Una storia DIVERSA Un magistrato, un questore e una vice direttrice del carcere di Rebibbia parlano ai ragazzi di legalità, scrivendo tre racconti ispirati.

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Transcript della presentazione:

Una storia DIVERSA

Un magistrato, un questore e una vice direttrice del carcere di Rebibbia parlano ai ragazzi di legalità, scrivendo tre racconti ispirati a storie vere…

PRIMA STORIA: L’URLO DEL GABBIANO MAURIZIO SASO

Nel paese di Terra Rossa, una sera, la piccola Maria Elena sta aspettando la madre (Rossella Paolino) e la sorellina Cecilia a casa con la nonna. La mattina seguente, però, non sono ancora rientrate. Rossella aveva avuto una vita sentimentale movimentata: dopo aver lasciato il marito, si era fidanzata con il tossicodipendente Adriano Padellaro che era morto in circostanze misteriose. Poi, per indagare sull’omicidio di questo, si era avvicinata al boss Cosimo Portoraro. Quando il boss fu incarcerato, la donna iniziò a frequentare il suo complice in libertà Bruno Selva. La famiglia della donna scomparsa si reca dalla polizia che avvia le ricerche, ritrovando l’automobile di Rossella. Le indagini, però, non danno risultati.

Maria Elena ormai frequenta il liceo, ma da anni non ha notizie della madre. Il giorno del 5° anniversario della strage di Capaci, la ragazza assiste a scuola a un incontro sulla mafia, tenuto dal magistrato Antonio Testa. Proprio grazie a quest’ultimo, Maria Elena ha l’opportunità di far riaprire il caso della madre. Si riesce così a scoprire, attraverso vari indizi e alla confessione di uno dei colpevoli, che Portoraro aveva incaricato Bruno di uccidere la donna, poiché questa aveva scoperto che era stato proprio il boss a far sparire Adriano Padellaro.

Selva a sua volta aveva commissionato l’omicidio a due complici. Questi avevano ucciso anche la piccola Cecilia, in quanto testimone della morte della mamma.

SECONDA STORIA: FUORI DAL LABIRINTO ANTONELLA RASOLA

Antonio è un ragazzo di sette anni che vive a Napoli nei “quartieri spagnoli”. Crescendo sotto il tetto di una casa troppo piccola per una famiglia tanto numerosa come la sua (madre e molti fratelli), inizia a sperimentare le sue prime malefatte influenzato da questo particolare ambiente. Poiché non voleva subire lo stesso destino della madre, che pur lavorando duramente riusciva a stento a mantenere la famiglia, attratto dai facili guadagni che portava con sé una vita dominata dall’illegalità, a soli undici anni commise il suo primo atto di omertà guadagnando la fiducia della “gente che conta”. A soli sedici anni entrò in carcere per la prima volta, a diciotto era già affiliato a uno dei maggiori clan locali.

Dopo aver vissuto cosi per molto tempo, viene arrestato dalla polizia, condannato a venti anni di carcere e costretto quindi a lasciare la famiglia. In questa «nuova casa» fa amicizia col suo compagno di cella Vincenzo e inizia ad ambientarsi. Purtroppo viene a sapere della morte della madre e, dopo un periodo di completo smarrimento, decide di riscattarsi e cambiare sé stesso. Conosce Giovanni, giovane detenuto la cui moglie passa a trovarlo puntualmente una volta a settimana ormai da anni. Stanca di questa vita faticosa però, la donna decide di non andare più dal marito provocando il suicidio di quest’ultimo.

Antonio, sempre più deciso a trasformarsi, in carcere prende parte ai corsi della scuola media e successivamente a quelli di teatro, a cui si appassiona con tutta l’anima. Uscito finalmente da quel luogo, ritorna a casa dai fratelli e insegna in un centro sociale ai ragazzi a non commettere i suoi stessi errori.

TERZA STORIA: UNA STORIA DIVERSA PIETRO BATTIPEDE

Il vice questore Eliseo Tonelli con il suo collaboratore Gaetano, un giorno, sorprendono un gioielliere a malmenare un bambino rumeno che accusa di avergli rubato un anello. Non riuscendo a ritrovare l’oggetto scomparso, Tonelli inizia a parlare con il bambino che gli confessa di non sapere ormai da un anno dove sia la madre e di aver preso l’anello per regalarglielo quando la rivedrà. Gli dice inoltre che lavora in un cantiere con a capo un signore di nome Antonio Massari e che «trasporta mattoni forati a spalla».

Successivi accertamenti e ricerche mettono in evidenza le gravi responsabilità di Massari, che viene incarcerato per sfruttamento minorile. Il bambino viene portato in una casa di ricovero dove si scopre che in realtà è una bambina, e ha cambiato aspetto per paura di ricevere alte violenze da parte degli uomini. Tonelli promette alla piccola Raula che ritroverà sua madre, ma le numerose ricerche portano solo alla notizia di una denuncia di scomparsa della donna. L’ispettore quindi non riesce a rispettare il patto.

Trascorsi quindici anni Eliseo viene invitato alla laurea della figlia di un suo nuovo amico, la cui tesi è intitolata «Una storia diversa». Leggendo l’elaborato l’ispettore riconosce nell’autrice della tesi la piccola Raula e ne ha la conferma guardando l’anello che porta alla mano: lo stesso rubato anni prima in gioielleria.