LE RACCOLTE E LE POESIE DI PASCOLI CHE ABBIAMO ANALIZZATO.

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LE RACCOLTE E LE POESIE DI PASCOLI CHE ABBIAMO ANALIZZATO

MYRICAE RACCOLTA POETICA DEL 1891 TITOLO TRATTO DA UN VERSO DELLE BUCOLICHE DI VIRGILIO «ARBUSTA IUVANT HUMILESQUE MYRICAE», «PIACCIONO GLI ARBOSCELLI E LE UMILI TAMERICI» (TAMERICI= ALBERETTI CHE CRESCONO NELLE ZONE MARITTIME) OGGETTO DELLA POESIA SONO LE PICCOLE COSE QUADRETTI DI VITA CAMPESTRE DESCRITTI NON IN MODO REALISTICO, MA CARICATI DI UN SIGNIFICATO SIMBOLICO REALTA’ IGNOTA E MISTERIOSA TEMI RICORRENTI: LA MORTE, I MORTI FAMILIARI, L’ASPIRAZIONE A RITROVARE IL NIDO DELL’INFANZIA LESSICO: RICORRE MINUZIOSAMENTE A TERMINI SPECIFICI DEL MONDO VEGETALE E ANIMALE

POSIE DELLA RACCOLTA MYRICAE DA ANALIZZARE…

X AGOSTO

I POEMETTI RACCOLTA PUBBLICATA PRIMA NEL 1897, POI SUCCESSIVAMENTE DIVISA IN DUE VOLUMI, I PRIMI POEMETTI (1904) E I NUOVI POEMETTI (1909) SONO COMPONIMENTI PIÙ AMPI, DALL’ANDAMENTO NARRATIVO, COME DEI «RACCONTI IN VERSI» RAPPRESENTANO LA VITA DELLA CAMPAGNA, DOVE SI CONSERVANO I VALORI TRADIZIONALI E PIÙ AUTENTICI: SOLIDARIETA’, AFFETTI FAMILIARI, LABORIOSITA’, SEMPLICITA’, SAGGEZZA.. LA CAMPAGNA E’ IL LUOGO DEL NIDO COME RIFUGIO DAL MALE CHE DOMINA LA SOCIETA’ CONTEMPORANEA DIFFERENZA COL VERISMO: QUESTO DI PASCOLI E’ UN MONDO IDEALIZZATO E IDILLICO, CHE IGNORA LA MISERIA E LA DEGRADAZIONE DEL MONDO POPOLARE RACCONTATO DA VERGA

ITALY E’ uno dei Pometti e tratta il tema degli emigranti costretti ad abbandonare il proprio «nido» Trama: Due fratelli emigranti, Ghita e Beppe, tornano dall’America al loro paesino per far respirare aria sana alla nipote Molly, nata in America e malata. La bambina in un primo momento detesta l’Italia, poi si lega profondamente alla nonna e, dopo essere guarita, riparte per l’America con la speranza di ritornare in Italia. In questa poesia Pascoli utilizza un LINGUAGGIO SPERIMENTALE: riproduce il linguaggio degli emigranti fatto di termini americani, termini del gergo italo-americano italianizzato

DEI POEMETTI ANALIZZIAMO ITALY (PARTE V)

V Oh! no: non c'era lì né pie né flavour né tutto il resto. Ruppe in un gran pianto: «Ioe, what means nieva? Never? Never? Never?» Oh! no: starebbe in Italy sin tanto ch'ella guarisse: one month or two, poor Molly! E Ioe godrebbe questo po' di scianto! Mugliava il vento che scendea dai colli bianchi di neve. Ella mangiò, poi muta fissò la fiamma con gli occhioni molli. Venne, sapendo della lor venuta, gente, e qualcosa rispondeva a tutti Ioe, grave: «Oh yes, è fiero... vi saluta... molti bisini, oh yes... No, tiene un frutti- stendo... Oh yes, vende checche, candi, scrima... Conta moneta: può campar coi frutti... Il baschetto non rende come prima... Yes, un salone, che ci ha tanti bordi... Yes, l'ho rivisto nel pigliar la stima...» Il tramontano discendea con sordi brontoli. Ognuno si godeva i cari ricordi, cari ma perché ricordi: quando sbarcati dagli ignoti mari scorrean le terre ignote con un grido straniero in bocca, a guadagnar danari per farsi un campo, per rifarsi un nido...

I CANTI DI CASTELVECCHIO RACCOLTA DEL IL TITOLO ALLUDE A CASTELVECCHIO DI BARGA, PAESINO IMMERSO NEL VERDE VICINO LUCCA, DOVE IL POETA AVEVA RICOSTRUITO IL SUO NIDO INSIEME ALLA SORELLA MARIÙ I TEMI TRATTATI SONO GLI STESSI DI MYRICAE, AI QUALI SE NE AGGIUNGE UN ALTRO: L’EROS, VISTO COL TURBAMENTO DEL FANCIULLO PER IL IL QUALE IL RAPPORTO ADULTO È QUALCOSA DI IGNOTO, AFFASCINANTE E RIPUGNANTE INSIEME. LO VEDIAMO SOPPRATTUTTO NELLA POESIA IL GELSOMINO NOTTURNO

IL GELSOMINO NOTTURNO E s'aprono i fiori notturni, nell'ora che penso a' miei cari. Sono apparse in mezzo ai viburni le farfalle crepuscolari. Da un pezzo si tacquero i gridi: là sola una casa bisbiglia. Sotto l'ali dormono i nidi, come gli occhi sotto le ciglia. Dai calici aperti si esala l'odore di fragole rosse. Splende un lume là nella sala. Nasce l'erba sopra le fosse. Un'ape tardiva sussurra trovando già prese le celle. La Chioccetta per l'aia azzurra va col suo pigolio di stelle. Per tutta la notte s'esala l'odore che passa col vento. Passa il lume su per la scala; brilla al primo piano: s'è spento... È l'alba: si chiudono i petali un poco gualciti; si cova, dentro l'urna molle e segreta, non so che felicità nuova.

La poesia è dedicata alle nozze dell’amico Daniele Briganti Rappresenta un paesaggio notturno (gelsomini notturni, silenzio, stelle..). In una casa lontana due sposi trascorrono la prima notte di nozze, ma ciò non viene narrato esplicitamente Attraverso un linguaggio fortemente simbolico e allusivo, rappresenta il rito del concepimento «urna molle e segreta»=ventre della donna che custodisce una nuova vita