GLI SFORZA: I SIGNORI DI MILANO. Dopo la vittoria di Legnano del Barbarossa, seguì un certo periodo di pace durante il quale Milano ricostruì le sue basiliche.

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Transcript della presentazione:

GLI SFORZA: I SIGNORI DI MILANO

Dopo la vittoria di Legnano del Barbarossa, seguì un certo periodo di pace durante il quale Milano ricostruì le sue basiliche distrutte dai Tedeschi ed eresse nuove chiese e nuovi palazzi. Intanto si verificava una novità nell'ordinamento comunale: all'autorità dei Consoli si sostituì quella di un solo cittadino: il Podestà. A questa carica ambivano le più potenti e nobili famiglie cittadine. Ebbe inizio in tal modo un periodo di discordie fra i Della Torre e i Visconti, periodo che si concluse con la vittoria di questi ultimi, i quali, nell'anno 1311, diventarono Signori della città. Centotrentasei anni durò la signoria viscontea. In questo lungo periodo Milano divenne la capitale di un vasto Ducato che, sotto Gian Galeazzo Visconti, si estese sull'intera Lombardia e su gran parte delle regioni circostanti Ai Visconti successero gli Sforza quando Francesco Sforza, nel 1447, sposò Bianca Maria, figlia di Filippo Maria Visconti. Con Francesco Sforza Milano divenne la più grande e ricca città d'Italia, oltre che un vivacissimo centro di cultura e di arte. Francesco Sforza regnò per sedici anni, governando da principe saggio, con giustizia e moderazione. Oltre alla riedificazione del Castello Visconteo (che da lui si chiamò Sforzesco), a lui si deve la costruzione dell'Ospedale Maggiore che sostituì i venti ospedali sparsi per la città.Castello Visconteo

L'OSPEDALE MAGGIORE DI MILANO, FONDATO NEL L'abile politica diplomatica del nuovo Signore, alleato in particolare dei Medici di Firenze, favorisce la firma della Pace di Lodi del 1455, che garantisce un lungo periodo di equilibrio tra le maggiori potenze d'Italia. L'efficiente riorganizzazione dello Stato di Milano promuove lo sviluppo delle attività artigianali e commerciali. Ma questo periodo di prosperità si interrompe improvvisamente alla morte di Francesco I nel 1466.

Il Ducato passa al figlio maggiore Galeazzo Maria, giovane dal carattere arrogante che entra in contrasto con la madre. Nel 1468 si sposò con Bona di Savoia, con la quale ebbe quattro figli. Nei dieci anni del suo governo si inimica le più potenti famiglie milanesi e il popolo e nel 1476 viene assassinato da un gruppo di congiurati. Sua moglie assume in un primo tempo la reggenza per il figlio, Gian Galeazzo Maria, di soli sei anni, ma ben presto il potere passa nelle mani del fratello di Galeazzo Maria, Ludovico Maria detto il Moro, che esilia il nipote a Pavia. GALEAZZO MARIA SFORZA LUDOVICO IL MORO

Molto ambizioso, amante di arti, lettere e scienze, grande mecenate, il Moro chiama alla corte milanese, divenuta una delle più raffinate e sfarzose dell'epoca, grandi pittori, architetti e letterati come Leonardo da Vinci, stimato consulente del duca. Insieme al commercio prospera in questi anni l'agricoltura, in particolare la risicoltura, mentre viene introdotta nel Milanese la coltivazione del gelso, importato dal Moro per consentire l'allevamento dei bachi e la produzione della seta. Nel campo delle relazioni diplomatiche il Moro stringe importanti accordi matrimoniali, sposando Beatrice d'Este, sorella del duca di Ferrara, e organizzando le nozze tra il nipote Gian Galeazzo Maria e la figlia del re di Napoli, Isabella d'Aragona. Tuttavia la rivalità tra le due duchesse finisce col provocare gravi danni al Ducato: Isabella spinge il padre a contrastare il potere del Moro, che, da parte sua, non si oppone alla discesa in Italia del re di Francia Carlo VIII diretto alla conquista del Regno di Napoli. La spedizione di Carlo fallisce, ma viene ripresa nel 1498 dal suo successore Luigi XII d'Orléans. Il Moro fugge con i figli presso la corte dell'imperatore Massimiliano I d'Asburgo, imparentato con gli Sforza; dopo alterne vicende, che lo vedono riconquistare Milano nel 1500, il Moro muore prigioniero in Francia nel TOMBA DI LUDOVICO IL MORO E BEATRICE D'ESTE

La Lega Santa, capeggiata dal papa Giulio II e costituita da numerosi Stati, nel 1512 riconquista il Ducato di Milano per Ercole Massimiliano, il figlio maggiore del Moro, che tre anni dopo è costretto a cederlo al nuovo re di Francia, Francesco I. Infine nel 1525 Carlo V di Spagna, sconfitti i Francesi a Pavia, restituisce la Signoria al secondogenito del Moro, Francesco II. FRANCESCO II, L'ULTIMO DUCA DI MILANO Con l'acquisizione del Ducato, per Francesco II non finirono le preoccupazioni: le pressioni dei francesi continuavano ad essere insistenti soprattutto lungo il confine con il Piemonte e lo sforzo bellico richiedeva sempre più denaro, che per uno stato di ridotte dimensioni come il Ducato di Milano costituiva una grave uscita di moneta. Francesco II fu pertanto costretto a tassare fortemente la popolazione per difenderla e questo lo mise in cattiva luce, oltre a provocare l'insorgere di rivolte localizzate.

Nel 1534 Francesco ebbe in sposa Cristina di Danimarca; ella ricevette Tortona come città, donatale dopo che Francesco II, ammalatosi di una malattia che lo rese quasi cieco, morì nel castello di Vigevano, nel Alla sua morte si estingueva la dinastia degli Sforza di Milano, non avendo egli avuto eredi. Perciò Carlo V decise l'annessione diretta del ducato di Milano ai suoi domini, passandolo successivamente al figlio Filippo che divenne re di Spagna; finisce così una delle più splendide Signorie d'Italia e inizia per Milano il triste periodo della dominazione spagnola. CRISTINA DI DANIMARCA, DUCHESSA DI MILANO CARLO V DI SPAGNA

La famiglia Sforza rappresentò una potenza importante dopo il governo dei Visconti: oltre ad aver posto il Ducato di Milano al centro della politica italiana, essa permise di compiere importanti opere architettoniche ed artistiche ancor oggi apprezzate in tutto il Mondo. Subentrati i francesi e gli spagnoli, Milano fu consegnata ad un tetro periodo di declino culturale, politico, sociale ed economico.

LAVORO SVOLTO DA: Gretha Prati Chiara Montemurro Elisabetta Secchi Luca Colussi Elena Gadola Sitografia: wikipedia

Il Castello Sforzesco è uno dei principali simboli di Milano e della sua storia. Fu costruito nel XV secolo da Francesco Sforza, divenuto da poco Duca di Milano, e nel tempo ha subìto notevoli trasformazioni. Alla morte del Duca, gli successe il figlio Galeazzo Maria, che fece continuare i lavori dall'architetto Benedetto Ferrini. La parte decorativa fu invece affidata ai pittori del ducato. Nel 1476, sotto la reggenza di Bona di Savoia, sua moglie, fu costruita la torre omonima. Quando salì al potere Ludovico il Moro, il castello divenne una fastosa opera, alla realizzazione della quale furono chiamati a lavorare artisti come Leonardo da Vinci. Negli anni a seguire il castello fu però danneggiato dai continui attacchi che francesi, milanesi e truppe germaniche si scambiarono; passato sotto il dominio spagnolo, il castello perse il ruolo di dimora signorile, che passò al Palazzo Ducale, e divenne il fulcro della nuova cittadella, sede delle truppe militari iberiche. Nel 1550 cominciarono i lavori per il potenziamento delle fortificazioni: le antiche sale affrescate furono adibite a falegnameria e a dispense, mentre nei cortili furono costruiti pollai in muratura. All'inizio del Seicento l'opera fu completata coi fossati, che separarono completamente il castello dalla città.