Ti osservavo dormire misurando la distanza delle tue sopracciglia
e mentre guardavo le tue ciglia lunghe sugli occhi chiusi, senza saperlo, mi imprigionavi l’anima …
“Dormi..” dicevi, “dormi, c’è anche domani …” Sapevo che lo pensavi, ma sapevo che non sarebbe stato così. Semplicemente, lo sapevo.
E, senza voler cedere al sonno e alla stanchezza, continuavo ad esplorare ogni centimetro del tuo viso
mentre l’increspatura al lato della bocca si piegava leggermente in su, come un sorriso innocente di bimbo.
E poi la guancia stropicciata premuta contro il guanciale, quando in modo inconsapevole, la testa, nell’abbandono, diviene più pesante.
Amai anche quella forma che davi al cuscino.
Ciuffi scomposti di capelli ingrigiti, lasciavano un’ombra leggera, sagomata appena, contro la luce fioca proveniente dalla finestra
e fu duro per me, resistere alla tentazione di accarezzarti lievemente, per rassettarteli, senza svegliarti …
Nel frattempo sorvegliavo attenta il tuo respiro regolare, sentivo il tuo profumo … All’improvviso tutto di te, mi fu noto.
Avevo registrato tutto. Tastato con lo sguardo dell’artista che voglia conservare in sé ogni particolare, per imprimerlo, nel ricordo, sulla tela.
Non sono un’artista e quell’attimo si perse nella memoria, senza poterne raffigurare i tratti,
Ma il mio cuore aveva memorizzato perfettamente le sensazioni provate,
al di fuori di ogni fisicità, l’amore scolpì per me l’individuo perfetto, dandogli le qualità che desideravo!
Poi, al risveglio, poco dopo … Mi accorsi di averti solo sognato. Collaborazione al testo: GiEffebis