ILLUMINISMO La fede nella ragione
Una celebre definizione «L'illuminismo è l'uscita dell'uomo da uno stato di minorità il quale è da imputare a lui stesso. Minorità è l'incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessi è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi del proprio intelletto senza esser guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza - è dunque il motto dell'illuminismo». I. KANT, Risposta alla domanda: Che cos’è l’Illuminismo?
Caratteri del movimento Il che comportò alcune conseguenze fondamentali... Fede nella ragione Fiducia nella natura umana Disprezzo del passato Ottimismo
NELLA RELIGIONE Rifiuto di ogni religione positiva Elogio dell’ateismo
LA MORALE non più fondata sulla natura umana ma esigenza della ragione
In pedagogia L’allievo deve raggiungere liberamente la verità Senza ricevere passivamente dall’educatore
IN ECONOMIA È una scienza necessaria, con leggi sue proprie Laisser faire, laisser passer : dal mercantilismo alla fisiocrazia
IN POLITICA ✔ L’assolutismo “illuminato” ✔ Il sovrano deve adoperarsi per la felicità dei sudditi ✔ L’autorità: non mero arbitrio, ma esigenza della ragione
FIGURE ED EVENTI Diderot e L’Enciclopedia Voltaire e le battaglie culturali Rousseau e le idee della Rivoluzione
«Il Settecento è Voltaire» (V. Hugo) Un carattere spregiudicato tra luci e ombre I Pamphlet e i romanzi filosofici Il Trattato sulla tolleranza Un’eredità non immediata, ma duratura
«Il cane impazzito di Diogene» Rousseau: l’illuminista “eretico” “Naturale” bontà dell’uomo, corrotto dalle istituzioni Cambiate le istituzioni, cambierà la condizione sociale La rivincita del sentimento sulla ragione Il potere sovrano e la democrazia diretta La Nouvelle EloÏse e L’Emilio
Geografia dei Lumi Philosophes Enlightenement Aufklärung Lumi
I Lumi in Italia Fenomeno tutto sommato marginale Influenza però gli sviluppi successivi «Parmi un assurdo che le leggi, che sono l'espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l'omicidio, ne commettono uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall'assassinio, ordinino un pubblico assassinio». C. BECCARIA, Dei delitti e delle pene, XXVIII.