Il Trekking campaniano Un cammino sulle orme di Dino Campana, seguendo i passi del poeta e quelli de “La Verna” dei suoi Canti Orfici
In cammino sui sentieri dell’Appennino tosco-emiliano Inizialmente l’idea che attraverso il movimento fisico avremmo percorso le profondità del testo era poco più che un’intuizione, poi, anno dopo anno, l’intensità dell’esperienza, la partecipazione dei ragazzi, e le conferme intrinseche al testo stesso e alla “poetica dell’erranza” di Dino Campana, hanno consolidato e dato forma al trekking campaniano.
È dal testo che si fa il nostro passo ed è camminando che si comincia a cercare la poesia: entrando con il corpo e con la mente nella poetica dell’erranza del poeta di Marradi. E dolce mi è sembrato il mio destino fuggitivo al fascino dei lontani miraggi di ventura che ancora arridono dai monti azzurri...
La forza straordinaria dei “Canti orfici” di Dino Campana sta nella sua intima necessità, una verità poetica ed esistenziale che, a distanza di un secolo, ancora oggi ha la forza di spingere ad andare, a camminare negli stessi luoghi dove il poeta ha saputo trasformare in poesia il suo cammino.
Io, poeta notturno vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo… Il trekking notturno Ogni volta l'emozione dei luoghi. Boschi, cieli, notti, i sentieri percorsi, le parole scritte, lette, dette. Nello spazio e poi, a poco a poco, fuori del tempo. Si parla di poesia, si leggono i Canti Orfici alla luce di una torcia. Le prime lucciole sembrano il segno di una notte differente.
Tre giorni di cammino e lettura per un’immersione del corpo e della mente nella poesia dei Canti Orfici
Ho lasciato Castagno: ho salito la Falterona lentamente seguendo il corso del torrente rubesto: ho riposato nella limpidezza angelica dell’alta montagna addolcita di toni cupi per la pioggia recente, ingemmata nel cielo coi contorni nitidi e luminosi che mi facevano sognare davanti alle colline dei quadri antichi. Ho sostato nelle case di Campigna. Son sceso per interminabili valli selvose e deserte con improvvisi sfondi di un paesaggio promesso… Dino Campana, Canti orfici, “La Verna”.
Così conosco una musica dolce nel mio ricordo senza ricordarmene neppure una nota: so che si chiama la partenza o il ritorno…
Son capitato in mezzo a bona gente. La finestra della mia stanza che affronta i venti… Monotona dolcezza della vita patriarcale. Fine del pellegrinaggio. Dino Campana, Canti Orfici, “La Verna”.