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I biofisici molecolari studiano le basi molecolari di processi come la conversione enzimatica, il trasporto di ioni, il legame con altre molecole e le transizioni conformazionali di proteine, acidi nucleici ed altre macromolecole che controllano le reazioni che avvengono in sistemi biologici. Poiché i sistemi biologici sono molto complicati e coinvolgono molte molecole che interagiscono fortemente, un’analisi termodinamica completa sarebbe molto difficile, ma indicazioni utili possono venire anche dall’analisi di sistemi semplici. ELEMENTI DI TERMODINAMICA

La relazione tra la costante di equilibrio e la differenza di energia libera standard di un processo è data da: e da questa equazione si vede qual è l’importanza delle interazioni deboli, piccole variazioni di  G o si riflettono in grandi variazioni di K. Consideriamo una transizione unimolecolare dallo stato N allo stato U, dove N potrebbe essere la forma nativa di una proteina ed U la sua forma denaturata, oppure N potrebbe rappresentare una forma elicoidale auto-complementare con associazione di basi di un polinucleotide ed U la forma a gomitolo statistico dissociata.

Si vede subito che una variazione di  G o di 6RT (che corrisponde a pochi legami idrogeno oppure a poche interazioni idrofobiche) porta la frazione dello stato denaturato dal 5% al 95%. 

Proprietà misurabili come l’assorbimento della radiazione elettromagnetica, l’intensità di fluorescenza e l’ellitticità del dicroismo circolare sono spesso linearmente proporzionali alla concentrazione.

Da cui  : Deve essere sottolineato che questo trattamento assume che si prendano in considerazione solo gli stati N ed a U e cioè che la transizione sia a due stadi. Questa è un’assunzione molto comune in biochimica, ma deve essere controllata attentamente per ogni caso particolare poiché non sempre è vera. Per una transizione di una proteina da N ad U:

In molti casi, invece di K si misura direttamente l’avanzamento frazionario di una reazione, . Per determinare K dal valore di , è necessario conoscere n, il numero di molecole coinvolte nella reazione. Nell’esempio della proteina, se si considera la denaturazione si ha n = 1, per la dimerizzazione n = 2, per la formazione di tetrameri n = 4, ecc. Per gli acidi nucleici, se si considera la denaturazione di un “hairpin” intramolecolare n = 1, la denaturazione di una doppia elica n = 2, la denaturazione di un triplex n = 3, ecc. E’ possibile ricavare i parametri termodinamici a partire da n e dalla dipendenza di  dalla temperatura. Tuttavia bisogna distinguere fra reagenti identici o non-identici.

oligonucleotidi auto-complementari oligomeri proteici formati da sub-unità identiche danno luogo alla reazione n A  A n Consideriamo la frazione  di catene A nello stato A n e la concentrazione totale di catene C T L’espressione dell’equilibrio è: REAGENTI IDENTICI

Alla temperatura di metà reazione T m dove  = 1/2, allora si ha: permette di determinare il valore di K a partire dalla concentrazione totale in monomeri nel punto di mezzo del processo. L’equazione di van't Hoff può essere ottenuta in funzione di  ( = cost):

Valutando la pendenza di  in funzione di 1/T nel punto di mezzo del processo: Il valore numerico di (2 + 2 n) è 4 per un processo unimolecolare, 6 per la dimerizzazione, ecc.

REAGENTI NON IDENTICI Processo con n catene non-identiche, ciascuna alla concentrazione molare C T /n : A 1 +A 2 +A 3 +…A n  A 1 A 2 A 3 …A n si ha: Questa equazione è diversa da quella relativa a catene identiche, ma la dipendenza da  è la stessa e quindi l’espressione del  H vHoff ricavata sopra vale ugualmente.