Nessuno e ne cosa mi potranno mai convincere che quella linea all’orizzonte così perfetta sia stata creata da mani d’uomo. Unisce il cielo al mare, così come i miei pensieri al grande infinito.
Il mondo materiale grazie a lei si unisce a ciò che non finisce, lo dico ancora una volta.
L’occhio dell’uomo guarda più in là, vuole trovare quell’infinito che sente, ma non riesce a possedere a nessun costo,
Certo, il nostro non parlare guardando la linea dell’orizzonte ci aiuterà a trovare gioia e speranza, se non ad assaggiarne appena nell’intimo della propria anima, quelle poche briciole negli attimi di personale silenzio.
anche se per ora siamo solo spettatori in un mare infinito. Navighiamo contro voglia e controcorrente.
L’uomo sapiente guarda il cielo,
si riconosce come suo figlio, crede che il sole non possa scomparire, anche se quelle nubi avanzano minacciose.
Il sole c’è sempre, proprio là oltre all’orizzonte pronto a scaldarci con i suoi raggi
e a darci conforto e vita nonostante l’inverno.
elaborazione: testo di Marco Pellacani, disabile dalla nascita PROGETTO POHA il primo club virtuale di scrittori con handicap