Scienza Politica a.a Marco Di Giulio Sistemi politici: L’Italia
: Il ritorno della democrazia 2 giugno 1946: referendum istituzionale e Assemblea Costituente L’incertezza alla vigilia delle elezioni del 1948; l’imperativo di evitare una nuova tirannia Una democrazia Accentrata non immediata attuazione delle Regioni Negoziale sistema proporzionale, esecutivo debole, centralità del parlamento Garantire le parti in conflitto piuttosto che promuovere la competizione Una democrazia senza alternanza per 50 anni
Il sistema elettorale Sistema proporzionale basato su grandi circoscrizioni, senza soglie legali, con recupero dei resti a livello nazionale, con voto di preferenza Uno dei sistemi più proporzionali al mondo: soglia implicita spesso al di sotto dell’1% dei voti Al Senato un sistema solo formalmente maggioritario (ma sarà il grimaldello per cambiare la legge elettorale nel 1993) La mancata riforma del 1953 (la «legge truffa») 65% dei seggi al partito/coalizione che ottiene la maggioranza assoluta Il premio non scatta, la riforma viene abolita
Lo scontro sulla «legge truffa»
Il sistema partitico Il Pluralismo polarizzato: Centro «occupato» da un grande partito (DC) e dai suoi alleati Due opposizioni anti-sistemiche (PCI e MSI) distanti ideologicamente ed escluse a priori dal governo (la «conventio ad excludendum») Il PSI dall’orbita del PCI all’area di governo (fine anni 50)
Il pluralismo polarizzato … (Italia ) DC PSDIPRI PSI PCI PLI MSI
Il governo: formule di coalizione Quattro fasi nella Prima Repubblica Centrismo (dominio DC e partiti satelliti PLI-PSDI-PRI) Centro-sinistra (asse DC-PSI) Solidarietà nazionale (il PCI nell’area di maggioranza) Pentapartito (DC-PSI e “partiti laici”). Nel 1981 il primo PM non DC (Spadolini) L’alternanza inizia solo nella Seconda Repubblica, a partire dal 1996 (e di nuovo nel 2001, nel 2006 e nel 2008)
La geografia elettorale Due aree molto stabili, con partiti predominanti: Il nord-est: l’Italia bianca Il centro: l’Italia rossa Due aree instabili, fluidità delle scelte individuali e competizione: Il nord-ovest: l’Italia industriale Il sud: l’Italia in cerca di sviluppo (ma con differenze fra le aree urbane e quelle rurali) Voto di appartenenza, di opinione, di scambio
Le caratteristiche di un governo debole Governi sovradimensionati o governi monocolore Dc di minoranza Frequenti crisi (47 governi in 45 anni) e “rimpasti”, ma stabilità delle formule di coalizione Vertici di maggioranza, “manuale Cencelli” Governo collegiale e dissociazione fra carica di primo ministro e di leader del partito di maggioranza I governi tecnici (Ciampi 1993, Dini 1995, Monti 2011): crepe nella forma di governo parlamentare?
Il Parlamento (I) Bicameralismo simmetrico Commissioni forti (sede deliberante/legislativa) Il 75% delle leggi approvate in commissione negli anni 70 Non si possono approvare leggi in commissione senza il via libera del Pci 74% delle leggi approvate con il consenso dell’opposizione nelle prime 4 legislature Agenda parlamentare fissata all’unanimità Voto segreto come regola (fino al 1988) Indisciplina parlamentare
Il Parlamento (II) Risutato: molti veto-points Legislazione ipertrofica, ma orientata in larga parte a misure micro- distributive (leggine) Razionalizzazione a partire dalla fine degli anni 80: Ridotto il ricorso alla sede deliberante Agenda parlamentare fissata a maggioranza Tempi di approvazione delle leggi contingentati (su richiesta del governo) Voto palese come regola (dopo il 1988) Ricorso frequente al decreto legge + questione di fiducia
Perché la “Seconda Repubblica”? I costi di un governo senza alternanza: immobilismo decisionale e conti pubblici fuori controllo Rapporto debito/PIL dal 59% (1982) al 115% (1993) 17 febbraio 1992: arrestato Mario Chiesa, è l’inizio dell’operazione Mani Pulite Perché finisce la Prima Repubblica? Cause prossime e remote Mani pulite Cade il Muro di Berlino: la fine del «pericolo rosso» Il Trattato di Maastricht e i suoi vincoli finanziari
La Seconda repubblica La Seconda repubblica: un nuovo sistema elettorale, un nuovo sistema partitico, ma nessuna riforma costituzionale …un sistema in continua ‘transizione’. Cfr. a contrario passaggio IV – V Repubblica in Francia. Le conseguenze più vistose della riforma: coalizioni pre-elettorali, bipolarismo e alternanza al governo Nel 2001: riforma del Titolo V della Costituzione: verso un sistema federale?
I nuovi partiti: la Lega Nord La Lega Nord: nasce in Veneto (Liga Veneta, fine anni 70) poi in Lombardia (Lega Lombarda, inizio anni 80). Tre facce del partito: 1) regionalista (contro Roma), 2) populista (contro i partiti), 3) di estrema destra (contro gli immigrati) 1994: alleanza con Forza Italia; : contro tutti; dal 2000 in poi: alleanza con il centro-destra e sempre maggiore influenza della «Lega di governo» Massima espansione nelle regionali del 2010, crollo nel 2013
I nuovi partiti: Forza Italia Il partito «senza territorio» Nasce nel 1994 attorno all’impero economico-mediatico di Silvio Berlusconi Poi, riassorbe “pezzi” di establishment socialista e democristiano Un modello di partito nuovo, centrato sul leader, su un marketing politico professionale, su legami deboli con la società ed il territorio Nel 2008 la fusione con Alleanza Nazionale dà vita al Pdl; nel 2013 la «rinascita»
I sistemi elettorali: Mattarella 1993: referendum sul sistema elettorale Mattarella: sistema elettorale misto (quasi) parallelo 75% dei seggi attribuiti in collegi uninominali 25% dei seggi attribuiti in circoscrizioni proporzionali Lo scorporo: un limitato collegamento fra maggioritario e proporzionale
I sistemi elettorali: Calderoli 2005: ancora una riforma (del centrodestra, che ottiene risultati sistematicamente peggiori nei collegi uninominali) Legge Calderoli: proporzionale con liste bloccate + premio di maggioranza Alla Camera: 26 circoscrizioni plurinominali (+VdA uninominale + 4 circoscrizioni estere) La lista/coalizione che ottiene più voti si aggiudica il premio (340 seggi, 54%). I rimanenti seggi sono distribuiti proporzionalmente. Le soglie: 10% (coalizioni); 2% (partiti coalizzati); 4% (partiti non coalizzati)
La ‘lotteria’ del premio al Senato Art. 57 Cost: Il Senato è eletto su base regionale Al Senato: 309 seggi eletti in 17 circoscrizioni regionali (+ VdA+ Molise+ TAA + 6 nelle circoscrizioni estere) Il premio è attribuito su base regionale: affinché una lista ottenga premio «per intero» è necessario vincere in tutte le regioni Le soglie: 20% (coalizioni); 3% (partiti coalizzati); 8% (partiti non coalizzati)
Sistema partitico e governo Il «bipolarismo frammentato» Tendenzialmente due grandi coalizioni che si fronteggiano Molta eterogeneità all’interno delle coalizioni e molti piccoli partiti con potere di veto I «terzi poli» non hanno successo fino al 2013 Elezioni decisive (ma non nel 2013) e alternanza (nel 1996, 2001, 2006, 2008) ma governi ancora instabili Tutti i partiti ammessi (potenzialmente) alle coalizioni di governo
Pericoli del bicameralismo ‘perfetto’. Maggioranza nei due rami del Parlamento AnnoCameraSenatoCoalizione 1994CDNessunoCD 1996NessunoCSCS+sin radicale 2001CD 2006CSCS (risicata)CS 2008CD 2013CSNessunoCS+CD
I risultati elettorali, Camera CoalizioneVoti% Ingroia (SX)765, Bersani (PD)10,047, Monti (SC)3,591, Grillo (M5s)8,689, Berlusconi (PDL)9,922,
Voti – Seggi, Camera
I risultati elettorali, Senato CoalizioneVoti% Ingroia ,8 Bersani ,6 Monti ,1 Grillo ,8 Berlusconi ,7
Voti – Seggi, Senato
Che tipo di coalizione sostiene il governo Renzi?
Evoluzioni recenti Corte Costituzionale 4 dicembre 2013: profili di incostituzionalità Legge Calderoli Premio senza indicazione di una soglia minima di voti Liste bloccate Riforma della Legge elettorale (6 maggio 2015, n. 52) Premio di maggioranza solo alla Camera ( 54% seggi, n. 340) Premio di maggioranza alla lista che ottiene più del 40% dei voti al primo turno Eventuale ballottaggio fra le prime due liste Soglia di sbarramento 3% Re-districting: 100 circoscrizioni plurinominali Possibilità di esprimere 2 preferenze Candidati di sesso diverso, pena annullamento voto Riforma Costituzionale (aspettando il Referendum) Riforma del senato abolizione del voto di fiducia
Il cambiamento aggregato del voto
Classi di età dei deputati
Le regioni 1948: Cost. prevede 5 regioni speciali (istituite subito o quasi - Friuli- VG nel 1964) e 15 regioni ordinarie (non istituite) 1970/77: Istituite le 15 regioni, nel 1977 la prima vera devoluzione di poteri e risorse Art. 117 Cost: «la Regione emana … norme legislative nei limiti dei principi fondamentali stabiliti con leggi dello stato, sempreché le norme stesse non siano in contrasto con l’interesse nazionale…»
La riforma del 2001 Art. 117 Cost.: Competenze esclusive statali, concorrenti, esclusive regionali Rimangono allo stato le funzioni tipiche (difesa, ordine pubblico, giustizia), passano alle regioni le funzioni che prima erano concorrenti Rimangono molte le funzioni concorrenti (mancata riforma nel 2006, nuova riforma nel 2014) Teoricamente le regioni possono attribuirsi nuove competenze (art. 116) Federalismo fiscale (l. 42/2009): limitata autonomia impositiva delle regioni