Fonologia e ortografia: suoni e segni della lingua italiana

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Transcript della presentazione:

Fonologia e ortografia: suoni e segni della lingua italiana La lingua nasce, in origine, come un insieme di suoni. Nel passaggio dalla lingua parlata alla lingua scritta i suoni diventano segni, ovvero combinazioni di lettere che formano parole.

La FONOLOGIA è la parte della grammatica che studia i “suoni” (fonemi= da phoné, voce) e il modo in cui essi, combinandosi tra loro, comunicano significati L’ORTOGRAFIA è la parte della grammatica che studia i “segni” (grafemi= da gràpho, scrivo) di cui ci serviamo per scrivere correttamente i suoni.

DUBBI ORTOGRAFICI Spesso l’uso degli accenti e degli apostrofi genera dubbi e incertezze in chi si accinge a scrivere un testo. Se utilizziamo il computer, il dizionario ortografico del programma di scrittura (Word) segnalerà e/o correggerà automaticamente i nostri errori… Ma se scriviamo a mano? Siamo in grado di distinguere l’accento acuto da quello grave? Siamo in grado di utilizzare in modo corretto le regole dell’elisione e del troncamento? Riportiamo di seguito una scheda sintetica che potrà aiutarvi a sciogliere i dubbi e a evitare errori ortografici grossolani.

ACCENTI L’accento è sempre grave ( ` ) sulle vocali a, i, u già così più Dà = per distinguere la voce del verbo “dare” (3° pers. sing. pres. indic.) dalla preposizione uguale da e dall’imperativo da’) là (avv. di luogo, per distinguerlo dall’articolo e dal pronome la) lì (avv. di luogo, per distinguerlo dal pronome personale li) dì (giorno) sì (affermazione, per distinguerlo dal pronome)

Monosillabi da non accentare mai qui (avverbio) qua (avverbio) so (prima persona dell'indicativo presente del verbo sapere) sto (prima persona dell’indicativo presente del verbo stare) do (prima persona singolare del verbo dare) sa (terza persona dell'indicativo presente del verbo sapere) fu (terza persona del passato remoto del verbo essere) blu (sostantivo o aggettivo) re (sostantivo) tre (numero) su (avverbio e preposizione) es. Vieni su; L'ho visto su una barca fa (terza persona dell'indicativo presente del verbo fare) va (terza persona dell'indicativo presente del verbo andare) sta (terza persona dell’indicativo presente del verbo stare)

ACCENTO ACUTO E ACCENTO GRAVE Sulle vocali e ed o può essere sia acuto ( é ) che grave ( è ) Vogliono l’accento grave (vocale aperta): caffè thè è cioè

Vogliono l’accento acuto (vocale chiusa): perché affinché giacché sé (pronome, ma se scrivo “se stesso” l’accento non ci vuole) né…né (congiunzioni coordinate; ne particella pronominale non vuole l’accento: “il caffè è buono, ne vuoi un po’?”)

APOSTROFO L’elisione: è la perdita, sia fonetica che grafica, della vocale finale atona (non accentata) di una parola davanti alla vocale iniziale della parola seguente. L’apostrofo è il segno grafico che indica la caduta della vocale. (esempi: l’amica, quell’uomo, un’altra, bell’esempio, Sant’Antonio)   L’apocope o troncamento: è la caduta dell’elemento fonico (vocale o sillaba) davanti a parole che possono cominciare per consonante o per vocale. La caduta non è segnalata dall’apostrofo (esempi: un uomo, buon uomo, San Vito). ATTENZIONE: Qual è e tal è si scrivono senza apostrofo

ECCEZIONI po’ / poco (gradirei un po’ di attenzione) L’apostrofo, dunque, segue il fenomeno dell’elisione. Tuttavia: vogliono l’apostrofo alcune parole che hanno subito il troncamento di un’intera sillaba po’ / poco (gradirei un po’ di attenzione) mo’ / modo (ti dico ciò a mo’ di esempio) ca’ / casa, in dialetto veneziano (ho studiato all’Università Ca’ Foscari di Venezia)

Vogliono l’apostrofo anche alcuni imperativi da’ /dai (da’ retta a tua madre!) di’ / dici (di’ pure quello che pensi) fa’ / fai (fa’ presto!) sta’ / stai (sta’ zitto!) va’ / vai (va’ e torna subito!) Attenzione: “anni fa” è una locuzione avverbiale di tempo… “fa” non va accentato, né apostrofato!

DISSIPIAMO ALCUNI DUBBI FORMA CORRETTA FORMA SBAGLIATA ALL’INCIRCA ALLINCIRCA QUANT’ALTRO D’ACCORDO DACCORDO SENZ’ALTRO SENZALTRO D’ALTRONDE DALTRONDE TUTT’E DUE TUTTEDUE TUTTEDDUE L’ALTR’ANNO LALTRANNO L’ALTRANNO TUTT’OGGI TUTTOGGI POC’ANZI POCANZI TUTT’UNO TUTTUNO DAVANTI D’AVANTI TRA L’ALTRO TRALALTRO

ANCORA QUALCHE DUBBIO Si scrivono senza apostrofo gli avverbi composti di ora: finora, sinora, tuttora, allora; fa eccezione mezzora, poiché è corretto scrivere anche mezz’ora. A parte (locuzione) e non “apparte” Apposta (avverbio) e non “a posta” (raddoppiamento fonosintattico) Incontro (locuzione prepositiva) e non “in contro”

Accademia della Crusca Alcune parole sono registrate nel DOP (Dizionario ortografico e della pronuncia) anche in forma unita, sempre con la notazione di "forme rare" o comunque meno comuni delle corrispondenti in forma separata: affianco è registrato con rimando alla forma separata ammenoché è registrato con rimando alla forma separata ed è indicato come meno comune daccordo è indicata come forma meno comune daltronde è indicata come forma meno comune pocanzi è indicata come forma meno comune senzaltro, tuttaltro e tuttoggi sono indicate come forme rare