AMORE E MORTE Il mito di Orfeo ed Euridice negli autori latini e nella letteratura italiana
Orfeo ed Euridice
Riassunto Orfeo era, secondo la mitologia, poeta e musico di eccezionale talento, figlio del dio Apollo e della musa Calliope. Quando suonava la lira incantava non solo gli uomini, ma anche gli animali e la natura in genere. Euridice era la sua giovane e bellissima sposa, che un giorno, correndo per sfuggire ad un tentativo di violenza da parte del pastore Aristeo, inavvertitamente mise il piede sopra un serpente velenoso. Questo le diede un morso che per lei fu fatale. Euridice, infatti, morì e scese nell’Averno, ch’era per gli antichi il regno dei morti.
Orfeo provò un dolore immenso per questo tragico evento e, non riuscendo a trovare consolazione, ebbe l’ardire di recarsi nell’Oltretomba per tentare di riportare in vita la sua dolcissima sposa. Con il suo canto riuscì ad ammansire le creature del regno dei morti finché non giunse innanzi a Proserpina e agli dei. Quando vide che anch’essi erano incantati dalla dolcezza della sua voce e della sua musica, Orfeo chiese la restituzione di Euridice. Proserpina, commossa, acconsentì, a condizione che egli, precedendo la sposa nella via del ritorno, sapesse resistere alla tentazione di voltarsi indietro per guardarla. Orfeo accettò, convinto che fosse facile rispettare quella condizione. Tuttavia quando fu vicino alla luce del sole, per il timore che la sposa non lo seguisse più e per il forte desiderio di guardarla in viso, si voltò e in quel preciso istante una forza misteriosa risucchiò Euridice, che scomparve per sempre.
Orfeo ed Euridice nelle “Metamorfosi” di Ovidio Ovidio nel suo racconto, conclude dicendo che Orfeo muore ucciso dalle baccanti e si ricongiunge a Euridice nella morte.
Orfeo ed Euridice nelle “Georgiche” di Virgilio Virgilio invece conclude il racconto dicendo che Orfeo muore ucciso dalle baccanti soffermandosi però più sul canto della natura che continua oltre la morte e che, di conseguenza, nemmeno Orfeo muore.
Differenze tra Ovidio e Virgilio In Ovidio rispetto a Virgilio, la trasgressione d’amore di Orfeo non suscita i rimproveri di Euridice, ben consapevole della forza dell’amore per cui “Amor vicit ” (l’amore vinse). Ma la differenza principale è che in Ovidio, per convincere le divinità dell’Ade a concedere il ritorno alla vita di Euridice, Orfeo tiene un lungo discorso in cui disegna la tragicità della vita umana in totale potere delle divinità.
Orfeo ed Euridice nella letteratura italiana Nella letteratura moderna italiana, esistono diverse versioni di questo mito. Nelle opere di Pavese (1908-1950) e Bufalino (1920-1996) Orfeo si volta appositamente a guardare Euridice perché se l’avesse riavuta indietro avrebbe smesso di cantare e ammaliare tutti in quanto non avrebbe più avuto la sua ispirazione.
In “Lei dunque capirà” di Claudio Magris; Il mito di Orfeo e Euridice viene ripreso anche nelle Cosmicomiche (1984) di Calvino; In “Lei dunque capirà” di Claudio Magris; Nella canzone “Orfeo e Euridice” di Roberto Vecchioni.
Lavoro eseguito da: Batani Camilla Battistini Fabiola Boschetti Giulia Denicolò Maria Vittoria Quadalti Genny