La politica di coesione: opportunità e risorse per gli investimenti dei Comuni Area Mezzogiorno e Politica di coesione territoriale (ANCI) Dipartimento.

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Transcript della presentazione:

La politica di coesione: opportunità e risorse per gli investimenti dei Comuni Area Mezzogiorno e Politica di coesione territoriale (ANCI) Dipartimento Fondi europei ed investimenti territoriali (IFEL) Palermo, 23 febbraio 2015

Indice Assetto normativo Quadro finanziario Architettura programmatica Ruolo dei Comuni La politica territoriale regionale I fondi «diretti»

Assetto normativo

Finanza pubblica in IT «cantiere aperto», difficoltà di programmazione dei bilanci, brusco calo investimenti fissi lordi, «sommovimento» delle entrate locali attraverso la politica di coesione europea (art 174, Trattato sul funzionamento dell’Unione europea) si lavora: “per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale al suo interno … a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo delle regioni meno favorite …» Messi a disposizione dei Paesi 28 Paesi UE (277 Regioni): a) un budget settennale b) un pacchetto di norme per orientare l’azione c) una cornice programmatica entro la quale definire obiettivi e risultati attesi Politica di coesione, crisi, rilancio

5 Il c.d. Pacchetto di Regolamenti per il ciclo è stato approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio il 17 dicembre 2013 ( ATTI LEGISLATIVI 1) Regolamento (UE) n. 1303/2013 Disposizioni comuni (+ Dichiarazioni aggiuntive della Commissione) 2) Regolamento (UE) n. 1301/2013 – FESR (+ Dichiarazioni aggiuntive della Commissione) 3) Regolamento (UE) n. 1304/2013 – FSE 4) Regolamento (UE) n. 1299/2013 – ETC 5) Regolamento (UE) n. 1302/2013 – GECT REGOLAMENTI DI ESECUZIONE 1) Regolamento (UE) n. 1311/2014 2) Regolamento (UE) n. 964/2014 3) Regolamento (UE) n. 821/2014 4) Regolamento (UE) n. 288/2014 5) Regolamento (UE) n. 184/2014 6) Regolamento (UE) n. 215/2014 7) Regolamento (UE) n. 1232/2014 EXTRA-COESIONE 1) Regolamento (UE) n. 1300/ Fondo di coesione ( non rilevante ) 2) Regolamento (UE) n. 1305/2013 – FEARS 3) Regolamento (UE) n. 508/2014 -FEAMP

Quadro finanziario

Altre politiche ( agricoltura, ricerca, politiche estera, ecc.) 66% 634,839 mld di euro € 634,839 mld di euro

8 All’interno dell’Obiettivo "Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione" l'articolazione delle risorse finanziarie destinate alla Politica di coesione, anche nel , è differenziata in relazione a 3 differenti categorie di regioni regioni meno sviluppate (con un PIL pro capite inferiore al 75% della media comunitaria) regioni in transizione (con un PIL pro capite compreso tra il 75% ed il 90% della media comunitaria) regioni più sviluppate (con un PIL pro capite superiore al 90% della media comunitaria)

9 Fra i diversi Fondi Strutturali le risorse attribuite all’IT sono così allocate: FESR (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale ): ,1 mln di euro FSE (Fondo Sociale Europeo): ,7 mln di euro FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale): ,7 mln di euro FEAMP (Fondo europeo per gli Affari marittimi e la pesca): 547 milioni di euro  Cooperazione territoriale: 1,1 miliardo di euro  Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile: 567,5 milioni di euro Per l’Italia, il totale generale di Fondi strutturali UE destinati alle Politiche di coesione ammonta a ,4 milioni di euro, quota comprensiva anche delle risorse del FEARS (Fondo europeo per lo sviluppo rurale). Oltre alle risorse dei Fondi strutturali, il quadro finanziario complessivo Italia sarà composto da:  quota di cofinanziamento nazionale, a valere sulle risorse del Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie  dal rifinanziamento del Fondo di sviluppo e coesione (FSC)

10 Il c.d. Fondo di rotazione (Legge n. 183/87) provvede ad assicurare la quota di cofinanziamento nazionale dei programmi dell’Unione europea. La legge di stabilità 2015 conferma uno stanziamento di circa 24 miliardi di euro di quota di compartecipazione nazionale. Il CIPE, nella riunione del 26 febbraio 2015, ha approvato il seguente quadro finanziario nazionale a sostegno della programmazione comunitaria fondi strutturali UE FESR e FSE pari a milioni cofinanziamento nazionale in senso stretto si attesterà a milioni per un totale di programmazione di milioni euro (61,2% a carico dei fondi UE, 38,8% dei fondi nazionali) al netto di FEASR

11 La Legge di Stabilità 2014 ha determinato in 54,810 miliardi di euro la dotazione aggiuntiva del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) per il periodo di programmazione , disponendo l’iscrizione in bilancio per l’80 per cento di tale importo, pari a 43,848 miliardi di euro. Nel corso del 2014 alcune disposizioni normative recate da diversi decreti legge hanno ridotto tale importo, per un totale di circa 4,73 miliardi di euro, per assicurare la copertura di misure per il riavvio della realizzazione di grandi opere infrastrutturali e per il rilancio della crescita, anche attraverso il sostegno, con il credito di imposta, degli investimenti in beni strumentali delle aziende. La Legge di stabilità 2015 conferma la dotazione e le pre-allocazioni del Fondo per lo sviluppo e la coesione per il , di cui l’ 80% in favore del Mezzogiorno. TOTALE ITALIA PER POLITICA DI COESIONE: milioni euro + 54,810 miliardi di euro + FEASR

Architettura programmatica

13 Le Strategie di sviluppo territoriale di ciascuno Stato membro sono declinate, sulla base degli orientamenti e delle regole contenuti nel Quadro Strategico Comune e nei Regolamenti comunitari : nell’ Accordo di Partenariato, che definisce cornice strategica generale della politica di coesione (obiettivi tematici, risultati attesi, priorità e metodi di intervento); nei Programmi Operativi, che declinano programmaticamente la strategia e assicurano un approccio integrato nell’utilizzo dei Fondi. Ogni Stato membro ha la facoltà di scegliere il livello di PO (nazionale, regionale, interregionale) appropriato alla policy. In Italia abbiamo attivato: 11 PROGRAMI OPERATIVI NAZIONALI (FESR, FSE) 3 PROGRAMMI NAZIONALI SVILUPPO RURALE E PESCA (FEASR, FEAMP) 40 PROGRAMMI OPERATIVI REGIONALI (FESR,FSE) 21 PROGRAMMI REGIONALI DI SVILUPPO RURALE (FEASR) 19 PROGRAMMI DI COOPERAZIONE TERRITORIALE

14 Sulla base dell’approccio basato sulla «Concentrazione tematica», il Regolamento generale stabilisce 11 Obiettivi tematici (OT) comuni a tutti i Fondi, in base ai quali gli Stati membri dovranno declinare gli interventi cofinanziati dai fondi strutturali: 1. Ricerca e innovazione 2. Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) 3. Competitività delle Piccole e Medie Imprese (PMI) 4. Transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio 5. Adattamento ai cambiamenti climatici e prevenzione e gestione dei rischi 6. Tutela dell’ambiente ed efficienza delle risorse 7. Trasporto sostenibile e rimozione delle strozzature nelle principali infrastrutture di rete 8. Occupazione e sostegno alla mobilità dei lavoratori 9. Inclusione sociale e lotta alla povertà 10. Istruzione, competenze e apprendimento permanente 11. Potenziamento della capacità istituzionale e amministrazioni pubbliche efficienti Per costruire un’Europa intelligente, sostenibile e inclusiva

15 Il FESR mira a consolidare la coesione economica e sociale dell'Unione europea correggendo gli squilibri fra le regioni, con investimenti in favore della crescita e dell’occupazione. Il FESR concentra gli investimenti su diverse aree prioritarie chiave, secondo l’approccio descritto della «concentrazione tematica»: innovazione e ricerca agenda digitale sostegno alle piccole e medie imprese (PMI) economia a basse emissioni di carbonio Nelle Regioni meno sviluppate, almeno l’80% del FESR deve essere destinato a 2 o più di questi 4 OT; di questo 80% almeno il 20% delle risorse deve essere destinato alla transizione verso una economia a basse emissioni di carbonio (OT 4). Nelle Regioni meno sviluppate, almeno il 50% del FESR deve essere destinato a 2 o più di questi 4 OT; di questo 50% almeno il 12% delle risorse deve essere destinato alla transizione verso una economia a basse emissioni di carbonio (OT 4).

16 Il FSE investe sulle persone, riservando speciale attenzione al miglioramento delle opportunità di formazione e occupazione in tutta l'Unione europea. Ulteriore obiettivo FSE è avvantaggiare le persone in condizioni di maggiore vulnerabilità e a rischio di povertà. Il FSE si concentrerà su 4 obiettivi tematici della Politica di coesione: la promozione dell'occupazione e il sostegno alla mobilità dei lavoratori; la promozione dell'inclusione sociale e la lotta contro la povertà; l'investimento in istruzione, competenze e apprendimento permanente; il miglioramento della capacità istituzionale e l'efficienza dell'amministrazione pubblica. Almeno il 20% delle risorse FSE in ogni Stato membro dedicate all’obiettivo tematico “promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà” (OT 9)

17 1. PON Inclusione sociale (FSE): € PON Sistemi di politiche attive per l’occupazione (FSE): € PON Occupazione Giovani (FSE): € PON Scuola Competenze e Ambienti per l’apprendimento (FESR/FSE): € PON Governance e Capacità istituzionale (FESR/FSE): € PON Città metropolitane (FESR/FSE): € , 14 Città metropolitane 7. PON Imprese e Competitività (FESR): € , Reg. in transizione e meno sviluppate 8. PON Ricerca e Innovazione (FESR/FSE): € , Reg. in transizione e meno sviluppate 9. PON Legalità (FESR/FSE): € , Regioni meno sviluppate 10. PON Cultura e Sviluppo (FESR): € , Regioni meno sviluppate 11. PON Infrastrutture e Reti (FESR): € Regioni meno sviluppate

Cooperazione territoriale europea (INTERREG V) 8 di cooperazione transfrontaliera: Italia-Francia marittimo, Italia-Francia Alcotra, Italia- Svizzera, Italia-Austria, Italia-Slovenia, Italia-Croazia, Grecia-Italia, Italia-Malta 3programmi di cooperazione transfrontaliera esterna co-finanziati da FESR e IPA ( Italia- Albania-Montenegro ) e da FESR e ENI (I talia-Tunisia, Mediterranean Sea Basin ) 4 di cooperazione transnazionale: Central Europe, Med, Alpine Space, Adriatic-Ionian In attuazione dell ’ obiettivo generale CTE per il periodo di programmazione , l ’ Italia avr à a disposizione risorse per un totale pari a 1.136,8 milioni di euro per la partecipazione a 15 programmi di cooperazione transfrontaliera* (cofinanzianti da FESR + IPA e ENI) e transnazionale (cofinanziati dal FESR + IPA) di cui: L’Italia partecipa anche a 4 Programmi di cooperazione interregionale (cofinanziati dal FESR) che coinvolgono tutti i 28 Stati membri dell’UE, Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein 4 programmi di cooperazione interregionale : INTERACT III, INTERREG Europe, URBACT III, ESPON 2020.

Ruolo dei Comuni

Per ogni POR FESR quante risorse sono assegnate ai comuni? Fonte: elaborazione IFEL-Dipartimento Studi Economia Territoriale su dati OpenCoesione aggiornati al 28/02/2015 Figura 2 Percentuale di costi POR FESR in capo ai comuni, per Programma

21 I Comuni sono tra i principali protagonisti della politica di coesione (dimensione territoriale). Con diverso grado di coinvolgimento e responsabilità concorrono all’attuazione degli interventi: a)a titolo di beneficiari oppure b) come soggetti attuatori/organismi intermedi. Le modalità di coinvolgimento dei Comuni (individuati con avvisi concorrenziali o atti di programmazione), si stabiliscono in rapporto alle diverse «tipologie» dimensionali e funzionali di enti:  Città metropolitane : Programma nazionale dedicato  Città medie “titolari di importanti funzioni urbane”: Asse dedicato allo sviluppo urbano nella gran parte dei Programmi Operativi regionali FESR, ovvero riserva dedicata all’interno degli OT con applicazione dell’ITI  Comuni di minori dimensioni : Strategia Aree Interne attuata all’interno dei PO regionali - eventualmente attraverso “progetti pilota”- con applicazione del CLLD o dell’ITI oppure attraverso Asse dedicato

22 Il Regolamento generale sui Fondi strutturali sostiene lo sviluppo sostenibile attraverso strategie che prevedano azioni integrate per lo sviluppo territoriale delle zone urbane, delle zone rurali, costiere e di pesca e delle zone con caratteristiche territoriali particolari, per far fronte alle sfide economiche, ambientali e sociali. Il regolamento FESR prevede che almeno il 5% del fondo sia destinato ad interventi integrati nelle città di sviluppo urbano sostenibile. I PO devono contenere, fra l’altro, le disposizioni di attuazione per le Strategie di sviluppo locale e ne stabiliscono la dotazione finanziaria ( “Sviluppo territoriale” - capo III del Regolamento generale) Tali Strategie possono essere attuate attraverso: 1.Strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo ( artt. 32 e ss. Reg. gen. ) 2.Investimenti integrati territoriali ( art.36 e ss. Reg. gen. ) 3.Azioni integrate di sviluppo urbano ( art. 7 Reg. FESR ) 4.Patti territoriali per l’occupazione co-finanziati da FSE ( art. 12 Reg. FSE )

23 Due le principali declinazioni della dimensione territoriale della Politica di coesione , nel quadro dell’AdP e dei PO (nazionali e regionali): Agenda urbana : a fronte di un utilizzo appropriato dei Fondi comunitari che possa stimolare un’efficace sintesi tra investimenti aggiuntivi e politiche ordinarie, è anche necessaria una cornice di riforme politico-amministrative ed organizzative per dare veste istituzionale adeguata alle politiche per le aree urbane. Strategia Aree interne : l'Italia, già nel Piano Nazionale di Riforma (PNR), aveva adottato la “Strategia nazionale Aree interne” per contrastare la caduta demografica e rilanciare lo sviluppo e i servizi di queste aree, attraverso fondi ordinari della Legge di Stabilità e fondi comunitari. Si tratta di aree distanti da grandi centri di agglomerazione e di servizio e con traiettorie di sviluppo instabili, ma tuttavia dotata di risorse che mancano alle aree centrali e con forte potenziale di attrazione.

La maggior parte delle Regioni italiane ha previsto nel PO FESR un Asse dedicato specificamente allo “Sviluppo urbano” o l’attivazione di piani integrati di area vasta dedicati alle aree urbane. Lo sviluppo urbano nella programmazione operativa nelle regioni italiane Valore percentuale dello “Sviluppo urbano” sul totale complessivo delle risorse finanziarie destinate ai POR* Valore fissato per sviluppo urbano art.7 reg. CE 1301\2013 (FESR) 5% reg. CE 1304\2013 (FSE) 20% per inclusione (*) elaborazioni a cura del Dipartimento Fondi europei e investimenti territoriali - IFEL

La politica territoriale regionale

26

27 DOTAZIONE FINANZIARIA «sviluppo urbano» € di risorse FESR, oltre alla quota di cofinanziamento nazionale che è pari al 33% del valore totale degli investimenti. Il 20% della dotazione finanziaria degli ITI urbani sarà ripartito in quote pari tra le città eleggibili, il restante 80% sulla base di un indicatore composito popolazione (70%)/territorio (30%). GOVERNANCE (8-10 IT) 4 ITI nelle città con popolazione residente > ab. (Palermo, Catania, Messina, Siracusa); l’Autorità Urbana è individuata nell’amministrazione comunale [le città eleggibili della classe cintura (Bagheria, Acireale) saranno aggregate all’AU dei Poli metropolitani di riferimento]. 2 ITI (2 AU) nei 2 poli del sistema centro-meridionale [1) Città contermini di Caltanissetta ed Enna; 2) Città di Agrigento]; 1 o 2 ITI (1 o 2 AU) in ciascuno dei 2 restanti sistemi policentrici [ 1) sistema occidentale: Trapani/Erice (da considerarsi un unico polo), Marsala, Mazara del Vallo, Castelvetrano; 2) sistema sud–orientale: Gela, Vittoria, Ragusa, Modica]; gli ITI dovranno essere costituiti da almeno due città eleggibili che insieme raggiungano una popolazione residente > ab.

28 AREE PROGETTO Per l’attuazione della Strategia aree interne sono state individuate 5 Aree progetto, da attivare attraverso ITI, con risorse a carico del POR FESR (integrate da risorse FSE) : a)“Terre Sicane”; b)“Calatino”; c)“Nebrodi”; d)“Madonie”; e)Simeto-Etna. Per l’attuazione della SNAI sono state individuate: quale area progetto prototipo da candidare alla SNAI l’Area Madonie; quale area sperimentale di rilevanza nazionale l’Area Simeto-Etna, nella programmazione ; ITI AREE INTERNE 1 ITI sull’area progetto sperimentale nazionale, 4 ITI sui territori selezionati a livello regionale. Ciascun ITI AI, nello specifico, dovrà costruire la propria strategia e conseguente AT in ottica di concentrazione tematica, con proposte ricadenti in non più di tre di 6 temi: a) tutela del territorio e comunità locali; b) valorizzazione delle risorse naturali/culturali e del turismo sostenibile; c) sistemi agroalimentari e sviluppo locale; d) risparmio energetico; f) filiere locali di energia rinnovabile; g) saper fare e artigianato (es. Tutela del territorio/Valorizzazione delle risorse naturali, culturali e del turismo sostenibile/Saper fare e artigianato).

29 Gli interventi che daranno corpo alla strategia regionale delle AI saranno conseguiti 1.con risorse della politica ordinaria per l’adeguamento dei servizi essenziali (SNAI), 2.con risorse straordinarie attraverso ITI a valere sui fondi loro destinati dai POR FESR ed FSE, 3.attraverso CLLD a valere sul FEASR per gli interventi per lo sviluppo locale e, laddove possibile, per la riduzione del gap dei servizi essenziali.* *L’AdG del PO contribuirà infatti alla realizzazione delle strategie delle restanti AI siciliane non soggette ad ITI, attraverso la partecipazione del CLLD plurifondo (lo strumento di programmazione integrata del PSR per lo sviluppo rurale – Fondo FEASR). Infatti, le aree interne della Sicilia, nell’accezione strutturale di tale definizione, comprendono un ulteriore 38% della popolazione regionale (rispetto alle c.d. aree progetto), residente in circa due terzi dei Comuni, quasi totalmente costituiti da territori rurali intermedi (zone C) e con problemi di sviluppo (zone D).

30 Il PO FESR prevede per i 5 ITI una riserva finanziaria negli Assi 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 9 e 10, per un totale in quota FESR di euro [verosimilmente la dimensione finanziaria media per ciascuno dei cinque ITI sarà di poco più di 30 Meuro]: Asse 1 Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione FESR € Asse 2 Agenda digitale FESR € Asse 4 Energia sostenibile e qualità della vita FESR € Asse 5 Cambiamento climatico, prevenzione e gestione dei rischi FESR € Asse 6 Tutela ambiente e promozione efficiente uso efficiente risorse FESR ; € Asse 7 Sistemi di trasporto sostenibili FESR € Asse 9 Inclusione sociale FESR € Asse 10 Istruzione e formazione FESR € Il POR FSE interverrà nel cofinanziamento degli ITI, attivando gli Assi 1, 2 e 3, per un totale in quota FSE di euro: Asse 1 Occupazione FSE € Asse 2 Inclusione Sociale e lotta alla povertà FSE € Asse 3 - Istruzione e formazione FSE €

31 ASSE 2 – AGENDA DIGTALE La dotazione finanziaria è pari a , di cui risorse FESR ,00 e Cofinanziamento ,00. ASSE 4 – EFFICIENZA ENERGETICA E MOBILITÀ SOSTENIBILE La dotazione finanziaria è pari a ,00 di euro (di cui FESR ) ASSE 6 – TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO AMBIENTALE E CULTURALE La dotazione finanziaria è pari a ,00 di euro (di cui FESR ) ASSE 9 – INCLUSIONE SOCIALE La dotazione finanziaria ammonta a di euro (di cui FESR )

32 La dotazione complessiva dell’Asse è di euro (di cui FSE euro) Le priorità di investimento sono due: Inclusione attiva, anche per promuovere le pari opportunità e la partecipazione attiva, e migliorare l'occupabilità. Miglioramento dell'accesso a servizi accessibili, sostenibili e di qualità, compresi servizi sociali e cure sanitarie d'interesse generale. Risorse FSE per settore di intervento: Inclusione attiva, anche al fine di promuovere le pari opportunità, e partecipazione attiva, nonché migliore occupabilità: euro Miglioramento dell'accesso a servizi abbordabili, sostenibili e di qualità, compresi i servizi sociali e le cure sanitarie d'interesse generale: euro

33 I fondi strutturali interverranno simultaneamente attraverso l’ ITI per l’attuazione dei progetti di sviluppo locale (nelle aree interne) il CLLD ( nelle zone rurali) per l’attuazione delle politiche di sviluppo rurale e territoriale secondo un approccio integrato di tipo partecipativo, la cui attuazione è affidata ai GAL. Il sostegno allo sviluppo locale secondo l’approccio CLLD è assicurato dalla Misura 19, con una dotazione pari a ,00 di euro di risorse FEASR (pari al 60% circa della dotazione totale della misura). Il PO FESR -attraverso la partecipazione al CLLD- contribuirà, secondo l’approccio plurifondo, alla realizzazione della strategia per le aree interne (nell’accezione strutturale di tale definizione) siciliane, non soggette ad ITI (e non incluse nelle aree progetto). Inoltre con la Misura 7 del POR FEARS si investirà per garantire il completo superamento del digital divide e l’accesso alla rete nelle zone rurali, in complementarietà con il FESR e le politiche ordinarie, attraverso il passaggio alla banda ultra larga nelle aree rurali.

I fondi «diretti»

LA GALASSIA DEI “FONDI DIRETTI” 351,8 miliardi di euro per FONDI STRUTTURALI messi a disposizione dei 28 Paesi UE LIFE MECCANISMO UNIONALE DI PROTEZIONE CIVILE STRUMENTO FINANZIARIO PER LA PROT. CIVILE HORIZON 2020 COSME EUROPA CREATIVA CAMBIAMENTO ED INNOVAZIONE SOCIALE EUROPA PER I CITTADINI ERASMUS PER TUTTI PROGRAMMA PER LA PROTEZIONE DEI CONSUMATORI SALUTE PER LA CRESCITA GIUSTIZIA DIRITTI E CITTADINANZA FONDO ASILO E MIGRAZIONE FONDO PER LA SICUREZZA INTERNA MECCANISMO PER COLLEGARE L’EUROPA DOGANA 2020 FISCALIS 2020 HERCULE III PERICLE ,7 miliardi di euro FINANZIAMENTO DI PROGRAMMI TEMATICI DIRETTI per quelle risorse il cui versamento e gestione siano attuati direttamente dalla Commissione o da un'Agenzia da essa delegata, di livello europeo o nazionale

A) COERENZA DELLE PROPOSTE CON LE SOTTOSTANTI POLITICHE COMUNITARIE: gli interventi devono attuare le strategie europee del settore dove si interviene. B) AVVISI PUBBLICI : sono gestiti direttamente dalla Commissione europea o da Agenzie nazionali a ciò delegate. C) PARTENARIATO INTERNAZIONALE : ogni proposta progettuale dovrà essere proposta da una compagine di almeno tre partner appartenenti a tre diversi Paesi dell’UE D) COFINANZIAMENTO OBBLIGATORIO : le quote richieste sono normalmente molto significate e possono raggiungere il 75% del costo complessivo dell’intervento 36 Le regole dei “fondi diretti”

Grazie per l’attenzione!