DAL RANCORE… AL PERDONO PRIMA PARTE: DAL RANCORE … PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Anno Pastorale 2015-2016 1° giorno.

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PRIMA PARTE: DAL RANCORE… DAL RANCORE… AL PERDONO Anno Pastorale ° giorno PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI.
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DAL RANCORE… AL PERDONO PRIMA PARTE: DAL RANCORE … PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Anno Pastorale ° giorno

Introduzione rancore Queste meditazioni vogliono offrire alcune tracce di riflessione su un tema particolare e dalle molte sfaccettature qual è quello del rancore, un sentimento che coinvolge tutta quanta la persona e che si ripercuote anche sulla sua dimensione psicofisica, determinando il sorgere di una serie di males­seri e di atteggiamenti che impediscono di vivere serenamente i rapporti interpersonali, causando chiusure egoistiche, attivando una serie di meccanismi psicologici deleteri che riducono l’uomo a uno stato di schiavitù.

rancore malattia interiore Possiamo definire il rancore una vera e propria malattia interiore i cui sintomi sono: l’angoscia, l’ansia, la perdita della pace interiore, la sensazione che la vita non abbia senso, fino all’offusca­mento della speranza.

fragilità umana incapacità di perdonare Le cause sono determinate dalle situazioni contin­genti della vita, sempre più segnata dall’esperienza della fragilità umana e da molteplici contraddizioni, ma anche dall’incapacità di perdonare e di assumere un atteggiamento di amore nei confronti dei nostri fratelli che, secondo l’insegnamento di Gesù, deve arrivare al perdono incondizionato dei propri nemici.

perdono Il perdono è uno dei temi centrali del messaggio evangelico, quello sul quale si gioca la credibilità del nostro “essere” cristiani, chiamati a un amore operativo, fatto di gesti concreti, di relazioni au­tentiche, dove non c’è spazio per la fretta, la ba­nalità, i perdoni mascherati o le rimozioni che de­terminano il sorgere di quelle relazioni camuffate destinate, prima o poi, a fallire perché fondate sulla falsità e sull’ipocrisia.

compassione Tutto il ministero di Gesù è segnato dalla compassione verso i deboli, i sofferenti, i peccatori, gli emarginati, gli ultimi.

Il suo amore non è rima­sto una bella parola usata o strumentalizzata per abbellire i suoi discorsi ed emozionare gli animi degli ascoltatori, ma si è concretizzato in fatti, mi­racoli, guarigioni, perdoni autentici, offerti senza aspettarsi nessun contraccambio.

ama compromettersi Gesù rimane fedele alle sue promesse, perché tra il suo dire e il suo fare non c’è nessuna distanza, perché ama compromettersi, stare nella sofferenza degli altri per dare a essa un nuovo significato.

compassione La sua morte in croce costituisce il segno più evi­dente di questa compassione che arriva ad addos­sarsi i peccati e le sofferenze degli uomini, diven­tando egli stesso sorgente di perdono e di benedi­zione per tutti, anche i nemici:

«Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, bene­dite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guan­cia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli del­l’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli in­grati e i malvagi» (Lc 6, 27-35).

Si tratta di un brano evangelico che provoca e che invita a scendere nel profondo della nostra vita per chiederci se stiamo facendo sul serio nel no­stro cammino cristiano, se stiamo realmente incarnando il messaggio di Gesù.

 programma di vita In pochi versetti viene delineato un programma di vita dove l’attenzione viene posta sull’altro, da considerare come un fratello, che rimane tale an­che dopo un’esperienza negativa che in qualche modo ha potuto intaccare la relazione.

un itinerario per eserci­tarsi al perdono Inoltre viene tracciato un itinerario per eserci­tarsi al perdono, un cammino lento e faticoso che impone una continua verifica, un mettere in discussione le posizioni acquisite, ma soprattutto un esercitarsi “al di più”, imparando a fare del bene, a benedire e a pregare proprio per coloro che nei nostri confronti hanno fatto l’opposto.

rispondere al male con il bene Si tratta di rispondere al male con il bene, una modalità straordinaria di spiazzare l’altro con il perdono.

impossibile può diventare possibile È un discorso folle dal punto di vista umano, dif­ficile da accettare e soprattutto da realizzare, ma l’impossibile può diventare possibile se proviamo a entrare nella logica di Dio, che non è una logica di potere, ma di servizio, che ha un passaggio obbligato: la croce, scandalo e stoltezza per coloro che sono del mondo, potenza e sapienza per Dio (cfr. 1 Cor 1, 22-25).

amore per i propri nemici L’amore per i propri nemici e la capacità di perdo­nare diventano il distintivo del discepolo di Cri­sto e la verifica più eloquente del suo cammino di fede: Se uno dice: «Io amo Dio» e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E que­sto è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello (1 Gv 4, 20-21).

rancore Partendo da queste considerazioni e alla luce so­prattutto di una esperienza pastorale, maturata durante l’ascolto e l’accompagnamento spiri­tuale di numerosi fratelli, cercheremo di leg­gere il rancore, definendolo nelle sue molteplici sfaccettature: quando e perché nasce, quali sono le sue più evidenti manifestazioni, quali le sue conseguenze.

alcuni possibili itinerari Infine, vengono proposti alcuni possibili itinerari come luoghi per esercitarsi a perdonare, per ritrovare quella pace e quella li­bertà interiore che costituiscono i segni evidenti di un cuore che ha ritrovato le ragioni per continuare ad amare.

testimo­nianze di vita A conclusione, vengono offerte alcune testimo­nianze di vita che ci fanno comprendere come, anche nelle situazioni più drammatiche e dolo­rose, dove il rancore sembra offuscare ogni altro sentimento, si può accendere improvvisamente una luce di speranza che illumina i nostri passi nell’avventura straordinaria del perdono. È la luce della fede che ci dice: «Nulla è impossibile a Dio» (Lc 1, 37).

Non è facile definire il rancore proprio per il carat­tere poliedrico con il quale si manifesta. Ne sono una prova i tanti sinonimi che ne sottolineano un aspetto di volta in volta diverso e che segnano le diverse fasi del rancore che, a certi livelli, può an­che diventare una vera e propria patologia.

Si parla, pertanto,  di rabbia,  di odio,  di astio,  di fa­stidio,  di vendetta,  di rivalsa,  di risentimento.

ri-sentire ri-pensare Que­st’ultimo termine è forse quello che maggiormente esprime il significato del rancore, un ri-sentire cose già accadute, un continuo ri-pensare a fatti e per­sone che in qualche modo hanno segnato negati­vamente l’esistenza.

“rancěre” La stessa etimologia latina del rancore “rancěre” (essere rancido, putrefatto, andato a male), fa ri­ferimento a qualcosa che con il tempo si è andato disfacendo e perciò non è più buono.