Napoleone: potere e carisma “Ho visto l'imperatore - quest'anima del mondo - uscire dalla città per andare in ricognizione; è davvero una sensazione meravigliosa.

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Napoleone: potere e carisma “Ho visto l'imperatore - quest'anima del mondo - uscire dalla città per andare in ricognizione; è davvero una sensazione meravigliosa vedere un uomo siffatto, che, concentrato qui su un punto, seduto su un cavallo, si protende sul mondo e lo domina”. Hegel, 13 ottobre 1806, Jena

1. Dal Consolato all’Impero Il 18 brumaio 1799 (9 novembre) un colpo di stato inaugura il governo dei tre Consoli (Sieyes, Ducos, Napoleone) Il 25 dicembre viene promulgata una nuova Costituzione che designa espressamente Napoleone come “primo Console”. A lui spetta il potere esecutivo e l’iniziativa legislativa Rimane in vigore il sistema bicamerale: si vota a suffragio universale maschile, ma solo per liste di “eleggibili”, tra i quali il Senato sceglie i nomi di coloro che potranno sedere nelle due camere. La nuova Costituzione, già vigente, viene sottoposta all’approvazione dei cittadini tramite plebiscito. Il responso, reso pubblico il 7 febbraio 1800, è il seguente: favorevoli, 1562 contrari, non sono andati alle urne.

Il nuovo regime, reagendo all’attacco della seconda coalizione antifrancese, costringe gli austriaci alla pace di Lunéville (9 febbraio 1801), dopo averli ripetutamente sconfitti Il 27 marzo 1802 Bonaparte firma ad Amiens un trattato di pace con la Gran Bretagna: da questi episodi militari favorevoli il prestigio del Primo Console esce potentemente rafforzato Napoleone ne approfitta per farsi proclamare Console a vita, col diritto di nominare il proprio successore: anche questa modifica costituzionale viene sottoposta a plebiscito, tra il maggio e il luglio del 1802 La pace non dura a lungo: la rivalità tra Francia e Inghilterra per il controllo del Mediterraneo esplode in un nuovo confronto militare (maggio 1803). Napoleone avvia i preparativi per un grande attacco via mare all’isola. Gli inglesi si preparano alla difesa militare e, nel frattempo, giocano una carta azzardata per scongiurare il pericolo: appoggiano un complotto per uccidere Napoleone

I congiurati, scoperti e arrestati nel marzo del 1804, dichiarano di essere al servizio di un principe della famiglia Borbone, che però si rifiutano di nominare Napoleone individua il capo della congiura nella persona del duca di Enghien, che viene bloccato e rapito da agenti francesi sul territorio di uno stato neutrale, il Baden Frettolosamente giudicato e ritenuto colpevole senza alcuna prova, il duca viene giustiziato il 21 marzo L’operato del primo Console, stigmatizzato dall’opinione pubblica internazionale, è invece approvato dai francesi. Napoleone ne approfitta per imporre un nuovo e decisivo mutamento costituzionale: il 18 maggio 1804 il Senato riconosce a Napoleone e ai suoi discendenti la dignità imperiale. Anche questa decisione viene confermata da un plebiscito Nell’occasione l’esercizio della volontà popolare si intreccia con la messa in scena di un antico cerimoniale, quello dell’incoronazione dell’imperatore: viene in tal modo sottolineato il carattere neomonarchico del potere riconosciuto a Napoleone. Tuttavia il sovrano non è un monarca di diritto ereditario, tanto meno di diritto divino: è dunque necessario correggere il rito – immortalato dal pennello di Jacques-Louis David – in modo da occultare queste evidenti “imperfezioni” nell’origine della nuova maestà imperiale.

Il gesto di Napoleone, sotto gli occhi di un annichilito e impotente pontefice (Pio VII), ha questo significato: l’aura sacrale che tradizionalmente circonda la figura del sovrano è una funzione di quello stesso ruolo, più che l’effetto della mediazione papale: scaturisce dalla forza che atti molto terreni – vittorie militari, colpi di stato, plebisciti – hanno conferito a chi li ha promossi.

2. La riorganizzazione dello stato Le riforme introdotte tra il 1800 e il 1804 hanno cambiato la Francia e influenzato le strutture istituzionali e normative di molti altri paesi. Napoleone porta a compimento un processo di rafforzamento del potere centrale nei confronti delle articolazioni periferiche dello stato che era in atto da molti secoli (Tocqueville). Il sogno (o l’incubo) di uno stato che tutto vede, tutto compie, tutto controlla e a tutto provvede inizia ad acquistare realtà Nel febbraio del 1800 viene istituita la figura del Prefetto, posto a capo dei dipartimenti (accentramento amministrativo). I magistrati, a loro volta, diventano tutti di nomina governativa (accentramento giudiziario). Vengono riformati i livelli superiore e universitario del sistema scolastico, in vista della formazione di un adeguato personale tecnico e burocratico. Per riavvicinare quell’ampia fetta della popolazione francese ancora molto legata alla Chiesa e ai suoi insegnamenti, Napoleone avvia trattative con la Santa Sede che arrivano a conclusione il 16 luglio 1801, quando viene firmato un concordato tra il pontefice e lo stato francese. L’avvicinamento dell’opinione pubblica cattolica al nuovo potere non riesce del tutto.

L’atto normativo più ambizioso è la redazione del Codice civile, approvato il 21 marzo I due aspetti più rilevanti del Codice sono i seguenti: A) il diritto individuale di proprietà (cui sono riservati ben 1786 articoli). E’ il principio-guida che ispira la giurisprudenza della società napoleonica (siamo ormai lontani dai tragici tentatici di dare sostanza effettiva all’ideale di eguaglianza) B) il matrimonio, riconosciuto come l’atto fondamentale tra le relazioni che strutturano la società. Il matrimonio acquista la sua validità pubblica solo quando sia celebrato in presenza di un funzionario statale. La società familiare disegnata dal codice, soprattutto per quanto riguarda i rapporti tra i generi, è alquanto asimmetrica. Basta rammentarsi del quadro di David, oppure mettere a confronto due opere di Jean-Auguste-Dominique Ingres, il Napoleone I imperatore dei francesi e il Giove implorato da Teti