Decolonizzazione
Il processo di decolonizzazione Perché dopo la seconda guerra mondiale? (debolezza potenze occidentali; guerra per la libertà e la democrazia) Le due potenze vincitrici più forti (Usa e Urss) sono estranee all’esperienza coloniale MA timore del «vuoto di potere» Dopo Potsdam solo le potenze vinte perdono le proprie colonie Corea (guerra 1950-1953)
Il processo di decolonizzazione dura circa trent’anni ed è difficile analizzarlo in maniera unitaria Criterio geopolitico, nonostante andamento irregolare: medio oriente e mondo arabo → subcontinente indiano e sudest asiatico → africa araba e poi africa subsahariana
Vie pacifiche, trattative diplomatiche (indipendenza attraverso l’interdipendenza: Commonwealth, Comunità franco-africana) MA eventi drammatici Vie «violente»: movimenti armati, «guerre di Liberazione». Il Vietnam
Medio oriente Libano, Siria e Transgiordania (1945-6). Lega araba (anche Egitto, Yemen, Arabia Saudita). Nascita dello stato di Israele (1948).
Asia India 1947 (separazione Pakistan e nel 1971 Bangladesh); Filippine; Birmania; Indonesia. Questione complessa dell’Indocina: 1954: Vietnam sud/nord, indipendenti Laos e Cambogia
Usa a sostegno del Vietnam del sud, intensificazione dell’impegno militare dalla metà degli anni ‘60 e ritiro nel 1972; Vietnam riunificato dal nord nel 1975
Nord Africa Lo scenario della decolonizzazione si sposta qui dopo il 1950. Libia (1951) Egitto piena emancipazione solo con il 1952 (colpo di stato di Nasser) Marocco, Tunisia (1956) Algeria (guerra 1954-62)
Africa sub-sahariana Dopo la metà degli anni ’50. Tarda la liberazione delle colonie portoghesi (Salazar fino al 1974): Guinea Bissau (1974); Mozambico e Angola (1975).
Conferenza di Bandung (1955)
Condizionamento dei modelli di organizzazione economica e politica occidentale: Stato nazione Comunismo / democrazia rappresentativa
Esempio: ASIA Democrazie, libero mercato: Giappone, India Comunismo: Asia centro e sud-orientale. Cina, Corea, Vietnam, Cambogia, Laos