Questa tecnica può essere utilizzata per misurare la forza attrattiva o repulsiva a lunga distanza tra la punta ed il campione; in questo modo si ottengono informazioni su proprietà chimiche e meccaniche locali del campione come per esempio l’adesione e l’elasticità oppure anche le dimensioni dello strato di molecole assorbite o la lunghezza di rottura di un legame. Misure di questo tipo possono essere eseguite anche in modo oscillante sia in misura di ampiezza che in misura di fase che aggiungono ulteriori informazioni circa le proprietà dei campioni come dettagli circa le proprietà elettriche e magnetiche sulla superficie e le sue proprietà viscoelastiche.

Dettagli sulla determinazione delle curve di forza a)Le leva all’inizio della misura non tocca la superficie del campione. Se essa sente una forza attrattiva (o repulsiva) a lunga distanza sarà deflessa verso il basso (o verso l’alto) prima di entrare in contatto con la superficie. b) Quando la punta viene portata molto vicino alla superficie, se la forza attrattiva è sufficientemente alta, essa può andare di scatto in contatto con il campione. c) Quando la punta è in contatto con il campione, la leva aumenterà di scatto la sua deflessione. Se la leva è sufficientemente rigida la punta può penetrare leggermente dentro il campione, in questo caso la forma della parte in contatto della curva di forza può dare informazioni sulla viscoelasticità locale del mezzo

d) A questo punto il processo viene invertito dopo aver dato alla leva il valore desiderato della forza. Al momento di allontanare la leva dal campione, l’adesione (o meglio i legami di adesione) formata durante il processo di contatto porta la punta ad aderire al campione in un punto diverso (più profondo) di quello di contatto. e) Al permanere della forza di allontanamento dalla leva si raggiunge il punto in cui l’adesione è rotta e la leva torna libera lontano dalla superficie. La curva di forza così determinata può essere quindi utilizzata per misurare la forza necessaria per rompere il legame di adesione.

Lo schema illustra graficamente la possibilità di misurare l’elasticità di un campione.

Al contrario della cristallografia a raggi X e della microscopia elettronica (EM), l’AFM permette non solo di ottenere immagini dei campioni in condizioni fisiologiche, ma anche di “vedere” processi biologici mentre si svolgono. Inoltre, in virtù del rapporto segnale-rumore (S/N) alto le informazioni che possono essere ottenute non sono ristrette ai soli campioni cristallini. Quindi, singole bio(macro)molecole anche non simmetriche possono essere visualizzate direttamente nel loro ambiente nativo.

Campioni biochimici sono stati studiati sia su superfici di vetro ricoperte da lisina che su superfici di mica. Possono essere studiati anche campioni complessi. Ad esempio, utilizzando la tecnica di immagine attraverso variazioni di fase possono essere individuati i diversi componenti della membrana cellulare (figura qui di seguito).

diverse morfologie che il DNA assume in seguito al compattamento dovuto all’aggiunta di una proteina chiamata AbF2. Questa serie di immagini visualizza in modo molto accurato la capacità di ripiegamento del DNA similmente a quanto avviene nei nucleosomi che costituiscono la base della struttura dei cromosomi.