C'era una volta una fabbrica che aveva un grosso problema. Ogni giorno veniva rubata della merce.
Affidarono quindi ad una società specializzata il compito di perquisire ogni dipendente che usciva alla fine del lavoro.
La maggior parte dei lavoratori andava spontaneamente a farsi vuotare la borsa e a farsi controllare i contenitori della colazione.
Ma ogni giorno un uomo, all’ora della chiusura, attraversava i cancelli con una carriola piena di rifiuti
e la guardia doveva passare una buona mezz'ora, quando ormai tutti gli altri se ne stavano tornando a casa
a rovistare tra involucri di alimenti, mozziconi di sigarette e bicchieri di plastica per controllare se veniva portato fuori qualcosa di valore.
Non si trovava mai niente. Un giorno la guardia, esasperata, disse all'uomo:
" Senti, lo so che stai combinando qualcosa, ogni giorno controllo ogni più piccolo pezzetto di rifiuto nella carriola
e non trovo mai niente che valga la pena di essere rubato.
Sto diventando pazzo. Dimmi quello che stai facendo e ti prometto che non farò nessun rapporto".
“E' semplice, rubo carriole!”. L'uomo alzò le spalle e disse: “E' semplice, rubo carriole!”.
Questo racconto è un invito a non perdere di vista ciò che è essenziale.
L’essenziale non è andare alla ricerca di cose straordinarie nella vita.
Spesso freneticamente e con sempre maggior frustrazione, rovistiamo fra i nostri giorni e i nostri anni,
alla ricerca di qualcosa che dia valore alla nostra vita: denaro, successo…
come la guardia che cercava cose di valore tra i rifiuti della carriola lasciandosi scappare la cosa più ovvia:
quando avremo imparato a vivere, la vita stessa ci apparirà come la cosa più bella e di maggior valore.
La vita, se vissuta autenticamente, è per se stessa fonte di felicità.