IL LINGUAGGIO POETICO La poesia è quell’arte che per trasmettere un’esperienza perennemente valida usa: il significato semantico delle parole; il suono delle parole; il ritmo che queste imprimono alle frasi. La poesia possiede alcune qualità della musica e riesce a trasmettere emozioni e stati d'animo in maniera più evocativa e potente di quanto faccia la prosa.
La poesia è presente nella nostra vita, anche in testi d’uso comune che imitano la poesia vera riprendendone alcuni aspetti formali: scrittura in versi, uso della rima, attenzione a particolari valori ritmici… C‘è una donna che semina il grano, Volta la carta si vede il villano Il villano che zappa la terra Volta la carta e viene la guerra E la guerra con tanti soldati Volta la carta ci sono i malati… ( F. De Andrè) Poltrone e sofà Alto tasso di qualità Questo è l’ombelico del mondo È qui che nasce l’energia Centro nevralgico del nuovo mondo Da cui passa una nuova via….. (Jovanotti)
Il Poeta Il poeta è un uomo che, pur vivendo nella realtà del suo tempo, tende a superare la realtà concreta, per comunicare un’esperienza perennemente valida: i suoi versi riflettono così sentimenti e interrogativi di sempre.
La strofa Il verso La rima Il linguaggio poetico FIGURE METRICHE RETORICHE DENOTAZIONE E CONNOTAZIONE
metrica Il componimento poetico per la presenza per la presenza si distingue per la presenza di strofe per la presenza di rime per la presenza di versi L’insieme delle regole che ordinano questi elementi si chiama metrica
ritmico Il verso Questa crea alternanza l’accento è l’unità metrica costituita da una serie di parole suddivise in sillabe in cui si alternano sil la be ac cen ta te e sil la be a tone ritmico Questa crea alternanza l’accento
Il Ritmo E’ la cadenza musicale da cui deriva l’armonia poetica che caratterizza il verso. Esso è dato dal numero delle sillabe del verso e dagli accenti ritmici disposti secondo particolari schemi in ogni tipo di verso. Gli accenti ritmici sono gli accenti fondamentali che cadono sulle sillabe toniche, cioè accentate, dove la voce si appoggia. Vediamone alcuni
Ritmo lento Ritmo lento e monotono come una nenia: Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca. Senti: una zana dondola pian piano. Un bimbo piange, il piccol dito in bocca; canta una vecchia, il mento sulla mano. La vecchia canta: Intorno al tuo lettino c’è rose e gigli, tutto un bel giardino. Nel bel giardino il bimbo s’addormenta. La neve fiocca lenta, lenta, lenta. (G. Pascoli, Orfano)
Ritmo calmo, meditativo: Forse perché della fatal quiete tu sei l’immago a me sì cara vieni o Sera! E quando ti corteggian liete le nubi estive e i zeffiri sereni e quando dal nevoso aere inquiete tenebre e lunghe all’universo meni sempre scendi invocata, e le secrete vie del mio cor soavemente tieni. (U. Foscolo, Alla sera)
Ritmo incalzante: E ripenso’ le mobili tende, e i percossi valli, e il lampo de’ manipoli, e l’onda dei cavalli, e il concitato imperio e il celere ubbidir. (A. Manzoni, Il Cinque Maggio, vv 79-84)
Ritmo veloce e martellante Scatta un comando: un fischio di rimando querulo, acuto, lungo, fora l’aria, e il treno si divincola su le rotaie sussultando e ansando. Diétro quàlche vétro quàlche vìso biànco quàlche rìso stànco strepitanti varcan varcano; e il treno con palpito eguale, guadagna fiammando nel buio, l’aperta campagna. quàlche gèsto lèsto; i vagoni si succedono e i furgoni sul binario trabalzanti (G. A. Cesareo, Parte il treno)
Il ritmo risulta dalla alternanza nei versi di sillabe con accenti tonici e sillabe con accenti atoni 2 sillabe S’al/za binario 3 sillabe ti /scher/ni ternario 4 sillabe da/mi/gel/la quaternario 5 sillabe nin/fa gen/ti/le quinario 6 sillabe Sul/chiù/so/qua/dér/no senario 7 sillabe da /vo/lar/ su/ le/ nu/bi settenario 8 sillabe Teo/do/ri/co/ di/ Ve/ro/na ottonario 9 sillabe Na/scon/di/ le/ co/se/ lon/ta/ne novenario 10 sillabe Sof/fer/ma/ti/ sul/l’a/ri/da/ spon/da decasillabo 11 sillabe Nel/mez/zo/del/cam/min/di/no/stra/vi/ta endecasillabo
I versi sono costituiti da un numero predeterminato di sillabe, dal quale prendono il nome 2 sillabe dié / tro bisillabo 3 sillabe ti /scher/ni trisillabo 4 sillabe da/mi/gel/la quadrisillabo 5 sillabe nin/fa gen/ti/le quinario 6 sillabe Dol/ci /miei /so/spi/ri senario 7 sillabe da /vo/lar/ su/ le/ nu/bi settenario 8 sillabe Teo/do/ri/co/ di/ Ve/ro/na ottonario 9 sillabe Na/scon/di/ le/ co/se/ lon/ta/ne novenario 10 sillabe Sof/fer/ma/ti/ sul/l’a/ri/da/ spon/da decasillabo 11 sillabe Per/ me/ si/ va/ ne/ la/ cit/tà/ do/len/te endecasillabo
Il verso Il verso non è altro che una riga di una poesia, la sua unità ritmica minima di lunghezza variabile. E’ la caratteristica più evidente del testo poetico. Il metro della poesia italiana è accentuativo: si fonda cioè su versi che, entro un numero definito di sillabe, alternano sillabe forti e sillabe deboli. MA... ATTENZIONE ! Un verso non si definisce quinario, perché ha cinque sillabe, o endecasillabo perché ha undici sillabe; e nemmeno ottonario, perché ne ha otto.
Il verso Spar-sa - le - trec-ce - mor-bi-de Il computo delle sillabe di un verso tiene conto anzitutto dell'accento tonico della parole finale. Consideriamo questi settenari di A. Manzoni, sono la prima strofa del coro famoso dell’ADELCHI Spar-sa - le - trec-ce - mor-bi-de Sul-l’ af-fan-no-so - pet-to Len-ta - le - pal-me, e - ro-ri-da di - mor-te il - bian-co - as-pet-to, Gia-ce - la- pia, - col - tre-mo-lo Sguar-do - cer-can-do il - ciel.
Il verso Il computo delle sillabe tiene conto anzitutto dell'accento tonico della parola finale. Sparsa le trecce morbide sull'affannoso petto lenta le palme, e ròrida di morte il bianco aspetto, giace la pia, col tremolo sguardo cercando il ciel. Considerate questi settenari di A. Manzoni, sono la prima strofa di un coro famoso dell' Adelchi Rorida=impregnata Bagnato di rugiada; estens. umido, madido di sudore • sec. XVI
Il verso Solo nel verso 2 le sillabe sono proprio sette; nel verso 1 le sillabe sono otto, nel verso 6 le sillabe sono sei: ma tutti i tre versi si considerano settenari: perché l'ultima parola del verso 1 è sdrucciola; l'ultima parola del verso 6 è tronca. Notate però che in tutte queste parole finali l'accento coincide con la sesta sillaba del verso. Per definire il numero di sillabe nel verso, dobbiamo contarle sino all’ultimo accento tonico e sommare 1
I versi sono costituiti da un numero predeterminato di sillabe, dal quale prendono il nome Diétro quàlche vétro quàlche vìso biànco Trisillabo Bisillabo o ternario o binario La morte si sconta vivendo (G.A.Cesareo) (G.Ungaretti)
I versi sono costituiti da un numero predeterminato di sillabe, dal quale prendono il nome Quinario Quadrisillabo Ecco il mondo vuoto e tondo, s'alza, scende, balza e splende (A. Boito) Il morbo infuria il pan ti manca: sul ponte sventola bandiera bianca (A. Fusinato)
I versi sono costituiti da un numero predeterminato di sillabe, dal quale prendono il nome Senario Settenario L’àlbero a cui tendévi la pargolétta màno, il vèrde melogràno da’ bei vermìgli fiòr, nel muto òrto solìngo rinverdì tutto or óra e giùgno lo ristòra di lùce e di calór. Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa
I versi sono costituiti da un numero predeterminato di sillabe, dal quale prendono il nome Ottonario Novenario Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. Il giorno fu pieno di lampi; ma ora verranno le stelle, le tacite stelle. Nei campi c’è un breve gre gre di ranelle. Le tremule foglie dei pioppi trascorre una gioia leggera.
I versi sono costituiti da un numero predeterminato di sillabe, dal quale prendono il nome Decasillabo A.Manzoni Conte di Carmagnola S'ode a destra uno squillo di tromba; a sinistra risponde uno squillo: d'ambo i lati calpesto rimbomba da cavalli e da fanti il terren. Endecasillabo E tu onore di pianti, Ettore, avrai, ove fia santo e lagrimato il sangue per la patria versato, e finché il Sole risplenderà su le sciagure umane. U. Foscolo Dei Sepolcri
Dodecasillabo o doppio senario I versi sono costituiti da un numero predeterminato di sillabe, dal quale prendono il nome Dodecasillabo o doppio senario Dagli àtrii muscósi, / dai Fòri cadènti, dai bòschi, dall’àrse / fucìne stridènti, dai sòlchi bagnàti / di sèrvo sudór, un vólgo dispèrso / repènte si désta; intènde l’orécchio, / sollèva la tèsta percòsso da nòvo / crescènte romór. A. Manzoni, Adelchi
I versi parisillabi. Ottonario Filastrocca del gregario corridore proletario, che ai campioni di mestiere deve far da cameriere, e sul piatto, senza gloria, serve loro la vittoria. Ottonario di Gianni Rodari Attenzione: poiché gli accenti cadono sempre sulla terza e sulla settima sillaba abbiamo una filastrocca con un ritmo cantilenante.
I versi parisillabi Il Conte di Carmagnola decasillabi S'ode a destra uno squillo di tromba; 3 - 6 - 9 a sinistra risponde uno squillo: 3 - 6 - 9 d'ambo i lati calpesto rimbomba 3 - 6 - 9 da cavalli e da fanti il terren. 3 - 6 - 9 Notate la struttura sempre identica, che si replica per tutto il componimento (128 versi), con un effetto ritmico molto particolare e ricercato.
I versi parisillabi struttura sempre identica Lo stesso capita in un altro notissimo componimento manzoniano, in dodecasillabi o senari doppi. Gli ictus cadono sempre nelle stesse posizioni. Adelchi Dagli atri muscosi dai fori cadenti, 2 – 5 - 8 - 11 dai boschi, dall'arse fucine stridenti,2 – 5 - 8 - 11 dai solchi bagnati di servo sudor, 2 – 5 - 8 - 11 un volgo disperso repente si desta; 2 – 5 - 8 -11 intende l'orecchio, solleva la testa 2 – 5 - 8 - 11 percosso da novo crescente rumor. 2 – 5 - 8 - 11 struttura sempre identica
Trisillabo Quinario Novenario Settenario Endecasillabo Versi imparisillabi I versi imparisillabi concedono molta libertà Il più usato di tutti è l'endecasillabo, che è anche quello che concede più libertà. Trisillabo Quinario Novenario Settenario Endecasillabo
Figure metriche uniscono separano Sinalefe – episinalefe Sineresi Dialefe Dieresi uniscono separano
Sinalefe o elisione un’unica sillaba Il computo delle sillabe in un verso tiene presente non solo le regole normali della morfologia, ma anche di alcune particolarità Sinalefe o elisione Consiste nel considerare due vocali contigue, una fine di parola e l’altra al principio di quella successiva,come un’unica sillaba Ei fu. Sicco me im mobile Dolce e chiara è la notte e senza vento(G. Leopardi, La sera del dì di festa, v.1) e tu non torni ancora al tuo paese! (G. Pascoli, Lavandare, v.8). e il naufragar m’è dolce in questo mare (G. Leopardi, L’infinito, v 15); nel muto orto solingo (G. Carducci, Pianto antico, v 5).
episinalefe un’unica sillaba Il computo delle sillabe in un verso tiene presente non solo le regole normali della morfologia, ma anche di alcune particolarità episinalefe Consiste nel considerare due vocali contigue, una fine di verso e l’altra al principio di quello successivo, come un’unica sillaba pei bimbi che mamma le andav a a prendere in cielo.(G. Pascoli, La figlia maggiore, 7-8) È l'alba: si chiudono i peta li un poco gualciti; si cova, dentro l'urna molle e segreta, non so che felicità nuova.(G. Pascoli, Il gelsomino notturno).
Ed oggi nella troade inseminata Il computo delle sillabe in un verso tiene presente non solo le regole normali della morfologia, ma anche di alcune particolarità sineresi Consiste nel considerare due vocali contigue, all’interno della stessa parola, come un’unica sillaba Ed oggi nella troade inseminata “..morte bella parea nel suo bel viso..” (Petrarca, Canzoniere, Trionfo della morte, v.172) la sineresi interviene due volte (parea, suo) “..ed erra l'armonia per questa valle..” (G. Leopardi, Il passero solitario, v.4)
“..tant'era pien di sonn o a quel punto..” Il computo delle sillabe in un verso tiene presente non solo le regole normali della morfologia, ma anche di alcune particolarità Dialefe o iato Diversamente dalla sinalefe,considera le due vocali (finale e iniziale di parola) come due sillabe separate “..tant'era pien di sonn o a quel punto..” (Dante, Inferno, Canto I) va scandito così: Tan -t'e -ra -pien -di -son -no -a -quel-pun –to ottenendo il computo di undici sillabe metriche.
Forse perché della fatal qui ëte Il computo delle sillabe in un verso tiene presente non solo le regole normali della morfologia, ma anche di alcune particolarità dieresi Consiste nel considerare le due vocali contigue all’interno di una parola come due sillabe separate Forse perché della fatal qui ëte “Dolce color d’orï/ental zaffiro” (Dante, Purgatorio, I, v.13) “orïental” va letto come se fosse scandito in quattro sillabe (”o-ri-en-tal”). A te convien tenere altro vï/aggio (Dante, Inferno, Canto I).
Prossima unità didattica Le figure retoriche Prossima unità didattica Sono accorgimenti formali, processi stilistici letterari e poetici per arricchire il senso del messaggio Figure semantiche Figure sintattiche Figure fonetiche