GIOVANNI PASCOLI (1855-1912) Temporale DA MYRICAE (1891) METRO: ballata piccola in settenari; il primo verso è staccato dagli altri e costituisce la.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Impressionismo Una rivoluzione nel modo di dipingere
Advertisements

La “storia” del Drago “Il Drago” è un progetto di didattica laboratoriale finalizzato allo sviluppo di competenze comunicative in chiave cognitiva. L’e.
Il piccolo principe.
Letteratura dell'Ottocento
2 STEP Successivamente si presenta un’antologia di poesie a colori.
Suoni, Colori, Sentimenti
Approccio alla poesia Per un’educazione alla poesia attraverso l’uso del computer e della lavagna digitale in classe Prof.ssa Eluisia Polignano Corso di.
Giovanni Pascoli.
Giacomo Leopardi ( ) Recanati.
San Mauro Pascoli è una cittadina del nord Italia. Ha circa 10
Anno scolastico 2004/2005 Parole e immagini Classe 2^B.
Bomba Intelligente Dolce Amaro Brivido Caldo Copia Originale
Il lampo E cielo e terra si mostrò qual era
LA RIMA.
Castelvecchio di Barga
Myricae Analisi di testo ave 2011.
Giovanni Pascoli La vita Poesie.
La mia sera di Giovanni Pascoli.
Il cuore di Fabio Alba del 2000 La prima luce dell’alba.
Una lirica di Giovanni Pascoli
Dichiarazioni d’amore
Testo: Jolanda Colombini Monti
POESIE DI GIOVANNA PALO 2.
 .
La Creazione. La Creazione La Bibbia, composta da tanti libri scritti in epoche successive, inizia col libro della Genesi. E proprio agli inizi troviamo.
Buonanotte.
Paura di perderti.
Oltre la Tempesta Soffia forte Un vento di mare, di terre lontane.
Esistevano milioni di stelle nel cielo.
Oltre la Tempesta Oltre la Tempesta
L’ assiuolo.
Giovanni Pascoli.
L’energia in due poesie di G. Pascoli
GIOVANNI PASCOLI.
GIOVANNI PASCOLI.
“Spesso il male di vivere ho incontrato” il salmo 90
G. Pascoli, X Agosto (Myricae, 1897)
VALENTI Davide Salvatore – 5^CLT Esame di Stato 2008/2009.
Immagini usate per la grafica e gif animate: da internet
Giovanni Pascoli ….
VIVIAMO INSIEME Come comunità IL natale di gesù.
LE RICORDANZE di Giacomo Leopardi Ia parte.
La pecora nera.
GARGANO e DINTORNI Guarda nel tuo profondo, scopri lo stupore nei tuoi occhi; non sempre quello che cerchi è tanto lontano da te.
La mia sera di Giovanni Pascoli
Le ciaramelle Udii tra il sonno le ciaramelle,
Giovanni Pascoli: un poeta impressionista
A SILVIA Di Giacomo Leopardi.
Parole in libertà.
La pecora nera.
nel giorno del grande Silenzio
Le Ciaramelle di Giovanni Pascoli By Angelo per: Clik.
Silvia, ti ricordi ancora quel periodo della tua vita quando la bellezza si rifletteva nei tuoi occhi che esprimevano gioia e pudore e tu lieta e carica.
Silvia, ricordi ancora il tempo della tua vita mortale, quando la bellezza splendeva nei tuoi occhi ridenti e sfuggenti, e tu, lieta a e pensosa stavi.
Inno di lode a Dio. Inno di lode a Dio GESU’ TU SEI UN AMICO DAVVERO SPECIALE LA DOMENICA MATTINA HAI SEMPRE UN SACCO DI COSE BELLE DA DIRE PROPRIO.
A Silvia Di Giacomo Leopardi.
QUANDO LA POESIA SI INCONTRA CON LA MUSICA ,
Classe II A Docente: Antonia Franca Caiolo
nella mente mi ragiona”
Il lampo (ballata piccola)
IL RAGVAIV Aurelio Palmieri Molto tempo fa, all’inizio dei tempi, i colori del mondo litigarono. Ognuno sosteneva di essere il migliore, il più bello,
Giovanni Pascoli: l’assiuolo
Le ciaramelle.
Una complessa semplicità Giovanni Pascoli Tenuta “la Torre” a San Mauro di Romagna (Forlì), villa Torlonia, 31 dicembre 1855 Ruggero Pascoli amministratore.
LA NOTTE Di Antonio Ferrentino e Filippo Simonelli.
Laboratorio di scrittura creativa sulla poesia (Ins. Maria Luisa Marini) n° 51 alunni (classi seconde e terze dell’ Istituto) Laboratorio di informatica.
1 DIRITTI A SCUOLA I.I.S. L. DA VINCI- G. GALILEI DI NOCI SEDE ITI “G. GALILEI” GIOIA DEL COLLE.
Una complessa semplicità
Paesaggi dell'anima Elisa Costanzo. Credo fermamente nella forza creativa dei paesaggi nell'ambito di una storia. Ci sono dei paesaggi, siano essi città,
Transcript della presentazione:

GIOVANNI PASCOLI (1855-1912) Temporale DA MYRICAE (1891) METRO: ballata piccola in settenari; il primo verso è staccato dagli altri e costituisce la ripresa; rime X ABABBX Una serie di brevi ed efficacissime immagini per descrivere la natura sconvolta dal temporale in arrivo. Un bubbolio lontano... Rosseggia l’orizzonte, come affocato, a mare; nero di pece, a monte, stracci di nubi chiare: tra il nero un casolare: un’ala di gabbiano.

GIOVANNI PASCOLI (1855-1912) Il lampo DA MYRICAE (1891) METRO: ballata piccola in endecasillabi; il primo verso è staccato dagli altri e costituisce la ripresa; rime X ABABBX Un lampo illumina repentinamente la notte, rivelando lo sconvolgimento della natura e anche lo sbigottimento dell’uomo. E cielo e terra si mostrò qual era... la terra ansante, livida, in sussulto; il cielo ingombro, tragico, disfatto: bianca bianca nel tacito tumulto, una casa apparì sparì d’un tratto, come un occhio che, largo, esterrefatto, s’aprì si chiuse, nella notte nera.

GIOVANNI PASCOLI (1855-1912) Il tuono DA MYRICAE (1891) METRO: ballata piccola in endecasillabi; il primo verso è staccato dagli altri e costituisce la ripresa; rime X ABABBX Un tuono sconvolge il buio moltiplicando il suo cupo rimbombo fino a perdersi in lontananza. Solo allora subentra il suono dolce di una madre che canta per far addormentare il bambino. E nella notte nera come il nulla, a un tratto, col fragor d’arduo dirupo che frana, il tuono rimbombò di schianto, rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, e tacque, e poi rimareggiò rinfranto, e poi svanì. Soave allora un canto s’udì di madre, e il moto di una culla.

GIOVANNI PASCOLI (1855-1912) La mia sera DAI CANTI DI CASTELVECCHIO (1903) METRO: cinque strofe di otto versi ciascuna, rima ABABCDCd Dopo un temporale la natura ritrova la sua pace alla sera. Anche il poeta, dopo una vita di affanni e sofferenze, ritrova una visione più serena al tramonto della sua vita. Il giorno fu pieno di lampi; ma ora verranno le stelle, le tacite stelle. Nei campi c’è un breve gre gre di ranelle. Le tremule foglie dei pioppi trascorre una gioia leggiera. Nel giorno, che lampi! che scoppi! Che pace, la sera! Si devono aprire le stelle nel cielo sì tenero e vivo. Là, presso le allegre ranelle, singhiozza monotono un rivo. Di tutto quel cupo tumulto, di tutta quell’aspra bufera, non resta che un dolce singulto nell’umida sera. È, quella infinita tempesta, Don... Don... e mi dicono, Dormi! finita in un rivo canoro. mi cantano, Dormi! sussurrano, Dei fulmini fragili restano Dormi! bisbigliano, Dormi! cirri di porpora e d’oro. là, voci di tenebra azzurra... O stanco dolore, riposa! Mi sembrano canti di culla, La nube nel giorno più nera che fanno ch’io torni com’era... fu quella che vedo più rosa sentivo mia madre... poi nulla... nell’ultima sera. sul far della sera. Che voli di rondini intorno! che gridi nell’aria serena! La fame del povero giorno prolunga la garrula cena. La parte, sì piccola, i nidi nel giorno non l’ebbero intera. Né io... e che voli, che gridi mia limpida sera!