L’Inghilterra elisabettiana

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Transcript della presentazione:

L’Inghilterra elisabettiana 1559: Sale al trono Elisabetta I, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena Atto di supremazia e Atto di Uniformità: Book of Common Prayer 1569: Maria Stuart, cattolica promuove una rivolta contro Elisabetta 1587: Maria Stuart condannata a morte 1588: sconfitta dell’invincibile Armada di Filippo II 1600: Compagnia delle Indie Orientali

Il re e il Parlamento inglesi Come si fa una nuova legge: Quando il re ha determinato di far nuove leggi, e di levar le vecchie, o mettere qualche gravezza [imposta], o finalmente regolar tutto lo stato, fa intendere per alcuni brevi [editti] ai signori e ai vescovi del regno, che siano presti ad un certo luogo e giorno determinato, per trattare di cose che sono di utilità pubblica. Fa anco intendere ai visconti di ciascuna provincia, cioè d’ogni contado, che eleggano due uomini plebei, che si chiamano borghesi, d’ogni città e castello, che in luogo del popolo vengano al Parlamento [...] intanto di tutto il numero si fanno due parti ovvero ordini: l’uno è dei signori e dei vescovi, l’altro è dei borghesi. [...] Udita la ragione di una parte e dell’altra, si viene ai voti [..] e posta la deliberazione in un libro si manda [...] all’ordine superiore, nel quale tutta la cosa si tratta all’istesso modo. Se il libro dispiace subito è stracciato; se piace vien servato sino all’ultimo giorno del parlamento dove in presenza del re sono letti tutti quei libri; ai quali se il re assente, tutti sono tante leggi ferme e immutabili, che una volta piaciute al re non possono essere più levate senza il parlamento. [...] Questi parlamenti [...] sono utili e sicuri, come cose fatte per comun parere e consentimento, perché riducono la potestà regia e assoluta in potestà legittima e ordinaria, dove è libero ognuno. (Relazione dell’ambasciatore veneto Daniele Barbaro, 1551) Relazione dell’ambasciatore veneto Daniele Barbaro (1551)

L’Inghilterra nel primo Seicento

L’Inghilterra degli Stuart 1603: morte di Elisabetta I sale al trono Giacomo I Stuart re di Scozia favorito: Duca di Buckingham Scollamento tra court and country 1625: Carlo I sale sul trono si rafforza una corrente del calvinismo detta arminianesimo 1628: Petition of Right: scontro con il Parlamento Filocattolicesimo: promozione del vescovo William Laud ship money: tassa sul finanzaimento della flotta Aprile 1640: convocazione del corto Parlamento (rivolta scozzese) Novembre 1640: Lungo Parlamento (fino al 1660)

La prima rivoluzione (1640-49) 1641-42: Grande Rimostranza 1642: Scoppia la guerra civile 1645: battablia di Naseby (il New Model Army sconfigge l’esercito regio) 1649: Rump Parliament Condanna a morte di Carlo I 1651: Cromwell in Inghilterra promulga l’Atto di navigazione 1653: Cromwell Lord protettore

La seconda rivoluzione 1660: Restaurazione della monarchia: Carlo II Stuart 1673: Test Act in Inghilterra: i cattolici esclusi da tutte le cariche civili e militari per 150 anni 1685: Giacomo II Stuart sul trono 1688-89: II Rivoluzione inglese: il trono passa a Guglielmo III d’Orange 1689: Bill of Rights: in Inghilterra nasce la monarchia parlamentare

Il New model army All’inizio delle grandi e meravigliose opere di Dio in queste due nazioni d’Inghilterra e di Scozia, noi, sottufficiali e soldati dell’esercito inglese ora in Scozia, eravamo per lo più (se non tutti) privati cittadini e niente affatto interessati ad affari pubblici e di stato; pure moltissimi di noi, in cui il Signore aveva iniziato a rivelare se stesso nel volto di Gesù Cristo, erano sensibili alla tirannia anticristiana esercitata dal defunto re e dai suoi prelati, sulle coscienze, corpi e beni della vera chiesa spirituale di Gesù Cristo, cioè di coloro che erano rimasti a lui dal suo Spirito e che erano allora definiti da da quella ciurma anticristiana Puritani, settari, scismatici, ecc. e che, per non accettare tutti i canoni e le ordinanze della loro chiesa nazionale, erano di frequente imprigionati, esiliati e altrimenti perseguitati in modo duro a piacimento di chi allora ci governava. [...] Lasciateci ricordare come il Signore si compiacque misericordiosamente di rispondere alle preghiere del suo popolo, liberandolo dall’esercito radunato dal defunto re per la distruzione di tutto il popolo di Dio in Inghilterra e in Scozia [...] E l’Inghilterra ottenne un parlamento cui poteva rivolgere le proprie lagnanze [...] e venendo tutto ciò a nostra conoscenza noi i sottoufficiali e i soldati di questo esercito [...] avemmo i cuori straordinariamente stimolati dal Signore ad assistere il parlamento contro il re, soddisfatti pienamente nel nostro giudizio e nelle nostre coscienze che noi eravamo chiamati dal Signore ad essere gli strumenti di ciò per cui pregavamo di continuao Dio, cioè la distruzione dellAnticristo e la liberazione della sua chiesa e del suo popolo.

La condanna a morte di Carlo I (1649) La Corte è pienamente informata nel suo giudizio e convinta in coscienza che il suddetto Carlo Stuart è colpevole d’aver suscitato la guerra contro il parlamento e il popolo. […] che egli è colpevole degli alti tradimenti e degli omicidi, rapine e saccheggi […] danni e altre scelleratezze che sono sytati commessi e perpetrati contro questa nazione nelle dette guerre […] Per i quali tradimenti e crimini tutti la Corte ordina che il detto Carlo Stuart sia messo a morte, come tiranno, traditore, omicida e nemico comune di questa nazione, mediante separazione che sarà fatta della sua testa dal suo corpo.

Il Leviatano

Thomas Hobbes Il Leviatano (1651) L’unico modo di erigere un potere comune che possa essere in grado di difenderli [gli uomini] dall’aggressione di stranieri e dai torti reciproci […] è quello di trasferire tutto il loro potere e la loro forza a un solo uomo o a una sola assemblea di uomini. […] Questo è più che consenso o concordia, è una reale unità di tutti loro in una sola e stessa persona, realizzata mediante il patto di ciascuno con tutti gli altri in maniera tale che è come se ciascuno dicesse: do autorizzazione e cedo il mio diritto di governare me stesso a quest’uomo o a questa assemblea di uomini, a questa condizione, che tu, nella stessa maniera, gli ceda il tuo diritto e ne autorizzi tutte le azioni. Fatto ciò la moltitudine unita in una sola persona si chiama STATO, in latino CIVITAS. E’ questa la generazione di quel grande LEVIATANO o piuttosto […] di quel dio mortale, al quale dobbiamo, sotto il Dio immortale, la nostra pace e la nostra difesa.

Il Bill of Rights (1689) I suddetti Lords spirituali e temporali e i Comuni […] dichiarano: Che il preteso potere di sospendere dalle leggi, o dall’applicazione delle leggi, per autorità regia, senza il consenso del parlamento, è illegale. II. Che il preteso potere di dispensare dall’oservanza delle leggi, e dall’esecuzione delle leggi, per autorità regia […] è illegale. IV. Che la raccolta di denaro ad uso della corona, […] senza consenso del parlamento […] è illegale. VI. Che radunare o mantenere un esercito permanente nel regno in tempo di pace, senza il governo del parlamento, è illegale. VIII: Che le elezioni dei membri del parlamento devono essere libere. IX. Che la libertà di parola, e i dibattiti o i procedimenti in parlament, non debbono essere posti sotto accusa o condannati in nessun tribunale o luogo al di fuori del parlamento.

John Locke Due trattati sul governo (1690) Poiché gli uomini sono tutti per natura liberi uguali e indipendenti, nessuno può essere tolto da questa condizione e assoggettarlo al potere politico di un altro senza il suo consenso. L’unico modo con cui uno si spoglia della sua libertà naturale e s’investe dei vincoli della società civile, consiste nell’accordarsi con altri uomini per congiungersi e riunirsi in una comunità, per vivere gli uni con gli altri con comodità, sicurezza e pace, nel sicuro possesso delle proprie proprietà.[…] E’ il potere legislativo quello che ha il diritto di regolare come la forza della società politica debba essere impiegata per la conservazione della comunità e dei membri di essa. […] E poiché, data la debolezza umana propensa a impossessarsi del potere, le stesse persone che hanno il potere di fare le leggi possono essere tentate di avere fra le mani anche il potere di eseguirle, […] perciò dunque [le persone che hanno il] potere di far leggi […] siano soggette alle leggi che esse stesse hanno fatto. […] In ogni caso […] il potere supremo è il legislativo […] e tutti gli altri poteri. In qualunque membro o parte della società si trovino, debbono derivare da essi ed essergli subordinati.