Mentalità e religiosità nell’XI secolo Unità 1 Capitolo 3 Mentalità e religiosità nell’XI secolo
3.1 Il monachesimo benedettino e l’abbazia di Cluny Inizialmente i monaci erano coloro che cercavano una nuova forma di esperienza religiosa, vivendo nel deserto in solitudine. Il deserto rappresentava per loro l’opposto della città, simbolo di tentazione e peccato; In secondo luogo, essi cominciarono ad aggregarsi in comunità sedentarie, con a capo un’autorità religiosa che fissava regole precise. Nel 529 san Benedetto da Norcia fonda l’abbazia di Montecassino.
Nel 909 venne fondata un’altra importante abbazia, l’abbazia di Cluny. Le differenze sostanziali tra Cluny e Montecassino sono principalmente le seguenti: A Montecassino il monaco doveva occupare un determinato numero di ore al lavoro manuale, mentre a Cluny il monaco doveva solamente pregare; A Montecassino i monaci erano laici, a Cluny tutti i monaci ricevevano l’ordinazione sacerdotale.
Perciò a Cluny, essendo centrale l’attività della preghiera, fiorirono le messe in “suffragio” delle anime in purificazione. Significa che grazie a queste messe le preghiere dei vivi abbreviavano la durata delle sofferenze delle anime dei morti. (Essendo le messe a pagamento, e avendo acquistato col tempo una maggiore notorietà, le abbazie man mano diventarono sempre più ricche e potenti)
3.2 La presenza del divino nella storia Perché i monaci decidevano di ritirarsi nei monasteri? Soprattutto per due motivi: evitare di cadere nel peccato della violenza e della superbia praticando l’esercizio del potere e della guerra, e rifiutare il peccato della lussuria rinunciando (teoricamente) all’esercizio della sessualità. Dunque i monaci si concentravano sulla preghiera e sullo studio, in modo tale che i monasteri divennero veri e propri centri di cultura dell’epoca.
Spesso i monaci si dedicavano alla storiografia, ma in un modo particolare: il compito del cronista era quello di mostrare i chiari segni di Dio presenti nella storia, per svelare all’uomo quale fosse la volontà divina. Alcuni cronisti dell’epoca avevano perfino profetizzato l’avvento della fine del mondo in corrispondenza delle incursioni degli ungari e dei normanni (a cavallo dell’anno mille). Ciò ebbe un riscontro poco significativo tra la popolazione, costituita soprattutto da contadini analfabeti e mal cristianizzati.
3.3 La pace di Dio Durante le invasioni e le carestie dell’XI secolo i fedeli credettero di ricevere punizioni divine contro i peccati dell’uomo. Ciò suscitò un grande fervore religioso tra essi che, a loro volta, cercarono di purificarsi tramite penitenze. Fu in questo momento di che gli ecclesiastici stilarono la Pace di Dio.
Questa nuova “legge morale” proibiva ai guerrieri di razziare e derubare luoghi sacri e persone; inoltre vietava i combattimenti nei giorni dal mercoledì sera fino al lunedì (passione e resurrezione di Cristo). L’importanza di questo tentativo di riappacificazione, che non ebbe risultati concreti, sta nel fatto che la Chiesa cominciò da questo momento ad imporsi sulla politica e a subordinare a sé l’autorità temporale.
3.4 Penitenze, pellegrinaggio e desiderio di purificazione Il popolo, avendo conosciuto lo stile di vita semplice e puro dei monaci di Cluny, esigette che anche gli altri uomini di chiesa rispettassero il celibato ecclesiastico (molti sacerdoti avevano moglie e figli, nonostante fosse proibito) e rinnegassero la simonia (vescovi e preti venivano eletti da potenti in cambio di danaro). Da qui nacquero rivolte e discordie tra popolo e Chiesa.
In questo contesto di penitenza generale, i credenti poterono purificarsi anche con la pratica del pellegrinaggio. Il pellegrinaggio era orientato verso i luoghi in cui erano custoditi reliquie e testimonianze di Gesù, degli apostoli e dei santi. Le principali mete erano tre: Santiago di Compostela (San Giacomo); Roma (Santi Pietro e Paolo); Gerusalemme.
RIFERIMENTI STORIOGRAFICI Approfondimento su: Caratteri fondamentali del feudalesimo. Signore Dona un feudo al Vassallo In cambio di alcuni servizi al