Cenni sulle origini della festa e su alcune maschere italiane
Le origini del carnevale sono religiose e si collegano direttamente alla Pasqua, che cade sempre la domenica dopo il primo plenilunio di primavera. Dalla Pasqua si sottraggono 6 settimane di cui 5 sono di quaresima e la settimana precedente ad essa si festeggia il carnevale.
Il significato di carnevale è togliere la carne dalla dieta durante il periodo della quaresima che inizia il giorno delle ceneri. LE MASCHERE Le origini sono incerte, forse sono esistite da sempre. Cinquecento anni fa gli attori della Commedia dell’Arte crearono le maschere-personaggio che impersonavano un carattere fisso, diverse nelle varie città italiane.
Arlecchino (Bergamo) Servo balordo e opportunista, abilissimo a scansare il lavoro
Brighella (Bergamo alta) Degno compagno di Arlecchino, ma la prontezza che il primo ha nelle gambe lui ce l’ha nella mente, per escogitare inganni e preparare trappole. E’ un intrigante senza scrupoli.
Il dottor Balanzone (Bologna) Prodigo di consigli non richiesti, usa il dialetto bolognese infarcito di dotte citazioni anche in latino maccheronico; E parla, parla…
Stenterello (Firenze) E’ un vero acrobata della frase ma, nonostante dica spesso cattiverie, con l’astuzia riesce a diventare anche tenero e simpatico.
Gianduia (Torino) Da semplice contadino in origine divenne, col tempo, un ricco gentiluomo; si muove con eleganza, ama lo scherzo e i piaceri della vita; mette in burletta gli avversari, ma ha un carattere gentile e sincero.
Meneghino (Milano) Eroico, generoso, sbrigativo, non sa stare senza far nulla. Ama la buona tavola e davanti a una fetta di panettone si commuove, non solo perché è goloso, ma perché gli ricorda “il me Domm”
Pulcinella (Atella) E’ lo spirito genuino fatto di arguzia, spontaneità e generosità. E’ un servo furbo e poltrone, sempre affamato e adattabile; è un simpatico, estroso mattacchione che non sa starsene zitto. Si dice segreto di Pulcinella per dire qualcosa che tutti sanno.
Rugantino (Roma) E’ un fanfarone contaballe che rischia e paga di persona. E’ il classico bullo romano che ruga, ovvero brontola, borbotta come una pentola che ribolle. Il suo motto: meglio perdere un amico che una buona risposta.
Meo Patacca (Roma) Impersona il coraggio e la spavalderia; trasteverino, manesco, spiritoso e insolente ma generoso e di animo aperto
Pantalone (Venezia) Pantalone è un vecchio mercante, di grande abilità negli affari, al punto da sacrificare la felicità dei figli pur di combinare un buon matrimonio. Il detto paga sempre Pantalone risale al 1797: Napoleone cedette Venezia all’Austria costringendo i veneziani a pagare, per di più, anche le spese di guerra.
Musica: “Magica melodia” – Allegro