IV Domenica di Quaresima 26 Marzo 2017 Gruppo Biblico IV Domenica di Quaresima 26 Marzo 2017 L’invito alla gioia caratterizza questa domenica di metà Quaresima. E giustamente il cristiano può gioire perché il suo cammino verso la Pasqua è cammino verso la luce.
Le Letture Il Vangelo descrive un SEGNO. Invita a rileggere a un livello più profondo, rispetto a quello di una ‘semplice’ guarigione. In fondo si tratta di una scoperta… La prima lettura ricorda che il Signore non guarda le apparenze, ma il cuore. Il mutamento di atteggiamenti è possibile accogliendo l’invito della seconda lettura ad affidarci a Cristo, poiché lui solo ci può illuminare.
Dal primo libro di Samuele Dal primo libro di Samuele [In quei giorni,] il Signore disse a Samuele: «Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato. Quando fu entrato, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore». Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi. Parola di Dio
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Rinfranca l’anima mia. Mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome. Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici. Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca. Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni [Fratelli, ]un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di quanto viene fatto in segreto da [coloro che disobbediscono a Dio] è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto: «Svégliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà». Parola di Dio
+ Dal Vangelo secondo Giovanni + Dal Vangelo secondo Giovanni [In quel tempo,] Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».
Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane». Parola del Signore.
Pausa di silenzio e di riflessione
Il Vangelo: chi ci ‘vede’? Di fronte a Gesù, che si è presentato come luce del mondo, si pone il problema di capire chi è in grado di vedere e che cosa significa vedere attraverso questa luce. Nell’itinerario quaresimale e catecumenale, che deve condurre al battesimo (=illuminazione), la riflessione proposta da questo testo costringe a non dare per scontata la nostra capacità visiva. Nell’incontro con Gesù, la nostra cecità viene dissipata.
Il Vangelo: un dramma Il percorso può essere diviso in diverse scene, come in un vero e proprio dramma ‘teatrale’. DIALOGO COI DISCEPOLI LA GUARIGIONE con un primo interrogatorio sul suo significato DISCUSSIONE SUL SABATO TESTIMONIANZA DEI GENITORI DELL’EX CIECO NUOVA DISCUSSIONE sul comportamento di Gesù Un NUOVO INCONTRO con Gesù PAROLA DI INTERPRETAZIONE finale di Gesù.
Vedere la luce: chi ha peccato? Proseguendo il racconto tra la festa dei tabernacoli e quella della dedicazione, si entra in una discussione non semplice. Tutto parte da un vedere e dal tentare di interpretare quanto viene visto. La pretesa di vedere e di capire appartiene chiaramente anche ai discepoli di Gesù. Di fronte a un cieco nato è immediata l’associazione tra una sofferenza fisica e una colpa morale. Dato il legame della malattia col peccato, è necessario per gli interlocutori di Gesù andare a cercare il percorso personale o dei genitori che ha ‘prodotto’ tale risultato.
Vedere la luce: finché c’è il giorno Di fronte a una mentalità del genere, così radicata, dove la libertà di Dio non trova spazio… …Gesù propone una lettura diversa, protesa al futuro, capace di riconoscere l’agire sorprendente di Dio nella fragilità della storia umana. La sofferenza dell’uomo viene quindi proposta non come un argomento di discussione teologica, … …ma come una provocazione all’agire. Di questo operare, che è necessità per i discepoli, si mette in chiaro anche il fatto che è urgente, che occorre agire finché c’è il giorno! È Gesù che fa la differenza, è lui che rende giorno o notte, è lui la luce!
La guarigione Nei gesti di Gesù colpisce la determinazione. A differenza di altri segni, qui non abbiamo nessuna richiesta da chi ha bisogno. È assolutamente di Gesù l’iniziativa. È dono, puro dono. Non siamo di fronte a un segno che nasce dalla fede. Ma siamo davanti a un segno che vuol far nascere la fede! Nei suoi gesti è chiaramente evocata la creazione dell’uomo, descritta nel cap. 2 di Genesi.
La guarigione: Va’!... Anche il secondo passaggio è alquanto singolare. Gesù vuole coinvolgere attivamente i suoi interlocutori. Anche al cieco è chiesta una partecipazione, che significa una prima espressione di fiducia nella… PAROLA DI GESÙ. Andare alla piscina di Siloe… (Siloe=Inviato) Significa che in Gesù si può riconoscere il vero Inviato. Certamente questo “lavaggio” non può non evocare, nella comunità cristiana, l’esperienza battesimale!
La guarigione Acquistato un primo livello di vista,quest’uomo, ex cieco, inizia a mettere in crisi la capacità di vedere degli altri. La tragica esperienza del pregiudizio non è estranea ai percorsi di fede. La discussione che nasce sull’identità dell’uomo, alla sua ‘continuità’ tra il prima e il dopo, lo porta a una acquisizione importante. Egli capisce il nuovo che si cela e si rivela nella persona di Gesù. Si avvicina così alla scoperta della presenza di Dio nella persona di Gesù.
La guarigione L’ex cieco ripercorre con attenzione i suoi passi e mostra di possedere soltanto il… NOME di quell’uomo che è all’origine della sua trasformazione. Non è neppure in grado di indicare dove trovarlo, non lo ha ancora “visto”. Eppure per lui quel nome risuona per lui come… ANNUNCIO DI SALVEZZA LUCE che comincia a illuminare i suoi sguardi. L’unica possibilità che ha è consegnare agli altri la sua esperienza, il racconto del dono imprevisto e straordinario che ha ricevuto.
Sul Sabato La complessità della situazione e della questione richiede il ricorso agli esperti. Nasce così il confronto con i farisei, esperti della legge. In molte occasioni il confronto fra la novità di Gesù e l’applicazione rigida della legge fa nascere una forte tensione. Il conflitto si pone tra una evidenza buona per l’uomo ‘guarito’ e la norma che proibiva quanto accaduto. È un segnale della novità e della libertà di Gesù : deve aprirsi a una libertà fondamentale anche rispetto a tradizioni e abitudini consolidate.
La complessità dei gesti di Gesù lascia intendere che non è un conflitto accidentale, ma che in qualche modo c’è bisogno di passare attraverso questo conflitto perché gli occhi possano essere veramente aperti alla nuova realtà. La sua persona diventa motivo di divisione. Non è consentito restare indifferenti!
I genitori L’incredulità fa dubitare anche dell’evidenza, è motivo di rifiutare in tutti i modi una testimonianza. È così che si presenta la consultazione dei genitori. Il loro intervento descrive bene come non possa essere la paura, l’esclusione, la presa di distanza, il modo giusto per reagire alla provocazione che Gesù pone. Il loro chiudersi in ciò che “sappiamo” e in ciò che “non sappiamo” imprigiona questi genitori. Sembra quasi che non siano contenti della novità avvenuta nel loro figlio. Sembra quasi che la discussione sorta su questo segno che ha coinvolto il loro figlio crei loro molti più problemi di prima!
I maestri della legge Anche il dialogo dei farisei con l’uomo guarito da Gesù esprime drammaticamente il divaricarsi delle due posizioni. Da una parte un mondo che si propone di dare gloria a Dio e che rifiuta Gesù. Dall’altra la scoperta della novità di Gesù, che conduce a un rapporto trasformato con Dio. È chiaro che lo scopo dei farisei è quello di definire Gesù “peccatore”: la violazione della legge è per loro un dato incontrovertibile. L’ex cieco mette in gioco un’altra evidenza…
Il cambiamento che si è verificato in lui nell’incontro con Gesù è per lui un dato indiscutibile, una certezza dalla quale pensa di poter partire per un ulteriore cammino…
I maestri della legge Giovanni, attraverso il cieco nato, interpella un mondo di resistenza nei confronti dell’annuncio cristiano, rappresentato dai custodi del Giudaismo. Evidentemente segno di una sofferenza sua e forse della sua comunità nel non riuscire a condividere con tutti i fratelli di un tempo il tesoro scoperto in Gesù. Ma tale logica interpella i credenti di tutti i tempi (quindi noi), posti a confronto con quanto è ormai posseduto e tranquillamente insegnato e quanto accade, quanto si manifesta di buono e di grande fra gli uomini, che rivela un agire di Dio a volte non riconosciuto o, peggio, negato, contrastato!
Il gesto di cacciare fuori colui che ha suggerito una lettura diversa del personaggio Gesù richiama ancora l’attenzione dei cristiani anche del nostro tempo!
La fede in Gesù Un lungo percorso si è compiuto nell’ex cieco! A partire da un dono inaspettato, non richiesto, gratuito… …ha cercato di riflettere sull’identità di Gesù a confronto con il rifiuto e l’indifferenza di altri (genitori, maestri nella fede…). Ha ipotizzato che fosse un PROFETA. Ha argomentato che necessariamente doveva avere un rapporto confidenziale con Dio. La presentazione che alla fine gli viene fatta è del… FIGLIO DELL’UOMO
La fede in Gesù Ma nel presentarsi come tale Gesù offre come credenziali due elementi fondamentali dell’esperienza di quest’uomo: Lo hai visto… Parla con te… Con te che sei stato buttato fuori, rifiutato e abbandonato dai tuoi! La formula di fede, ormai quasi liturgica, accompagnata dal gesto della prostrazione, rappresenta il culmine del racconto e del cammino. Ciò che vale per aprirsi definitivamente alla fede in Gesù è quanto si è ricevuto in dono. Il vedere e l’ascoltare si incontrano nell’esperienza di quest’uomo, raggiunto dal tocco di Gesù, prima di qualsiasi sua domanda o risposta.
Gesù, la vera luce Il racconto poteva concludersi con la celebrazione del prodigio! Ma le parole di Gesù lo aprono al valore di SEGNO. Segno di una realtà che riguarda tutti e che interpella tutti. Siamo tutti in gioco. Essere ciechi o vedere è condizione che si verifica proprio a confronto dell’accoglienza o meno di Gesù.
SIGNORE! Figlio dell’uomo! Il cammino Viene da Dio! È un profeta! L’uomo Gesù
BUON LAVAGGIO ALLA PISCINA DI SILOE! E BUON RITORNO!!!