La chiave nella porta strategie di accoglienza dell’allievo straniero
Le strategia della mediazione culturale a scuola a cura di Giordana Curati
Che cos’è l’integrazione? “l’integrazione è un processo dinamico a due direzioni, di reciproco adattamento, che richiede la partecipazione non soltanto degli immigrati ma anche dei residenti degli Stati membri (…) e la chiara compenetrazione dei loro reciproci diritti e responsabilità”. Dal 1° Principio Fondamentale Comune della Comunità Europea
All’interno di questo processo bidirezionale ciascuna delle parti è in gioco: la cittadinanza straniera immigrata è opportuno che conosca le regole (scritte e non scritte), eserciti i propri diritti, rispetti i propri doveri; la cittadinanza italiana ospite è opportuno che accolga, si racconti, si apra alle diversità culturali, contrasti il proprio razzismo e xenofobia
Quali possono essere i punti critici di questo processo? Incomunicabilità Incomprensione Malinteso Diffidenza Pregiudizio Indifferenza Esclusione
La mediazione culturale a scuola… è una funzione importante in questo processo bi-direzionale e consiste nell’agevolare il processo di integrazione degli alunni stranieri e il mutamento interculturale della società di accoglienza
…e va considerata quindi come un “ponte” fra le due parti, per ricostruire una comunicazione complessa MEDIAZIONE CULTURALE
Perché complessa? Quali fattori si combinano al suo interno? ETA’ GENERE RUOLO NAZIONALITA’ CULTURA INDIVIDUALITA’
IN UNA SOCIETA’ PLURALE LA SCUOLA è PLURALE Assumere la diversità come paradigma dell’identità stessa della scuola, come luogo e occasione per aprire l’intero sistema a tutte le differenze: provenienza, genere, orientamento sessuale, cultura, livello sociale, storia scolastica, caratteristiche fisico- motorie, storia personale per co-costruire coesione sociale
Chi sono i primi esperti e competenti di questo pluralismo? GLI INSEGNANTI primi mediatori ed esperti delle differenze
Cronologia della mediazione culturale in Italia 1° fase pionieristica dalla metà degli anni Novanta al Duemila le iniziative di mediazione hanno avuto carattere di sperimentazione e di innovazione, condotte entro un numero limitato di servizi, da operatori stranieri "pionieri“. Nel 1990 viene prodotta una C.M. (205) che invitava all’impiego dei mediatori per favorire l’inserimento scolastico
2° fase di consolidamento dal 2000 il dispositivo della mediazione diventa una prassi consolidata. Si moltiplica il numero delle associazioni, cooperative e agenzie di mediazione e si infittiscono le richieste di mediazione da parte degli operatori che lavorano nella scuola, nei servizi sociali e sanitari, nelle pubbliche amministrazioni. Nasce la legge n. 40 del 6/3/1998, "Disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero" che fa esplicitamente riferimento a questa figura professionale.
3° fase inquadramento la mediazione culturale diventa una professione sempre più studiata e disciplinata da leggi nazionali che ne definiscono i compiti e i percorsi formativi in modo univoco e senza disparità regionali Dicembre 2009: viene elaborato da un gruppo di lavoro interministeriale costituitosi presso il Ministero dell’Interno il documento dal titolo: "Linee di indirizzo per il riconoscimento della figura professionale del mediatore interculturale"
Nelle linee di indirizzo elaborate dal gruppo interministeriale vengono definiti: l’importanza del dispositivo di mediazione culturale al fine di favorire: "processi virtuosi di coesione sociale, di integrazione e di tutela delle pari opportunità nel godimento dei diritti e nella possibilità di accesso ai servizi di cittadinanza". Gli ambiti e i servizi in cui il mediatore culturale può agire: Educazione, Sanità, Giustizia, Pubblica Amministrazione, Servizi sociali, Lavoro, Emergenza
Quali sono le funzioni e i compiti dei mediatori? interpretariato; traduzione; facilitazione nel dialogo; informazione; orientamento; accompagnamento; spiegazione dei servizi e delle regole; prevenzione e gestione dei conflitti; cambiamento delle modalità di lavoro; riconoscimento e valorizzazione delle reciproche analogie e differenze.
IL MEDIATORE CULTURALE A SCUOLA cosa non è? Il mediatore non è un esperto di intercultura, cui demandare tutto ciò che concerne l’educazione interculturale e l’integrazione dei bambini figli di stranieri. Il mediatore non è il mediatore cognitivo, ossia colui che affianca l’insegnante in una classe con alunni di altre etnie, dal momento che costruire uno spazio interattivo appropriato è compito dell’insegnante e non di altri. Il mediatore non è il delegato alla soluzione dei problemi, e a lui non può essere delegato in toto il ruolo di agente del cambiamento sociale.
Le indicazioni della normativa in materia di utilizzo dei mediatori linguistici e culturali individuano quattro funzioni principali riferite all' ambito scolastico ed educativo agevolare i rapporti tra immigrati e servizi per tutti i cittadini, in un'ottica di inclusione (L. n. 40) facilitare la comunicazione tra scuola e famiglie degli alunni stranieri (L. n. 40 e D.P.R. n. 394) sostenere l'inserimento scolastico degli alunni stranieri di recente immigrazione (C.M. n. 205) attuare iniziative per la valorizzazione della lingua e cultura d'origine (C.M. n. 205).
Il mediatore in ambito scolastico … è una figura professionale che, in quanto strumento di una relazione riesce a fare da ponte fra l’allievo immigrato – e la sua famiglia – e l’operatore della scuola, del quale il minore viene a far parte. In quel momento è un ponte anche tra il proprio mondo di origine e il mondo in cui egli stesso è approdato
…al di fuori della relazione il mediatore non esiste.
IL PROTOCOLLO D’ACCOGLIENZA Il DPR 31/08/99 n° 394 all’art. 45 “Iscrizione scolastica” attribuisce al Collegio dei docenti numerosi compiti deliberativi e di proposta in merito all’inserimento nelle classi degli alunni stranieri. Per sostenere questi compiti il collegio docenti deve deliberare un Protocollo d’accoglienza
A che serve? Facilitare l’ingresso di bambini e ragazzi di altra nazionalità nel sistema scolastico e sociale Sostenere gli alunni neoarrivati nella fase di adattamento al nuovo contesto Definire pratiche condivise all’interno delle scuole in tema d’accoglienza di alunni stranieri
Il Protocollo d’accoglienza è redatto da una apposita Commissione d’Accoglienza composta da dirigente e 3 o 4 insegnanti e si delinea su 3 ambiti d’intervento: amministrativo e burocratico comunicativo e relazionale educativo – didattico sociale
QUANDO RICHIEDETE L’INTERVENTO DEL MEDIATORE? Fase di iscrizione Primo colloquio con alunno e/o famiglia Assegnazione della classe (ricostruzione della carriera scolastica) Fase di progettazione del piano individuale Progettazione per la realizzazione di interventi di accoglienza e interculturali (traduzione materiale informativo, laboratori in classe, ecc)
: Diversi piani della mediazione piano orientativo e informativo Il mediatore informa e orienta, dà informazioni, avvicina il servizio e lo rende più accessibile e più trasparente. piano linguistico e comunicativo Il mediatore decodifica, traduce, interpreta, previene e gestisce fraintendimenti, malintesi, blocchi comunicativi, chiarisce l’implicito, svela il non detto. piano psico-sociale e interculturale Il mediatore stimola la riorganizzazione del servizio in chiave interculturale lo rende luogo accessibile e di riconoscimento
CONDIZIONI ESTERNE IMPORTANTI CHIAREZZA DEGLI OBIETTIVI COMUNICATIVI VOSTRA PRESENZA NELLE FASI DELLA MEDIAZIONE SETTING (AMBIENTE FISICO) ADEGUATO
UNICA CONDIZIONE INTERNA IMPORTANTE GESTIONE DELLA FRUSTRAZIONE -per il mancato CONTROLLO TOTALE della COMUNICAZIONE - per il SENSO DI ESCLUSIONE nella COMUNICAZIONE