Kotai Jutai Ryutai Ekitai Kitai a cura di Giancarlo Giuriati “Posso spiegarvi l'Aikido disegnando un quadrato, un cerchio e un triangolo” Morihei Ushiba.

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Kotai Jutai Ryutai Ekitai Kitai a cura di Giancarlo Giuriati “Posso spiegarvi l'Aikido disegnando un quadrato, un cerchio e un triangolo” Morihei Ushiba

"L'acqua scorre per raggiungere un livello equilibrato. Non ha forma propria, ma prende quella del recipiente che la contiene. È indomabile e penetra ovunque. È permanente ed eterna come lo spazio e il tempo. Invisibile allo stato di vapore, ha tuttavia la potenza di spaccare la crosta della terra. Solidificata in un ghiacciaio, ha la durezza della roccia. Rende innumerevoli servigi e la sua utilità non ha limiti. Eccola, turbinante nelle cascate del Niagara, calma nella superficie di un lago, minacciosa in un torrente o dissetante in una fresca sorgente di un caldo pomeriggio d'estate." Gunji Koizumi Questa “analogia”, descritta da uno dei più grandi judoka, Gunji Koizumi Shihan 8° Dan di Judo ( ), si addice perfettamente anche all'Aikido, una testimonianza di quando il Judo tradizionale e l'Aikido tradizionale abbiano un linguaggio comune

L'uomo aikido e la natura L'Aikido si propone come un'arte che mediante lo studio delle tecniche di difesa sviluppa nel praticante la capacità di muoversi e trasformare i propri atteggiamenti in armonia con gli eventi circostanti, di adattare le proprie azioni e comportamenti alle situazioni quotidiane. L'uomo e l'aikido Nell'antichità la figura umana veniva spesso associata simbolicamente alla struttura della costruzione a Pagoda, simbolicamente anche i Kanji Ai KiDo mantengono questo aspetto. O Sensei Morihei Ueshima si è indubbiamente ispirato all'immagine della struttura a pagoda per associare la pratica dell'Aikido alle parti del corpo umano e ai conseguenti livelli ad esso attribuiti: aria, cielo, fuoco (combinazione degli elementi) amore, unione, armonia AI Acqua, fluidità, circolazione, movimento, energia KI Terra, stabilità, percorso, cammino, sentiero DO

Ko-tai Ju-tai Ryu-tai Ki-ta Eki-tai LA PRATICA DELL'AIKIDO (dal Kotai al Kitai) L'allenamento dell'Aikido tradizionale segue la progressione attraverso gli stati fisici di trasformazione partendo dallo stato solido per passare a quello liquido e quindi a quello gassoso, aereo.

Ko KOTAI – il corpo solido Gambe e piedi sono la base stabile, solida (KO), il radicamento con la terra. Rappresenta il primo livello di lavoro, il Kihon, la base di partenza, le fondamenta della pratica. Lo stato di KOTAI viene raggiunto studiando le tecniche partendo da una posizione iniziale statica, si lascia che l'avversario afferri saldamente, quindi si assume l'iniziativa guidando la reazione del partner fino ad una sicura conclusione. «In questo modo – scrive Saito Shihan – ci si pone nella situazione più svantaggiosa, concedendo un largo margine all’iniziativa del partner […]. Partendo da qui bisogna controllare la presa del partner senza resistere e guidarlo nella propria sfera d’influenza e assumerne il controllo”. Il kotai è uno stato che l'Aikidoka raggiunge con la stabilità e il consolidamento del proprio corpo. Ju JUTAI – il corpo cedevole Bacino e anche sono l'unione con il corpo superiore, sono la parte elastica, cedevole (JU) Per raggiungere il JUTAI dobbiamo esercitarci iniziando i movimenti mentre l’avversario ci afferra, la difesa inizia da subito, ci si armonizza con l'iniziativa dell'attaccante. Un movimento ritardato può significare che l’attacco ha raggiunto il suo fine, così come uno anticipato può mettere Uke sulla difensiva o mandare a buon fine l’azione offensiva. Jutai è un momento di transizione, in cui si approfondisce la nozione di Ma Ai (distanza), questo momento di passaggio dallo “statico”al “dinamico” è strettamente legato alla nozione di Hyoshi (ritmo) e dell'Awase (armonizzazione), rappresenta l'accesso al Ki no Nagare (energia canalizzata). Per allenarsi bisogna alternare il Go no Geiko (allenamento mediante la durezza) con il Ju no Geiko (allenamento mediante la cedevolezza) e tornare al forma Kihon se si riscontrano problemi di ritmo. A questo proposito Saito Sensei diceva: “quando il ki no nagare non vi riesce tornate al ki hon” Anche in questo stadio l'Atemi è molto importante, deve mantenere il ritmo, serve a creare un punto di pausa tra l'attacco e ilmomento di contatto, diviene il cuscinetto tra l'energia dell'attacco e l'incanalamento della stessa per la difesa, è il punto di interruzionetrala difesa e il contrattacco. Le tecniche più adatte per questo livello sono le tecniche di lancio Nage Waza nel Tai Jutsu e gli Awase e Kata per il Buki Waza La base di pratica idonea è basata sul Ki Hon e Ki no Awase (energia di base ed energia armonizzata) Il tipo di allenamento è Go no Geiko alternato a Ju no Geiko Il simbolo del Jutai è il Maru (cerchio...ma si intravede ancora il quadrato) Ko Ju

Ryu RYUTAI EKITAI il corpo fluido, liquido Eki L'addome (hara), sede del baricentro, è dove ristagna il seika tandem (oceano dell'energia), da qui il Ki dirama fluidamente in tutte le parti del corpo. Il torace (Cuore-Polmoni) alimento dell'energia, collegamento dell'intelletto (testa) con l'energia corporea (addome), rappresenta la parte emotiva. L'insieme addome torace rappresentano lo stato è quello liquido e fluido. Lo stato fluido o fluente (come amava definirlo Saito Shihan), in RYUTAI e/o EKITAI, chiede al praticante di armonizzarsi con il partner già dall'inizio dell'attacco, in un Ki no Nagare fluido e dinamico, secondo l'immagine dell'acqua. Con questo stato si raggiunge la piena capacità di applicare l' Awase. L'Atemi, che è il legame tra attacco e difesa, viene solo accennato, non è più un colpo assestato per ferire o fungere da cuscinetto tra attacco e difesa, è il momento in cui l'acqua viene agitata e nasconde il fondo del recipiente, annebbia la mente dell'aggressore catturandola diventando sempre più un cardine dell'azione di squilibrio (sbilanciamento psicologico). La pratica si fonda molto più sul controllo del Kokyu (respirazione). Nei Kokyu Nage, il gruppo di tecniche più adatte per allenarsi a questo livello, non si tratta di proiettare inspirando ed espirando l'aria (caratteristica degli stati precedenti), è il partner che viene portato verso il proprio centro (inspirazione) e la proiezione è il risultato dell'espulsione (espirazione) del suo corpo. Spesso questo livello di pratica è associato al termine Kokyu Ryoku no rosei Ho o semplicemente Kokyu Ho (metodi per lo sviluppo della forza del respiro). «Questa forza – scrive Tamura Shihan - accumulata nel Seika Tanden, riempie tutte le parti del corpo, simile ad acqua sorgiva inesauribile, questa forza che emana un corpo ed una mente sempre calmi, sereni, distesi, pronti a rispondere ad ogni necessità ed in ogni momento nella direzione voluta, questa forza si chiama Kokyu Ryoku» Le tecniche più adatte sono le tecniche di respirazione Kokyu Nage Waza nel Tai Jutsu e gli Awase e Kumi no Kata per il Buki Waza La base di pratica idonea è basata sul Ki Nagare e Ki no Awase Il tipo di allenamento più adatto è il Randori Ju Ryu Eki Il simbolo del Ryutai e/o Ekitai è Maru il cerchio

Ki KITAI il corpo energetico Testa, mente, intelletto, concettualizzazione, spirito, forza di volontà, determinazione, l'insieme che muove l'energia (KI) depositata nel seika tendem. Nel KITAI è il Ki stesso a fungere da legame, prima che l'attacco si manifesti. I praticanti sono uniti fin dal momento in cui “si offre un' opportunità di attacco... e non c'è più nessuno”, è il puro Sen no Sen, l'iniziativa sull'iniziativa. KITAI è la perfezione del cammino fin qui seguito: non si può definire in modo chiaro, trattandosi di un livello raggiunto di Ki Awase (armonizzazione dell'energia) e di Ki Musubi (annodare l'energia). “Il Kitai non è un metodo per allenarsi ma il risultato di un lavoro incessante, che conduce al punto in cui, idealmente, non è più necessario il contatto con l'avversario per guidarne il Ki nel movimento di armonizzazione.” Al contrario di quel che può apparire al profano, “l'Aikido, - afferma Saito Shihan – nella sua vera forma Ki, è una fiera arte che penetra direttamente attraverso il centro d'opposizione”, egli stesso invitava i praticanti a non scimmiottare questo livello di pratica se non si vuole perdere la Via. In altre parole il fondamento del Kitai è rappresentato dal principio essenziale dell'Irimi, il simbolo connesso è ritrovato in quello del triangolo (Sankaku) in cui si risolve ogni dualità attraverso il terzo vertice: ”se provate il sentimento di avviluppare, avvolgere l'avversario, di fare una sola cosa con lui, sarà lui stesso a venire all'interno di voi. E' questo l’Irimi perfetto dell'Aikido” Non si parla più di tecnica ma di Takemusu Aiki e Ki Musubi sia per il Tai Jutsu che per il Buki Waza Il simbolo del Kitai è Sankaku, il triangolo

Possibilità di accesso Pratica di baseTipo di allenamento Le tecniche più indicate per la pratica Ko tai Da 6° KyuKi Han (Energia di base) Go no Geiko (allenamento con solidità) Katame Waza (tecniche di controllo) Jutai Dal I° dan Ki Han Ki no Awase Ju no Geiko Allenamento con cedezolezza Nage Waza Tecniche di proiezione Ryutai Dal 3° / 4° DanKi no Nagare (energia corrente) Randori** (movimento con attacchi liberi) Ki no Nagare (energia corrente) Randori** (movimento con attacchi liberi) Kokyu Waza (tecniche respiratorie) EKitai I gradi più elevati (non prima del 5° Dan ) Ki Musubi (annodare l'energia) Ki Musubi (annodare l'energia) Takemusu Aiki (tecniche spontanee) Kitai * IL superamento dei vari stadi dipende dalla qualità della pratica e non dal grado raggiunto. Naturalmente iniziare a praticare il Jutai o peggio ancora il Ryutai già dai gradi Kyu non ha senso perchè sarà soltanto un modo di scimmiottare questi livelli * Lo studio in Awase é determinante per cominciare ad incanalare il Ki ** Randori “prendere nel caos”, non si tratta di un combattimento, ma un particolare esercizio dove si mette in pratica la propria capacità di adattamento agli attacchi Tutte le tecniche possono essere provate durante il percorso di pratica, ma alcune caratteristiche di queste tecniche sono più adatte per raggiungere i relativi stati

Possibilità di accesso Pratica di baseLe tecniche Buki Waza più indicate per la pratica Ko tai Da 6° KyuDan Kai Tekkini (procedura per gradini) Suburi (movimenti di base) Jutai Dal I° dan Awase (in armonizzazione) Jo no Awase Ken no Awase Jo no Kata (tecniche in armonizzazione – forme codificate) Ryutai Dal 3° / 4° DanAwase e Kumi (in arminizzazione e combattimento) Kata no Awase - Kumi Jo - Kumi Tachi (Forme in armonizzazione – combattimenti con il bastone – Combattimenti di spada ) EKitai I gradi più elevati (non prima del 5° Dan ) Ki Musubi (annodare l'energia) Ki Musubi no Tachi (annodare l'energia con la spada) Ken Tai Jo (spada corpo e bastone) Kitai * IL superamento dei vari stadi dipende dalla qualità della pratica e non dal grado raggiunto.

LA PROGRESSIONE DEGLI STATI NEL BUKI WAZA Considerazioni Una particolare attenzione deve essere dedicata per lo studio del KiHon. Questo stato deve essere raggiunto da persone che, iniziando da zero, non hanno la sufficiente tecnica per canalizzare una forza, questo stato non può essere raggiunto in un periodo di tempo relativamente breve di 5/6 anni di pratica (tappa media per il conseguimento del 1° Dan), ma dura per tutto il processo della pratica dell'Aikido passando e ripassando i sistemi di allenamento (gono-geiko, ju-no-geiko) del Kotai, Jutai e Ryutai/Ekitai, dal Ki Hon al Ki no Nagare. Il Ki Hon e il Ki no Nagare eseguiti da maestri con molti anni di pratica sarà (e dovrà essere) più stabile e radicato, scorrevole ed efficace di quello di un aikidoka di livello più basso. Diverso è per il Kitai che è raggiungibile solo dai pochi che hanno superato realmente lo stato di Ryutai/Ekitai, e non può essere praticato prima (se non “scimmiottato” come diceva Saito Sensei). E' auspicabile affrontare il Ki Hon intervallando la parte di apprendimento tecnico in Ju no Geiko e la parte di efficacia in Go no Geiko,ogni tanto (o quotidianamente) fare un test per vedere il proprio grado di stabilità raggiunto con il partner che prende con il massimo della forza. Non confondere o associare esclusivamente il termine Ko Tai con Go no Geiko (o Ko no Geiko) e Ju Tai con Ju no Geiko. Keiko o Geiko significa allenamento, le varie tipologie di allenamento possono essere applicate sia nella pratica del Ki Hon che nel Ki no Nagare. In definitiva il Kotai-Jutai-Ryutai-Ekitai-Kitai sono degli stati da raggiungere. Il Ki Hon e Il Ki no Nagare sono i livelli energetici da allenare per raggiunge gli stati sopracitati tramite l' Awase. Il Keiko (o Geiko) sono le metodologie adottate per allenare il corpo e la tecnica Nota sull'autore: Giancarlo Giuriati inizia a praticare Judo nel 1972 a 17 anni sotto la guida del M° Adriano Pizzolon, contemporaneamente pratica anche l'Aikido sotto la guida di Pisolati Mario (allievo del M° Filippini), per un periodo abbandona l'Aikido per svolgere più assiduamente l'attività agonistica con il Judo appassionandosi anche ai kata. Nel 1995, grazie ai corsi di Aikido speciali per insegnanti organizzati dalla FIJLKAM incontra il Maestro di Aikido Fausto De Compadri di cui diventerà fedele allievo. Attualmente insegna presso il Dojo di Ponte di Piave-Treviso (