Novembre Giovanni Pascoli
Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Romagna nel Il padre, che è amministratore di una tenuta agricola, viene ucciso in un agguato lasciando orfani i suoi otto figli. Pascoli ha allora dodici anni e sta seguendo gli studi in un collegio di Urbino. Negli anni seguenti la sua giovinezza è ancora sconvolto da gravi lutti : muoiono la madre e tre fratelli. La sua famiglia conosce anche difficoltà economiche ma egli ottiene una borsa di studio per l'università di Bologna dove diventa allievo di Carducci e, nel 1882, si laurea in lettere. In quel tempo aderisce al movimento socialista e viene condannato anche ad alcuni mesi di carcere; segue un periodo di grave crisi, durante il quale si accentua il pessimismo riguardo alla possibilità che gli uomini possano incidere sulla storia, ed abbandona la politica attiva. Dopo aver insegnato latino e greco in diversi licei e università italiane, nel 1906 succede al Carducci come professore di letteratura italiana all'università di Bologna. Nel frattempo trova il suo rifugio ideale dagli affanni della vita nella casa di Castel Vecchio di Barga in provincia di Lucca dove vive anche la sorella Maria. Muore a Bologna nel 1912 BIOGRAFIA AUTORE
Gemmea l'aria, il sole così chiaro che tu ricerchi gli albicocchi in fiore, e del prunalbo l'odorino amaro senti nel cuore... Ma secco è il pruno, e le stecchite piante di nere trame segnano il sereno, e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante sembra il terreno.. L’aria è limpida e fredda, la luce del sole è così chiara che tu cerchi con lo sguardo gli albicocchi fioriti, l’odore amaro del biancospino dentro il tuo cuore… Ma, in realtà, il pruno è secco, e le piante stecchite tramano il cielo con i loro rami spogli e scuri, il cielo è privo di nuvole, e sotto il piede il terreno sembra duro e cavo. POESI A PARAFRASI
Silenzio, intorno: solo, alle ventate, odi lontano, da giardini ed orti, di foglie un cader fragile. E' l'estate fredda, dei morti. Tutto intorno v’è silenzio: solo con le folate di vento senti da lontano, dai giardini e dagli orti, un rumore leggero delle foglie che cadono. E’ l’estate fredda e veloce dell’inizio di novembre.
La poesia è costituita da 12 versi suddivisi in tre strofe. La rima è di tipo alternata: ABAB CDCD EFEF. Le figure retoriche di significato sono: - sinestesia: “cader fragile” e “odorino amaro” - ossimoro: “estate fredda” Le figure retoriche d’ordine sono: - iperbato: “secco è il pruno”, “stecchite piante”, “vuoto il cielo”, “sembra il terreno”, “di foglie un cader fragile” - anastrofe: “gemmèa l’aria”, “l’dorino amaro senti”. Ricordiamo inoltre la presenza di: enjambements (2strofa 1 verso; 3 strofa 1 verso), polisindeto 2 strofa e asindeto alla 3 strofa Il lessico non è complicato. Dietro il titolo si nascondono aspetti che non si comprendono alla prima lettura della poesia. Una serena e tersa giornata di novembre può per un attimo suggerire un'illusione di primavera e riportare quasi il profumo degli albicocchi in fiore. Ma si tratta di un'illusione che presto scompare, e alle iniziali impressioni subentra la constatazione di COMMENTO
un inverno che non è solo indicazione stagionale ma metafora dell'esistenza. In questa poesia, come spesso accade in Pascoli, il paesaggio mostra un duplice aspetto. Sotto un'apparenza di armonia e di positività possono nascondersi la presenza e la minaccia della morte. Quindi una giornata mite e serena può trasmettere per un attimo la sensazione di vivere il tepore della primavera, medintre in realtà è novembre. In questo mese cade la cosiddetta "estate di San martino", termine con il quale Pascoli ha voluto fondere due caratterizzazioni particolari, quali: la presenza frequente di giornate calde, quasi estive, e la ricorrenza dei morti che cade agli inizi di novembre. Nella prima strofa vi è inizialmente un'immagine primaverile (gemmea l'aria - il sole è così chiaro), l'immagine di una giornata soleggiata nel mese di novembre, durante la cosiddetta "estate di S. Martino". Ma ciò che il poeta vuole realmente rappresentare è la breve illusione della felicità. Nella bella giornata autunnale, la luce del sole e l'aria limpida danno per un istante l'illusione che sia primavera. Ma subito ci si rende conto che le piante sono secche e spoglie, lo si può dedurre dal fatto che questi elementi aprono la seconda strofa. Quindi inutilmente si cerca di scoprire gli alberi in fiore e di percepire il profumo intenso del biancospino, perché è tutto un’illusione.
SECONDO NOI QUESTA E' UNA POESIA MOLTO EVOCATIVA CHE SUSCITA MOLTE EMOZIONI E PENSIERI. QUESTA POESIA A NOIè VENUTO IN MENTE IL DETTO L'APPARENZA INGANNA '' PERCHè TRA LA COPERTINA (IL TITOLO) E IL CONTENUTO (LA POESIA) C'E' TUTTA UNA VARIETA'.
LA NOSTRA IMMAGINE
LAVORO SVOLTO DA: -Sofia S. -Iacopo B. -William A.