il concetto di tipicità e Il principio di determinatezza

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Transcript della presentazione:

il concetto di tipicità e Il principio di determinatezza Precisione linguistica della disposizione e prevedibilità della norma non sono la stessa cosa cioè la precisione non basta a garantire la prevedibilità. Qui fare l’esempio della frutta e poi l’accenno ai casi della prostituzione e della violenza sessuale su donna in coma La tipicità è il “convitato di pietra” del manuale:

Come “interpretiamo” una premessa: La frutta… Il tipus (o caso paradigmatico) e il il token (l’occasione) Ripensiamo alla prostituzione e al circolo ermenutico (dal testo al fatto e viceversa). Prostituta da strada (typus), prostituzione virtuale (token?) La differenza tra conocenza tipologca e conoscenza definitoria: l’effetto di tipicità

I due fattori dell’interpretazione il testo (assolutamente essenziale ed ineludibile) il contesto Distinzione tra disposizione e norma e il circolo ermeneutico

(1) Disposizioni precise,ma norme atipiche Art. 580 Istigazione o aiuto al suicidio “Chiunque determina altrui al suicidio o rafforza l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni. Se il suicidio non avviene, è punito con la reclusione da uno a cinque anni sempre che dal tentativo di suicidio derivi una lesione personale grave o gravissima.” Art. 544-bis. Uccisione di animali. Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi. Il 580 pone un problema diverso: la ricerca del calco. Non vi è un solo giudizio di disvalore (cfr. 575 e 579). Fare il parallelo tra 544-bis e 575 (che si vedrà dopo), in teoria, se la prevedibilità derivasse soltanto dai segni linguistici questa norma dobvrebbe essere più prevedibile del 575 (è infatti più precisa).

2) norme imprecise, ma tipiche e quindi (tutto sommato) prevedibili art. 575 Omicidio “Chiunque cagiona la morte di un uomo è punito con la reclusione non inferiore ad anni ventuno” Art. 434. Crollo di costruzioni o altri disastri dolosi. Chiunque, fuori dei casi preveduti dagli articoli precedenti, commette un fatto diretto a cagionare il crollo di una costruzione o di una parte di essa ovvero un altro disastro è punito, se dal fatto deriva pericolo per la pubblica incolumità, con la reclusione da uno a cinque anni. Art. 434 e in generale le fattispecie ad analogia esplicita, quello che è importante fare emergere è il rapporto biunivoco tra disvalore e reato, vedi anche il concetto di uomo nell’omicidio

A) Norme precise, ma atipiche perché falsamente determinate (rischio di analogia) Art. 416-bis. Associazione di tipo mafioso (1) Chiunque fa parte di un'associazione di tipo mafioso formata da tre o più persone, è punito con la reclusione da sette a dodici anni. (…) L'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgano della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sè o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sè o ad altri in occasione di consultazioni elettorali. Art. 416 Associazione per delinquere Quando tre o più persone si associano allo scopo di commettere più delitti, coloro che promuovono o costituiscono od organizzano l'associazione sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da tre a sette anni.

B) Norme precise, ma atipiche perché sovradeterminate (rischio di analogia) Art. 640. Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sè o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032. Art. 640 ter Chiunque, alterando in qualsiasi modo il funzionamento di un sistema informatico o telematico o intervenendo senza diritto con qualsiasi modalità su dati, informazioni o programmi contenuti in un sistema informatico o telematico o ad esso pertinenti, procura a sè o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032.

Segue B) Norme precise, ma atipiche perché sovradeterminate (rischio di analogia) Il problema della corruzione sistemica e il requisito “dell’atto” Art. 319. Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio. (nella precedente formulazione) Il pubblico ufficiale che, per omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio, ovvero per compiere o per aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio, riceve, per sè o per un terzo, denaro od altra utilità, o ne accetta la promessa, è punito con la reclusione da due a cinque anni.

C) Norme precise, ma atipiche perché sottodeterminate (rischio di analogia) art. 414.Istigazione a delinquere. Chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o più reati è punito, per il solo fatto dell'istigazione: 1) con la reclusione da uno a cinque anni, se trattasi di istigazione a commettere delitti; (…) Alla pena stabilita del n. 1 soggiace anche chi pubblicamente fa l'apologia di uno o più delitti. Art 415 Istigazione a disobbedire alle leggi. Chiunque pubblicamente istiga alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico, ovvero all'odio fra le classi sociali, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.

Altri esempi di sovradeterminazione L’art. 630 c.p. e i c.d. microsequestri L’art. 73 DPR 309 del 1990 e la coltivazione di una piantina di marijuana sul balcone L’art. 572 c.p. e il c.d. “mobbing”

Cosa fonda la tipicità? Il disvalore del reato. I nuclei di disvalore del reato: Disvalore di azione Disvalore di evento Disvalore di intenzione Disvalore di personalità Concetto di quota criminale: in primis il bene giuridico, poi i nuclei: viene meno uno, salgono gli altri, per esigenze di legittimazione complessiva. A cosa servono? Danno la tipicità, fanno vedere i punti su cui si gioca la partita: l’essenzalità, (accennare al tentativo e dolo eventuale; al colposo, all’omissivo)