Le rivoluzioni inglesi La regina Elisabetta morì senza lasciare eredi, il trono inglese passò al re di Scozia, Giacomo I Stuart, e poi a Carlo I, l’uno figlio, l’altro nipote di Maria Stuart Gli Stuart si scontrarono però con la decisa opposizione del parlamento. Diviso in: Camera dei Lord, composta da rappresentanti dell’aristocrazia e dell’alto clero, e Camera dei Comuni, formata dalla piccola nobiltà di campagna (gentry) e dai borghesi (mercanti, artigiani, professionisti) delle città.
Lo scontro fra gli Stuart e il parlamento nacque per motivi legati all’imposizione delle tasse, ma fu reso ancora più duro dai contrasti religiosi l’Inghilterra era prevalentemente anglicana, ma l’Irlanda era cattolica e la Scozia era presbiteriana Alla Camera dei Comuni sedevano già parecchi puritani (i presbiteriani inglesi più radicali) che, ispirandosi alle dottrine di Calvino, criticavano aspramente la Chiesa anglicana e anche il re che ne era il capo. Per tenere a freno il parlamento, Carlo I evitò di convocare le Camere per ben undici anni
NEL 1642 SI GIUNSE ALL GUERRA CIVILE Ilre poteva contare sul nord e l’ovest del Paese, mentre le ricche regioni dell’est e del sud si schierarono col parlamento. Capo delle truppe parlamentari fu Oliver Cromwell, un puritano. Egli organizzò un esercito di tipo nuovo, in gran parte formato da volontari, molto motivati a combattere perché convinti di compiere una missione voluta da Dio. Guidate da Cromwell, le forze parlamentari ebbero la meglio: CARLO I fu sconfitto, fatto prigioniero, processato per alto tradimento e dannato a morte Nel 1649 fu abolita la Camera dei Lord e venne proclamata la repubblica.
Il protettorato di Cromwell e il ritorno della monarchia Continuarono le divisioni religiose e politiche Irlandesi e Scozzesi riconobbero come sovrano legittimo il figlio di Carlo I . Cromwell soffocò in pochi anni ogni ribellione: in Irlanda la repressione fu così spietata che 600.000 Irlandesi, su una popolazione di un milione e mezzo di abitanti, furono uccisi o costretti a emigrare Cromwell rifiutò la corona di re, si fece nominare Lord protettore d’Inghilterra, Scozia e Irlanda, con il titolo di «Altezza» Alla sua morte, la carica passò al figlio che non riuscì a controllare il potere: ritornarono gli Stuart: la monarchia venne ristabilita.
Cambiamenti nel parlamento inglese Nel parlamento emergono due schieramenti: tories, sostenitori del potere del re e della Chiesa anglicana, whigs, che volevano accrescere il peso politico dell’assemblea ed erano più tolleranti nei confronti delle altre religioni (fuorché quella cattolica). Nel 1679 i parlamentari emanarono una legge, detta dell’Habeas corpus, in difesa dei diritti dei sudditi. Nel 1688 esclusero per sempre gli Stuart dal trono e offrirono la corona d’Inghilterra all’olandese Guglielmo III d’Orange (1650-1702), protestante come la moglie Maria, figlia dell’ultimo sovrano Stuart.
La “gloriosa rivoluzione” La cacciata degli Stuart era avvenuta senza spargimento di sangue, gli storici inglesi chiamarono “gloriosa” questa seconda e pacifica rivoluzione (1688-1689) Prima dell’incoronazione, Maria e Guglielmo dovettero accettare una sorta di Dichiarazione dei diritti (Bill of Rights, in inglese), in cui si elencavano i poteri e i diritti del parlamento che i sovrani dovevano impegnarsi a rispettare (1689). Nasceva così in Inghilterra la prima monarchia costituzionale e parlamentare, una forma di governo in cui la legge stabilisce i limiti del potere del re e il parlamento ne controlla l’operato. Finirono i contrasti civili e religiosi, e nel 1707 unificò Inghilterra e Scozia, dando origine a un nuovo organismo statale, il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda.