«Il Signore veglia sul cammino dei giusti dice 11 salmo primo, che apre il libro del Salterio, che parla delle due vie, delle due possibilità opposte che ogni essere umano ha di vivere: o secondo Dio o contro Dio. Possiamo portare nel cuore questa certezza espressa alla fine del salmo, ma anche vedere come il giusto cammini. In un crescendo di immagini, espresse nei versetti iniziali, è detto che il giusto «non segue il consiglio degli empi», cioè non ascolta i suggerimenti del peccato, ma anche non “indugia” sulla sua via, non si sofferma su quello che può essere male per non finire, poi, a sedersi con gli stolti.
Il male si insinua nella vita in maniera subdola prima come pensiero, poi come via nuova da seguire, fino a invitarci al suo banchetto. Il giusto è colui che, in questo percorso di avvicinamento al male, fugge compiacendosi della legge di Dio, evita con cura il peccato rifugiandosi nella parola di Dio. Credere che il Signore veglia sul nostro cammino è farci attenti alla strada che egli ci indica. È scoprire con gioia che Dio veglia, non sorveglia. Che egli non si accontenta di conoscere, ma vuole anche custodire la nostra vita.
Sono sempre più numerosi i cristiani che usano pregare con i salmi. Questi possono diventare i compagni di viaggio importanti nel cammino della vita. Essi sono, infatti, una vera scuola di preghiera e con i loro generi letterari sanno abbracciare tutte le situazioni e le dimensioni dell’esistenza. Soffermarci su qualche versetto può diventare un modo per costruirci una sorta di “prontuario” da serbare nel cuore per la varie occasioni, una riserva a portata di mano per far riposare in Dio il nostro pensiero.