Politiche sociali
I nove punti...
Pubblico e privato Welfare mix Marketization/commercializzazione Formule collaborative, cooperative, programmazione negoziale, coprogettazione etc. Logiche trasversali: vedi terzo settore in Italia, modelli regionali di welfare mix Welfare aziendale Rischio di rafforzare le segmentazioni e le diseguaglianze esistenti (Pavolini, Ascoli, Mirabile, 2013): fra aree territoriali, perché meno sviluppate nel sud Italia rispetto al resto del paese; fra settori economici, perché presenti prevalentemente nel terziario avanzato e in quello manifatturiero più forte – tipicamente nella grande impresa - ; fra tipologie di lavoro, in quanto sicuramente meno accessibili da parte di chi ha un’occupazione atipica; fra settori, perché promosse principalmente dal settore privato, molto meno da quello pubblico; fra posizioni lavorative, perché a goderne sono più i lavoratori dipendenti che quelli autonomi (ibidem).
Pubblico e privato Secondo welfare Centralità delle risorse private, per esempio delle fondazioni (bancarie e di comunità). La natura virtuosa dell’interdipendenza fra pubblico e privato non è affatto scontata Occorre che vi sia un soggetto pubblico in grado di svolgere il proprio ruolo facendo valere gli interessi collettivi e convogliando risorse pubbliche e private in strategie adeguate a fronteggiare rischi e problemi sociali senza derogare ai valori fondativi della cittadinanza sociale, ma al contrario rilanciandoli. Responsabilità pubbliche o deresponsabilizzazione pubblica nei confronti di una cittadinanza sociale che in Italia è già fragile
Modello lombardo Mercati sociali – vouchers - libertà di scelta Famiglia – l. 23/1999 Comunità e terzo settore Soggetto pubblico: no erogazione ma regolazione neo-centralismo regionale
Modello lombardo Separazione fra sociale e sanitario, predominanza del sanitario (vedi architettura organizzativa e spesa) Privatizzazione di una parte della sanità Limitata autonomia dei comuni e degli ambiti territoriali Scarso coinvolgimento del terzo settore nelle programmazioni zonali e nelle decisioni
vouchers e budget di cura
LEGGE REGIONALE 12 marzo 2008, n. 3 Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e socio-sanitario. Art. 10. Titoli sociali e socio-sanitari 1. I titoli sociali e socio-sanitari, nell'ambito della programmazione regionale e zonale e ad integrazione dei servizi resi dalla rete, sono volti a sostenere la permanenza a domicilio delle persone in condizioni di disagio e a riconoscere l'impegno diretto delle reti familiari o di solidarieta' nell'assistenza continuativa, nonche' ad agevolare l'esercizio della liberta' di scelta dei cittadini nell'acquisizione di prestazioni sociali e socio-sanitarie. 2. I titoli sociali e socio-sanitari sono rispettivamente rilasciati dai comuni singoli o associati e dalle ASL competenti per territorio. 3. La giunta regionale, previa consultazione dei soggetti di cui all'art. 3, comma 1, lettera a) ed informativa alla competente commissione consiliare, definisce i criteri, le modalita' per la concessione dei titoli sociali e le modalita' di gestione ed erogazione dei titoli socio-sanitari.
Vouchers Titoli di acquisto Interventi di ‘care’ per persone con fragilità (anziani, disabili, ecc.) Concorrenza fra organizzazioni fornitrici di servizi Accreditamento Ruolo regolatore del soggetto pubblico
Vouchers socio-sanitari in Lombardia Assistenza domiciliare persone con problemi di autosufficienza (dal 2002) Obiettivo: alternativa al ricovero in strutture Ruolo delle Aziende Sanitarie Locali: Programmazione, acquisto/accreditamento, controllo Competizione basata su tariffa fissa, le organizzazioni competono per attrarre il consumatore in base alla qualità
Alcuni dati Il valore del voucher socio-sanitario è collegato alla complessità e all'intensità degli interventi di assistenza necessari. Tre livelli di assistenza: 619 euro, 464 euro, 362 euro.
Vouchers in Lombardia La prima sperimentazione fra il 1999 e il 2000 in tre Asl (Milano, Legnano, Monza): assegno di cura per l’assistenza domiciliare di persone anziane con problemi di autosufficienza, finalizzato a evitare il ricovero in strutture residenziali. Nel 2002 due Asl (Monza e Lecco) sperimentano il voucher sociosanitario per l’assistenza domiciliare integrata. Nel 2003 il voucher sociosanitario viene esteso a tutto il territorio lombardo.
Vouchers in Lombardia Il voucher sociosanitario prevede prestazioni domiciliari di tipo medico, riabilitativo e infermieristico per persone in condizioni di fragilità (anziani con problemi di autosufficienza, disabili e minori) che possono accedere senza limiti di età e di reddito. Gli erogatori, pubblici e privati, sono accreditati dalle Asl sulla base di requisiti indicati dalla Regione e remunerati in base a tariffe prefissate.
Vouchers in Lombardia I voucher sociali riguardano anch’essi prevalentemente l’assistenza domiciliare fornita a persone anziane e/o disabili, in misura ridotta a minori, includendo talvolta anche servizi come il trasporto e i pasti. La durata dell’intervento va dalla mensilità all’annualità
Vouchers in Lombardia La richiesta del voucher è presentata dal medico di base all’Asl. La valutazione positiva della domanda sfocia in un Piano di assistenza individualizzato (Pai) e nella scelta da parte del fruitore in merito all’erogatore dell’intervento nell’ambito delle organizzazioni accreditate. Nel caso si sia insoddisfatti del servizio ricevuto, è possibile cambiare fornitore anche ogni mese. Apprezzamento da parte dei fruitori, in particolare in relazione alla maggiore copertura oraria del servizio di assistenza e alla possibilità di differenziare le prestazioni [Pasquinelli e Ielasi, 2006]. Più limitato è l’apprezzamento manifestato nei confronti della libertà di scelta, da molti considerata come un onere aggiuntivo (ibid.).
Vouchers in Lombardia Problemi Selezione dei casi meno ‘attraenti’ Quale coordinamento degli interventi? Quali risorse per la libertà di scelta? Asimmetria informativa Quale libertà: Libertà negativa, non positiva o sostanziale Exit non voice Individuo isolato, come attore di mercato
Vouchers socio-sanitari I criteri di scelta: il caso, la posizione dell’erogatore nella lista o il passa-parola
Vouchers socio-sanitari Il desiderio di autonomia delle famiglie riguarda meno la scelta dell’erogatore e più aspetti quali orari, intensita, durata, professionalita, qualita degli operatori.
Vouchers sociali Dagli intervistati “ emerge un riscontro unanime: quando un anziano si rivolge ai Servizi per richiedere assistenza, la sua priorita non e quella di poter decidere quale cooperativa se ne fara carico bensi quella di ricevere un servizio che funzioni, qualunque sia il fornitore. Se gli viene chiesto d’individuare un erogatore, l’anziano è in difficoltà Quanto ai criteri di scelta, …; la maggioranza indica un nome a caso, oppure si basa sul passaparola, sull’ubicazione della cooperativa o sul consiglio dell’Assistente Sociale.... All’Ente pubblico gli anziani e i familiari chiedono per prima cosa interventi in grado di rispondere alle loro esigenze; in parallelo, chiedono anche di essere consigliati, affiancati e, quando occorre, tutelati dagli operatori dei Servizi. Se questo avviene, la possibilita di scegliere viene ritenuta un elemento positivo in linea di principio, ma non cosi importante nei fatti per ottenere un miglior servizio”. Tidoli Marotta 2011
Ruolo regolativo pubblico. Orientamento minimalistico che fissa abbastanza in basso la soglia per la selezione. Si richiede infatti che il rappresentante legale dell’organizzazione non abbia condanne penali, che la missione sociale sia coerente con le specificità del settore, che il personale sia qualificato, che l’idoneità professionale e organizzativa sia accertata dall’Asl.
Budget?
Budget di cura (progetti terapeutico-riabilitativi individualizzati) Friuli, Campania, Sicilia (dalla fine degli anni 90) Riconvertire la spesa Invertire istituzionalizzazione: ridurre e contrastare ricovero Riabilitazione basata su casa, lavoro, socialità Ruolo delle ASL: governano la misura, coordinando i diversi soggetti Soggetti: ASL, Comuni, Terzo settore, famiglia/utente
Implicano: Integrazione fra sociale e sanitario Progetto individualizzato che dovrebbe diminuire intensità nel tempo Partecipazione dei destinatari/famiglie al progetto Co-progettazione del terzo settore