«I modelli dell’industrializzazione europea». «Il trasferimento della tecnologia come fattore propulsivo» L’industrializzazione europea assunse un ruolo.

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«I modelli dell’industrializzazione europea»

«Il trasferimento della tecnologia come fattore propulsivo» L’industrializzazione europea assunse un ruolo decisivo in Inghilterra poiché: la concorrenza delle industrie inglesi stimolò il rinnovamento tecnologico delle manifatture continentali e indusse i governi a favorire lo sviluppo industriali; la tecnologia britannica si trasferì sul continente. Il trasferimento di tecnologie fu un processo graduale: forme di produzioni della fase protoindustriale sopravvissero a lungo e con successo economico in molte regioni europee.

«Sfasature temporali e differenze regionali» Il decollo industriale interessò: Belgio Francia Germania Russia Italia L’industrializzazione partì da alcune regioni nord-occidentali, estendendosi in seguito a cerchi concentrici, dal centro verso la periferia d’Europa. In questo processo vi furono anche regioni che non si industrializzarono affatto, e altre che si deindustrializzarono, cioè che videro la loro produzione manifatturiera tradizionale senza che se ne sviluppasse una moderna.

 A Alla fiera degli acronimi, negli ultimi tempi si è iscritta anche “Mist”, sigla che raggruppa Messico, Indonesia, Corea del Sud e Turchia, quattro Paesi, che fanno parte del fondo di undici mercati emergenti e che lancia la sfida agli ormai superati Brics.  A concepire l’acronimo Mist è tra l’altro lo stesso padre dei Brics, Jim Neil.  Le altre sette economie prese in considerazione sono Bangladesh, Egitto, Nigeria, Pakistan, Filippine, Vietnam e Iran. Salgono le quotazioni della Nigeria, paese anch’esso emergente negli ultimi anni grazie alla vastità del suo territorio. II Mist in ogni caso hanno come fattore comune la demografia, che è sinonimo di più forza lavorativa, sono aperti commercialmente e hanno appunto un gran potenziale di crescita economica.  I Mist e più in generale il nucleo dei "Next Eleven" integrano le nuove potenze che contribuiranno alla crescita del Pil mondiale: non ancora colpite dalla crisi economica europea e registrano ogni giorno movimenti in entrata nei fondi di investimento. I “CIVETS” LLa rivista “Economist” parla dei "Civets" in riferimento a Colombia, Indonesia, Vietnam, Egitto, Turchia e Sudafrica. EEssi sono accomunati da un alto tasso di popolazione giovanile, sistemi finanziari abbastanza, mercati azionari in via di sviluppo e dal fatto che le loro economie non sono basate sullo sfruttamento di un'unica risorsa. AAltro acronimo di successo sono i “Carbs” ovvero Canada, Australia, e di nuovo Russia Brasile e Sudafrica.

o Sembra si stia facendo largo un nuovo acronimo che raggrupperebbe i nuovi quattro paesi emergenti : Messico, Indonesia, Nigeria, Turchia.. Il MINT, parola di Jim O’Neill ex banchiere e padre del celebre acronimo BRICS. -Un’opinionista del quotidiano “Financial Times” di nome Kwan Yuk riportò la testimonianza di O’Neill sulla straordinaria crescita del blocco dei quattro paesi in forte ascesa economica, avendo avuto uno sviluppo demografico considerevole negli ultimi vent’anni e le loro prospettive economiche molto favorevoli. -Yuk obietta il pensiero di O’Neill poiché secondo l’opinionista ci siano altri paesi in forte sviluppo come: Bangladesh, Egitto, Pakistan, Filippine e Vietnam; ma sembra che l’ex banchiere abbia dalla sua parte i numeri: Messico : vantaggio di poter contare sui dollari degli Stati Uniti; Nigeria : terza economia del continente dopo Sudafrica e Egitto; Indonesia : potrebbe diventare il settimo paese del mondo nella speciale classifica del Prodotto interno lordo; Turchia : Il PIL della repubblica turca ha superato quello della Cina. Il vantaggio dei MINT e BRICS rimane il costo del lavoro molto basso rispetto agli standard europei e statunitensi. «SARA’ IL MINT IL NUOVO ACRONIMO CHE SI AFFIANCHERA’ AI PAESI BRICS?»

«Modelli di industrializzazione» L’ industrializzazione si basò su imprese tessili che si autofinanziavano e producevano beni di consumo rivolti al mercato. Il settore trainante nell’ industrializzazione continentale fu quella del carbone e del ferro; La produzione strategicamente fondamentale si rivolse alle fonti di energia, ai semilavorati e ai beni di investimento. Tutti i settori di alta intensità di capitale,che richiedevano determinati incrementi. In particolare, la banca ebbe un ruolo decisivo nei paesi di seconda industrializzazione (come la Germania, e lo stato in quelli «periferici» a industrializzazione tardiva (come la Russia e l’Italia).

«Il ruolo delle ferrovie» Nei decenni dell’Ottocento si verificò uno sviluppo delle ferrovie in diverse regioni ; esse:  Costituirono un settore di crescita autopropulsivo: infatti le costruzioni ferroviarie diedero impulso alla domanda di energia,di macchine, di ferro e quindi favorirono lo sviluppo dell’industria siderurgica ;al tempo stesso, ridussero i tempi e costi di trasporto delle merci;  Mobilitarono investimenti di capitali, e quindi favorirono la circolazione internazionale dei capitali stessi e lo sviluppo del sistema bancario;  Ampliarono l’unificazione dei mercati. Si stimolò la crescita della domanda, e quindi della produzione;  Accelerazione del processo di modernizzazione tecnologica: infatti, l’unificazione dei mercati e la convenienza dei trasporti provocarono la crisi delle manifatture tradizionali.

«La rivoluzione dei trasporti» All'inizio del XVIII secolo, le vie di comunicazione inglesi erano in ritardo rispetto a quelle di altri Paesi europei, fra i quali la Francia. Nella seconda metà del XVIII secolo, in Inghilterra si assistette alla costruzione di strade e canali fornendo un contributo determinante per lo sviluppo degli scambi commerciali e per la formazione del mercato interno. Tutte le attività economiche poterono trarre beneficio dal sostanziale miglioramento delle vie di comunicazione che ne risultava.XVIII secoloFranciaXVIII secoloInghilterra Rete stradale Canali Ferrovie Ponti Questa trasformazione ha interessato il trasporto stradale. Dopo il 1830 si cominciò a diffondere il trasporto ferroviario, completamente diverso dai sistemi di trasporto del passato, sia per il tipo di via su cui transitavano i veicoli, sia per il sistema di trazione, per il quale venne introdotta la macchina a vapore, già in uso da parecchi decenni negli impianti industriali. Contemporaneamente venivano effettuati alcuni tentativi di sperimentare un nuovo tipo di motore, a combustione interna, principalmente con l’obbiettivo, come già era avvenuto con la macchina a vapore, di soddisfare le esigenze degli impianti industriali. Con il tempo questo motore cominciò ad essere applicato ai veicoli stradali, dando inizio a quella rivoluzione di questo sistema di trasporto che ha avuto la sua completa realizzazione nel corso del secolo successivo. Questa conferenza cercherà di ripercorrere le tappe principali di questo straordinario processo di trasformazione tecnologica, con l’intento di individuare i fattori che ne hanno determinato l’innesco e la continua evoluzione durante tutto il corso del XIX secolo.

«Banche e commerci» Un ruolo altrettanto strategico nell’industrializzazione ebbero il sistema dei commerci e quello bancario: quest’ultimo fu protagonista di una vera e propria «rivoluzione finanziaria». Alla banca di vecchio tipo (forniva crediti a breve termine a sostegno di iniziative commerciali) si affiancò la banca di investimento, cioè una società che raccoglieva capitali di risparmiatori e li utilizzava in crediti a medio e lungo termine per investimenti industriali. In Germania,la banca di investimento si realizzò nella forma della banca mista (o universale), che adempiva alla raccolta i fondi e al credito a breve termine,ma al tempo stesso promuoveva società industriali ed erogava finanziamenti a lungo termine. Analoga importanza ebbe lo sviluppo del settore commerciale. La crescita degli scambi comportò un aumento della circolazione di moneta, della cartamoneta e anche di circolazioni di cambiali e titoli di credito.

La rivoluzione nel settore commerciale a) In precedenza diffusione dell’industria a domicilio (soprattutto lana) e presenza di un’area di libero scambio. b)Lo scambio interno cresce molto nel Settecento a causa dei redditi più elevati e dell’aumento della popolazione c) Gli scambi esterni erano aumentati in seguito al mercantilismo seicentesco (in particolare Atti di navigazione che stabiliscono il monopolio inglese negli scambi con le colonie). d)Le altre potenze alzarono barriere doganali ma gli Inglesi seppero approfittare dei nuovi ricchi mercati dell’America e della zona dei Caraibi. e) Londra divenne la capitale del commercio internazionale. f)I prodotti inglesi potevano contare su forte domanda interna ed esterna g) L’attività mercantile era considerata onorevole e poteva di per sé garantire un avanzamento sociale h) Condizioni geografiche (grande diffusione di corsi d’acqua naturali e costruzione ante 1770 di una vasta rete di canali artificiali). i) Capacità di utilizzare la Rivoluzione scientifica (trasformare invenzioni in innovazioni). j) Un forte e decisivo impulso fu fornito dal controllo sull’India che significò orientarsi decisamente verso il cotone.

«L’affermazione del libero scambio» L’elemento essenziale per l’ampliamento del mercato fu l’adozione. Si enuncia una forma di politica economica finalizzata a difendere la produzione nazionale della concorrenza estera imponendo dazi commerciali o limitazioni sulle importazioni: il protezionismo. Al contrario, la dottrina del libero scambio sostiene che la concorrenza deve esser lasciata libera di operare,perché ciò spinge i prezzi al ribasso. Lo scontro tra queste due concezioni di politica economica raggiunse il suo punto di svolta in Inghilterra con la legge sul grano (Corn Law). Essa imponeva dazi sull’importazione di prodotti agricoli stranieri. Lo scontro portò alla vittoria dei liberisti, sotto il governo di Peel, i dazi sul grano furono aboliti. Tra il 1860 e 1870 fu firmata una serie di trattati commerciali che abbattevano o riducevano fortemente i dazi su molte merci. Protezionisti Volevano che i dazi fossero mantenuti Liberisti Ispirandosi alle teorie di Smith e Ricardo chiedevano che i dazi fossero aboliti.

ALBERGO MICHELE CARULLI DAVIDE COLONNA ALESSANDRO NOTARISTEFANO ANTONELLA