Oltre il meccanicismo: Leibniz e Vico
Quadro cronologico
Nuove impostazioni della filosofia Nel XVII secolo il modello conoscitivo proposto dalla scienza moderna si è definitivamente affermato Leibniz e Vico ripensano però la filosofia cartesiana ormai divenuta dominante entrambi contestano, partendo da punti di vista diversi, il meccanicismo scientifico
Leibniz Gottfried Wilhelm Leibniz ha una formazione culturale molto vasta studia filosofia, matematica e giurisprudenza partecipa alla vita culturale tedesca divenendo anche presidente dell’Accademia delle Scienze di Berlino svolge una intensa attività diplomatica in Europa al servizio dei duchi di Hannover
Leibniz: la caratteristica universale L’interesse iniziale di Leibniz si rivolge verso la logica partendo da alcuni segni, che rappresentano le nozioni fondamentali, Leibniz intende realizzare la combinazione di tutti i concetti possibili in questo modo sarebbe possibile trasformare il ragionamento in un calcolo e riconoscere tutte le proposizioni vere Leibniz definisce questo linguaggio di segni = CARATTERISTICA UNIVERSALE
Leibniz: verità di ragione e di fatto Leibniz distingue due diversi modi di concepire la verità sono necessarie e sono regolate dal principio di identità e da quello di non contraddizione le verità di fatto: sono espresse da proposizioni nelle quali il predicato non è contenuto nel soggetto le verità di ragione: sono espresse da proposizioni nelle quali il predicato è implicito nel soggetto sono contingenti e sono regolate dal principio di ragion sufficiente ciò che accade deve avere delle motivazioni sufficienti a spiegarlo
Leibniz: la sostanza Il soggetto delle verità di fatto è qualcosa di effettivamente esistente, la sostanza individuale la nozione compiuta di una sostanza individuale contiene la ragion sufficiente di tutti i predicati che le sono attribuiti in questo modo Leibniz salvaguarda, nello stesso tempo, la prescienza divina e la libertà umana: la volontà umana non è determinata ad agire in un certo modo, pur agendo all’interno dell’ordine voluto da Dio la mente divina infinita può comprendere, a partire dal concetto di una sostanza individuale, tutto ciò che potrà accaderle la mente umana finita vede solo il progressivo svolgersi degli accadimenti della sostanza
Leibniz: la forza Il tentativo di comprendere la sostanza individuale dal punto di vista fisico porta Leibniz a ripensare la strutturazione cartesiana dell’universo il mondo fisico non si basa su estensione e movimento, ma su un principio vitale, la forza forza dei corpi = forma di energia = caratteristica spirituale- metafisica: Leibniz supera così il meccanicismo cartesiano forza attiva: il principio dinamico che determina l’azione forza passiva: la massa materiale di un corpo
Leibniz: la monade La comprensione del mondo fisico dipende quindi da un concetto metafisico come quello di forza questa forza può essere pensata come un atomo spirituale, semplice e inesteso, che Leibniz definisce MONADE
Leibniz: le caratteristiche delle monadi Il concetto di monade consente di superare il dualismo cartesiano tra anima e corpo: entrambi sono costituiti da un unico tipo di sostanza, con diverso grado di perfezione ogni monade è capace, in misura diversa, di: percezione: la rappresentazione della realtà esterna appercezione: la coscienza delle proprie percezioni appetizione: il passaggio da una percezione a un’altra ogni monade è una sostanza a sé, quindi non possono esistere due monadi uguali = principio di identità degli indiscernibili CARATTERISTICHE DELLE MONADI
Leibniz: l’armonia prestabilita Le diverse capacità delle monadi determinano la loro gerarchia al vertice si colloca la monade perfetta, DIO, che costituisce la ragion sufficiente dell’esistenza del mondo Dio ha creato le altre monadi determinando tutte le loro reciproche relazioni attraverso una ARMONIA PRESTABILITA tra le infinite monadi e le infinite relazioni possibili, Dio sceglie quelle che determinano il MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI
Leibniz: la teoria della conoscenza Sulla teoria delle monadi si basa anche la teoria della conoscenza le monadi sono autosufficienti, quindi Leibniz ammette, contro Locke, l’esistenza delle idee innate, considerate come i principi che guidano il pensiero LA CONOSCENZA UMANA PROCEDE SECONDO DIVERSI GRADI DI PERCEZIONE percezioni chiare confuse: sono coscienti ma non consentono di distinguere le caratteristiche della cosa distinte: colgono le caratteristiche essenziali della cosa piccole percezioni: sono incoscienti e non fanno conoscere la cosa rappresentata
Leibniz: la teodicea Se il nostro è il migliore dei mondi possibili tra quelli che Dio poteva scegliere, resta da spiegare la presenza del male è necessario “giustificare” e difendere razionalmente Dio, compito della TEODICEA ma il nostro mondo è considerato il migliore perché la quantità di bene è massima rispetto alla quantità di male, che è la quantità minima possibile il male è inevitabile perché deriva dalla finitezza del mondo
Leibniz: l’etica L’interpretazione ottimistica della realtà si ritrova anche nella concezione etica di Leibniz l’uomo ha la capacità di indirizzarsi verso quei beni che la ragione gli indica come specifici della propria natura le norme fondamentali indicate dalla ragione costituiscono il diritto naturale: » non far male a nessuno » dare a ciascuno il suo » vivere onestamente, anche a costo del sacrificio personale l’uomo può così considerarsi membro di un “regno degli spiriti” dove valgono le leggi dell’amore
Leibniz: un pensiero onnicomprensivo Il pensiero di Leibniz si presenta come fortemente sistematico intrecciando logica, metafisica, fisica e teologia, Leibniz costruisce una nuova scienza della natura nella quale il meccanicismo (la spiegazione del mondo basata sulla materia e il movimento) si coniuga con il finalismo (riconducendo il mondo alla scelta di Dio)
Vico: il “vero” e il “fatto” Tema ricorrente della filosofia di Giambattista Vico è la corrispondenza tra la verità e la realtà prodotta dall’uomo nell’Antichissima sapienza degli italici, Vico utilizza l’analisi filologico-linguistica per comprendere la mentalità degli uomini del passato tra le etimologie esaminate, la più celebre stabilisce un’equivalenza fra i termini latini verum e factum “il vero è identico al fatto” la conoscenza è conoscenza delle cause, quindi si ha vera conoscenza solo di ciò che si è fatto la fisica è una scienza imperfetta perché solo Dio, che ha fatto la natura, può conoscerla perfettamente
Vico: la “scienza nuova” Nella Scienza nuova Vico pone la sua attenzione sui “fatti”: le consuetudini degli uomini, il diritto, la politica e, soprattutto, la storia la STORIA ha il compito di comprendere le ragioni (cause) dei fatti attraverso la filologia che analizza criticamente le testimonianze del passato per ricondurre i fatti particolari alle leggi universali la filosofia che deve ricostruire con precisione le cause dei fatti a cui si applicano le leggi generali “inverare il certo”“accertare il vero”
Vico: la “storia ideale eterna” Per comprendere pienamente la storia bisogna analizzare lo sviluppo dell’attività spirituale dell’uomo STORIA IDEALE ETERNA: le leggi che regolano lo sviluppo della storia sia degli individui sia dei popoli SVILUPPO DELLA MENTE UMANA INFANZIA domina il senso: conoscenza oscura e confusa GIOVINEZZA domina la fantasia: conoscenza emotiva MATURITÀ domina la ragione: conoscenza chiara STORIA DELLE NAZIONI ETÀ DEGLI DEI i fenomeni naturali sono visti come manifestazioni della divinità ETÀ DEGLI EROI si affermano i grandi uomini, prevale il sapere poetico ETÀ DEGLI UOMINI si sviluppano le scienze e la filosofia
Vico: i ricorsi storici Il percorso della storia lungo le tre età (degli dèi, degli eroi e degli uomini) non è progressivo la storia ha un andamento ciclico e presenta dei RICORSI = le condizioni del passato talvolta si ripresentano a seguito di periodi di decadenza inoltre talvolta si verificano esiti non previsti dalle intenzioni dell’agente = ETEROGENESI DEI FINI durante tutti questi processi la storia è guidata da una intelligenza superiore, la PROVVIDENZA DIVINA
Vico: la poesia Un percorso analogo viene seguito secondo Vico dallo sviluppo del linguaggio importanza sapere poetico degli antichi = possiede una sua verità = attraverso i generi fantastici gli antichi esprimono loro modo di sentire poesia, miti = primo modo utilizzato dall’uomo per esprimersi attraverso le immagini = linguaggio ha un’origine naturale lo sviluppo dei concetti razionali avviene solo successivamente
Vico: una figura isolata Il pensiero di Vico si presenta come ostile ad alcuni aspetti della cultura del suo tempo Vico verrà riscoperto solo durante il Novecento critica la filosofia cartesiana e il metodo matematico esalta la cultura umanistica e gli studi storici esalta il ruolo della Provvidenza divina