Focus Mercato del Lavoro lucano: I dati, le dinamiche e i grafici BASILICATA VERSO IL 2017 Focus Mercato del Lavoro lucano: I dati, le dinamiche e i grafici
- Le increspature e l’andirivieni del Mercato del Lavoro lucano 2016 (I-III trimestre). Luci ed ombre. Gli occupati sono aumentati nel 2016, proseguendo la tendenza dell’ultimo biennio. Il III trimestre 2016 registra+1.000unita sul II trimestre 2016,+2.200 sul dato del III trimestre 2015, che è l’anno di crescita vero e +6.000 circa sul dato del III Trimestre 2014. Una inversione, rispetto al precedente lungo periodo di continua contrazione della domanda di lavoro ( un calo di circa quindicimila occupati dal 2008). Si consolida il peso dell’industria, crescono i servizi nelle varie sfaccettature non tutte positive, si consolidano nuove forme produttive in agricoltura. Evolvono anche le modalità di impiego: maggiore incidenza del part time e degli occupati a termine Nuove quote di lavoro nascosto emergono dal mondo della inattività e della disoccupazione che si riduce: da 31 mila del 2012 si perviene al valore di 28 mila del III/2016. Gli inattivi si riducono negli ultimi tre anni: fino al dato di 160mila ca del 2016. La ripresa occupazionale è fragile.
Le criticità Nel 2016, e per quanto mostrano i primi indicatori anticipatori per il 2017 (come la CIG), il mercato del lavoro lucano prosegue su un cammino di recupero occupazionale, più debole ed incerto di quello registrato nel 2015, essenzialmente di tipo numerico, non strutturale. Rallenta la dinamica delle assunzioni con contratto a tempo indeterminato, e dell’indebolimento della crescita del 2016 rispetto al dato eccezionale registrato nel 2015. Continua a crescere l’occupazione, a tassi inferiori a quelli del 2015, grazie soprattutto all’apporto dei servizi e delle costruzioni (ed in misura minore ad agricoltura e manifatturiero). Si espande l’area della precarietà anche estrema, come mostra il boom del ricorso ai voucher e l’incremento di occupazione indipendente: forme improprie di ricorso a partite IVA. Rimane non censito o poco emerso il fenomeno vorticoso di lavoratori stagionali irregolari e/o stagionali per lo più immigrati.
Le faglie del mercato del lavoro lucano Non si risanano le numerose faglie di ingiustizia e sperequazione che connotano il mercato del lavoro regionale, con una intensità più aspra rispetto a quello nazionale. Disoccupazione giovanile ancora su livelli critici, nonostante l’esperienza di Garanzia Giovani: al 35%, per la classe di età fra i 15 ed i 29 anni. In discesa rispetto al 37,5% del 2014, nettamente superiore al dato italiano (29,8%). Quota ancora elevata di NEET: condizioni di estrema difficoltà di inserimento socio-lavorativo dei giovani. Occupazione femminile che, nonostante una evidente propensione autoimprenditorialità delle lavoratrici lucane, ancora stenta ad intraprendere un percorso di decisivo riassorbimento del gap di genere. Una platea dei titolari di strumenti di sostegno economico o di ammortizzatori sociali. Crescita della disoccupazione e della precarietà sociale (lavoratori in uscita dai trattamenti di disoccupazione, gli ex Copes, ecc.) nostre stime genereranno circa 1.100 unità di nuovi disoccupati.
Occupazione #occupazione Il trend occupazionale positivo del 2015 non è pienamente mantenuto nel corso del 2016. A diminuire è soprattutto l’occupazione maschile ( III/2015 circa 124 mila occupati, III/2016 circa 119 mila occupati). Incoraggiante la ripresa occupazionale femminile (III/2015 circa 67 mila, III/2016 circa 73 mila occupate).
Occupazione per settori produttivi #occupazione per settori Si conferma il dato occupazionale nel settore industria, con un’incidenza prevalentemente maschile. In forte aumento l’occupazione nei servizi (+10 mila unità dal 2014) prevalentemente di tipo femminile e legato alla stagionalità. Incoraggianti i dati occupazionali nel settore agricolo.
Occupazione per posizione professionale #occupazione per posizioni professionali Nell’arco temporale 2014/2016 l’occupazione dipendente è stata lineare, tranne per il II trimestre 2016 caratterizzato da un picco occupazionale dipendente maschile (+3 mila unità) rispetto al trimestre precedente.
Disoccupazione #disoccupazione Dal 2014 al 2016 la disoccupazione lucana diminuisce del 4%, attestandosi sui valori nazionali del 12% circa.
Inattività #inattività Forte riduzione degli inattivi lucani da circa 172 mila inizio 2014 a circa 158 mila del III/2016 (-14 mila). Spinta importante delle donne che passano da 111 mila del 2014 a 101 mila circa del 2016. Diminuisce in termini percentuali, il divario rispetto al dato meridionale (Basilicata 42%, Meridione 45%). Ancora molto da recuperare rispetto al dato nazionale che è del 35%.
Leggere l’occupazione con i dati dell’Osservatorio del Precariato Inps #osservatorio precariato Negativi i dati delle assunzioni a tempo indeterminato nel 2016 rispetto al 2015 (-34%). Ad essere attivati sono soprattutto contratti a termine, ancora scarso il ricorso al contratto in apprendistato.
Quadro riassuntivo Basilicata 2008/2016
Parlare chiaro I limiti del modello di sviluppo lucano, ancora non superati, nonostante una retorica dell’innovazione: una insufficiente attenzione alla domanda interna per consumi, penalizzata da una piramide dei redditi schiacciata verso il basso e da una eccessiva estensione del lavoro precario, in un modello nel quale di fatto la crescita viene fatta dipendere quasi esclusivamente dai mercati extraregionali, indebolendo il tasso di crescita potenziale dell’economia regionale; un modello produttivo ancora troppo specializzato su settori maturi (come le costruzioni, il commercio o i servizi a basso valore aggiunto) o su attività che, nonostante la loro crescita, devono ancora manifestare appieno il loro potenziale occupazionale, peraltro in teoria notevole (in particolare, i servizi turistici).
Un sentiero alternativo dello sviluppo ( Proposte Basilicata 2020 Cgil Cisl Uil) Piattaforme strategiche della Regione e delle sue vocazioni produttive ed occupazionali una azione integrata di politica sociale e di sostegno ai redditi. Inglobare l’attuale strumento del reddito regionale di inserimento dentro una più ampia tastiera di politiche attive per il lavoro. un intervento integrato che coordini i fondi strutturali dei diversi programmi operativi e del PSR per valorizzare le risorse ambientali ed agricole della regione, in diverse direzioni. una piattaforma di politica industriale che valorizzi i settori trainanti individuati nella Smart Specialisation Strategy regionale, integrando gli incentivi alle imprese ed alle start up con interventi sull’innovazione, e gli investimenti sull’infrastruttura di ricerca e sviluppo.
La Basilicata come regione laboratorio dello sviluppo La Basilicata come regione laboratorio dello sviluppo. La consapevolezza che dalle difficoltà si esce non con sistemi di assistenza di breve respiro ma con interventi continuati nel tempo, con un sostegno intelligente dei processi interni alla società lucana, con una valorizzazione delle risorse naturali. In altre parole con una nuova idea di sviluppo. Giorgio De Rita Direttore Generale Censis