LYNN HUNT La forza dell’empatia. Una storia dei diritti dell’uomo
Lynn Hunt (1945) È titolare della cattedra Eugen Weber di Storia Moderna Europea all'Università di California a Los Angeles (UCLA). Nel 2002 è stata Presidente della American Historical Association. Già militante femminista, è considerata una delle massime specialiste di storia della rivoluzione francese, pioniera della «cultural history» e della «gender history», ha anche pubblicato testi sulla storia dell‘omosessualità, dell’erotismo e della pornografia nel XVIII secolo. OPERE: Revolution and Urban Politics in Provincial France (1978). Politics, Culture, and Class in the French Revolution (1984) The Family Romance of the French Revolution (1992) The New Cultural History (1989) Telling the Truth about History (1994) Histories: French Constructions of the Past (1995) Beyond the Cultural Turn (1999) Inventing Human Rights. A History (2007) La storia culturale nell'età globale (2010)
I diritti umani richiedono tre qualità interdipendenti: Essere naturali (inerenti gli esseri umani) Essere uguali (gli stessi per tutti) Essere universali (applicabili ovunque)
Empatia = Autonomia L’empatia implica l’autonomia L’autonomia implica la separatezza e il rispetto dei confini fra un corpo e l’altro L’autonomia implica la inviolabilità del corpo umano che appartiene a ciascun individuo L’empatia si basa sul riconoscimento che gli altri sentono e pensano come noi e che la nostra sensibilità interiore è simile a quella di tutti gli altri esseri umani, nessuno escluso
Empatia come uscita dall’autismo sociale L’empatia si sviluppa con l’interazione sociale, la capacità di identificarsi al di là delle divisioni sociali e di ceto. M.me de Châtelet esitava a spogliarsi di fronte al suo amante Voltaire, ma non aveva alcun pudore di fronte ai suoi domestici (anche maschi), ritenuti evidentemente meno umani.
La marchesa Emilie de Chatelet: amante e musa ispiratrice di Voltaire Allieva di Newton e di Maupertuis e studiosa di fisica e di matematica, la marchesa Emilie de Chatelet è una delle rare figure femminili di intellettuale nella Francia del Settecento. Legata per molti anni a Voltaire, lo ospita a lungo nel suo castello.
Come si prepara la conquista settecentesca dell’empatia? Scoperta dell’individualità Crisi dell’autorità paterna Fruizione di musica e teatro in silenzio Affermazione della ritrattistica Affermazione di romanzi e periodici che rendono accessibili al largo pubblico storie di vita quotidiana Delegittimazione della tortura giudiziaria
Nel Settecento è in atto un epocale mutamento di sensibilità Empatia = immedesimarsi Solo nel XVII è possibile pensare ad «immedesimarsi» in qualcuno Perché? Processo di individualizzazione Più spiccata identità degli individui (ritratti)
La tesi di Lynn Hunt «La mia argomentazione si basa sull’idea che la lettura delle descrizioni di torture o dei romanzi epistolari abbia prodotto effetti fisici che si sono tradotti in modificazioni cerebrali per poi ripresentarsi come nuove idee in merito all’organizzazione della vita sociale e politica. Nuove forme di lettura (e di osservazione, di ascolto) crearono nuove esperienze individuali (empatia), che a loro volta favorirono la nascita di nuovi concetti sociali e politici (diritti umani).»
I. «Torrenti di emozioni». Leggere romanzi e immaginare l’uguaglianza J.J. Rousseau, Julie, ou La nouvelle Héloise (1761), romanzo epistolare di straordinario successo che suscita nei lettori (e nelle lettrici) emozioni senza precedenti [cfr. R. Darnton sulle lettere dei lettori all’editore]. Tra il 1761 e il 1800: si pubblicano 115 edizioni del romanzo. Il pubblico si identifica nei protagonisti, come accadrà di lì a poco anche col Werther di Goethe (1774) e come era già accaduto con la Pamela di Richardson (1740).
La lettura dei romanzi mina la moralità? Le lettura emoziona quindi indebolisce, rende più fragili le menti e i corpi, più propensi ad essere posseduti dalle passioni Le donne sono più propense alle passioni e sono voraci lettrici di romanzi Leggendo le donne vengono meno ai propri doveri (di figlie, di mogli, di madri) Particolarmente condannabile la lettura a letto (che favorisce mollezze e licenziosità)
Eroine femminili Le eroine femminili dei romanzi (create tutte da autori maschi) sfidano le regole e affermano la propria autonomia individuale (per lo più in ambito famigliare e matrimoniale). Si finisce per affermare il divorzio come diritto naturale (Jefferson) … divorzio anche dalla «madre-patria» (1776)
Compassione I romanzi stimolano la compassione verso creature oppresse (donne, bambini, schiavi) La compassione induce a rivendicare diritti umani
II. «Ossa delle loro ossa». L’abolizione della tortura Il caso Calas è la prima campagna di stampa contro la tortura e per la «giustizia giusta»
Le grandi battaglie di Voltaire: il caso Calas (1761-62) Le grandi battaglie di Voltaire: il caso Calas (1761-62). Una delle prime campagne di stampa dell’età moderna 1761: Jean Calas, mercante di stoffe a Tolosa, ugonotto, è accusato di aver ucciso il figlio Marc-Antoine perché si convertisse al cattolicesimo. In realtà la famiglia ha semplicemente occultato il suicidio del figlio, malato di mente, per evitare il disonore, lo scempio del cadavere e il sequestro dei beni. 1762: Jean Calas è condannato a morte per smembramento sulla ruota, dopo settimane di tortura. La sua famiglia è deportata e dispersa. 1762: Voltaire prende le difese di Calas e – in seguito ad una vigorosa campagna di stampa culminata nel 1763 con la pubblicazione del Traité sur la tolérance - ne ottiene la riabilitazione postuma nel 1765 da parte dei Maîtres des Requêtes (suprema corte di revisione parigina).
- Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene (1764) - Pietro Verri, Osservazioni sopra la tortura (1760, 1777) Il libro è in realtà frutto di una discussione a due fra C. Beccaria e di P. Verri il quale, con le Osservazioni inedite aveva già l’abolizione della tortura giudiziaria scontrandosi con l’opposizione della magistratura milanese a capo della quale siede suo padre Gabriele Verri, presidente del Senato di Milano. Beccaria scrive il suo trattato a partire dagli appunti di Verri che giungeranno ad una versione definitiva e aggiornata, pubblicata solo nel 1777.
Le forme del punire Umiliazione pubblica (gogna) Pene corporali (fustigazione, marchiatura a fuoco) Tortura giudiziaria (non pena, ma strumento processuale per estorcere la confessione) Supplizio (impiccagione, rogo, annegamento, ruota, squartamento)
Lo spettacolo pubblico del dolore Le esecuzioni pubbliche diventano uno spettacolo in cui il popolo parteggia (pericolosamente) sempre più spesso per il condannato (compassione) L’esecuzione non è più un rito sacrificare in cui il corpo del condannato è altro da sé, ma diviene un rito empatico
Un mutato atteggiamento nei riguardi della sofferenza «Poiché il dolore e il corpo stesso ora appartenevano soltanto all’individuo, anziché alla comunità, l’individuo non poteva più essere sacrificato per il bene comune o per un fine religioso superiore». «Se nel vecchio regime il dolore era servito come simbolo di riparazione, ora appariva come un ostacolo a qualsiasi forma significativa di riscatto». Di conseguenza, nella nuova mentalità, la pena crudele inflitta in pubblico costituiva un attacco alla società, più che una sua riaffermazione».
Riservatezza Si afferma solo nel Settecento l’idea di riservatezza (pudore) che impone di non fare i propri bisogni in pubblico, non apparire nudi, non fare il bagno insieme, non dormire con estranei, non mangiare nella stessa scodella, non fare sesso in pubblico o di fronte ai figli. Solo dopo il 1750 si ascolta la musica o si assiste ad una rappresentazione teatrale in silenzio e non passeggiando, mangiando, chiacchierando
Spazi abitativi riservati e separati Si separa la camera da letto dalla sala da pranzo Si introducono i corridoi a separare e isolare le singole stanze (fine della suite francese)
Il ritratto Nel XVIII secolo si afferma l’arte del ritratto (individuale) come genere borghese e non solo aristocratico e celebrativo Ritratto come indagine psicologica, come rivelazione dell’intimo
III: «Hanno dato un grande esempio». La dichiarazione dei diritti Perché i diritti devono essere enunciati in una dichiarazione? Una dichiarazione pubblica e solenne sancisce i cambiamenti che si sono verificati negli atteggiamenti di fondo. Prende atto e al tempo stesso contribuisce a determinare un mutamento di atteggiamento. Crea una nuova base per il governo (1776, 1789).
“… la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità” “Noi riteniamo queste verità di per se stesse evidenti : che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili Diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo più adatta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità”.
4 luglio 1776: la dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America
La prima affermazione al mondo della naturalità dei diritti umani «Noi riteniamo queste verità di per sé evidenti» Perché? Se Jefferson avesse fornito spiegazioni l’ovvietà dell’affermazione sarebbe svanita e con essa la sua forza argomentativa. Infatti un’affermazione che richiede una spiegazione non è «di per sé evidente».
Oltre il giusnaturalismo Diritti naturali e diritti storici (frutti di conquista) Diritti dell’uomo come diritti universali Le espressioni usate sono: uomo, ogni uomo, uomini, ogni cittadino, tutti i cittadini, società, ogni società, l’umanità Tutti senza esclusioni? …e le donne, e gli schiavi …?
IV. «Non avrà mai fine». Le conseguenze delle dichiarazioni Le minoranze religiose (anche se minoranze) devono godere di eguali diritti La battaglia per i diritti non avrà mai fine: DIRITTI dei bambini, dei disabili, degli omosessuali, degli animali, ecc. DIRITTO alla vita e alla buona morte (eutanasia), alla salute, alla casa, all’istruzione, all’assistenza, al lavoro, ecc.
V. «Il debole potere del senso di umanità» V. «Il debole potere del senso di umanità». Perché i diritti umani hanno impiegato molto tempo a imporsi L’universalismo non rispetta le tradizioni (e la storia) L’universalismo mette in crisi la gerarchia sociale Nazionalismi dell’Ottocento Dottrine biologiche della razza Il comunismo sovietico afferma i diritti ma li nega di fatto
Una moltitudine di indignati che chiede una risposta «La storia dei diritti umani dimostra che alla fine il miglior modo di difendere i diritti è affidarsi ai sentimenti, alle convinzioni e alle azioni di un gran numero di individui che chiedono risposte che si accordino con il loro senso dell’indignazione». (Lynn Hunt)
Dai primi insediamenti britannici alla nascita degli Stati Uniti d’America 1620-1776-1783
Il continente americano: uno spazio “europeo”
I grandi imperi coloniali: l’impero britannico
I grandi imperi coloniali: l’impero francese
Le caratteristiche del colonialismo britannico Non si sviluppa per iniziativa dello Stato centrale (come in Spagna) ma della società civile, di cui segue le contraddittorie vicende. Il Parlamento inglese non ha poteri sulle colonie, ma solo sul commercio imperiale I Governatori delle colonie sono nominati e dipendono solo dal re; non rispondono al Parlamento.
Come nascono le colonie inglesi? Fondate dalle compagnie mercantili Concessioni del re a singoli favoriti Trasferimento oltreoceano di gruppi religiosi e politici sconfitti o emarginati (padri pellegrini): Congregazionalisti in Massachussets (1630) Monarchici anticromwelliani in Virginia (1650) Quaccheri in Pennsylvania (1682)
Dal padri pellegrini agli Stati Uniti Maggio 1620: 115 esuli inglesi, calvinisti “biblicisti”, si imbarcano a Plymouth sul vascello Mayflower (fiore di maggio) diretti in America. Il loro scopo è fondare in America una Nuova Gerusalemme.
Dal padri pellegrini agli Stati Uniti Luglio 1620: i Padri pellegrini sbarcano alla Plymouth Rock, presso Boston, e pronunciano un solenne giuramento (Covenant): un patto fra eguali e con Dio, finalizzato al benessere generale (Commonwealth). Nasce la libera colonia del Massachussets (Boston), primo nucleo della “Nuova Inghilterra” puritana
Le caratteristiche della società civile americana Protagonisti della rinascita americana sono gli attivisti Puritani, sconfitti in Inghilterra nel 1620, ma vittoriosi nel 1649. Puritani = purificazione della religione anglicana di tutti i residui di cattolicesimo. Indotti all’esilio nelle colonie, i Puritani scelgono il Nuovo Mondo come terra di missione (missione nel deserto = colonizzazione e conversione)
Commonwealth of Massachussets (Boston) Comunità di eguali fondata sull’autogoverno (l’assemblea dei rappresentanti elegge il proprio governatore) Isola repubblicana sotto la corona britannica
Colonie inglesi e orientamenti religiosi 1620: Massachussets (Boston) e Connecticut (White Plains) – puritani congregazionalisti inglesi 1624: Nuova Amsterdam (poi New York) calvinisti olandesi 1632: Maryland (Baltimora) donata da Carlo I a Lord Baltimore – nobiltà cattolica e contadini protestanti 1650: Virginia (Richmond) donata da W. Raleigh a Elisabetta I – rifugio di nobili monarchici anglicani e anticromwelliani, sfuggiti alla rivoluzione 1682: Pennsylvania (Philadelphia) – fondata da W. Penn guida spirituale della comunità quacchera
Le tredici colonie britanniche
Le colonie come “mondo alternativo” Le colonie divengono, rispetto all’Inghilterra, una sorta di mondo alla rovescia: Mancanza di un’aristocrazia ereditaria Tolleranza e pluralismo religioso Governo locale di tipo repubblicano Mobilità sociale e geografica Incrocio etnico fra coloni europei e (in misura minore) fra coloni e nativi
Europei e indigeni: una difficile convivenza Prima della guerra d’indipendenza i coloni europei e gli indigeni (pellerossa) convivono gli uni accanto agli altri senza eccessivi problemi; in numerosi casi si formano piccole comunità miste. Nel 1763-65 una rivolta indiana guidata da Pontiac minaccia le guarnigioni inglesi del Middle West
Gli Irochesi dei Grandi Laghi Le tribù indigene si concentrano nella regione dei grandi laghi al confine fra il Canada e colonie della Nuova Inghilterra. Gli Irochesi sviluppano soprattutto il commercio delle pelli.
Il sistema coloniale americano Tessuto sociale disaggregato e differenziato Necessità del consenso per governare i territori delle colonie = ruolo delle assemblee locali Non si può parlare di sfruttamento economico delle colonie, ma di crescita indotta dalla madrepatria: “Navigation Acts” come gabbia economica di riferimento, ma ampia libertà all’interno dei sistema ed esenzione dalle tasse (e protezione militare)
Economia In presenza di un fortissimo aumento della popolazione delle colonie americane (da 250.000 abitanti nel 1700 a 2.150.000 nel 1770) Le colonie forniscono alla madrepatria materie prime agricole: grano, riso, legname, pesce, pellicce, tabacco, indaco, catrame. … e assorbono manufatti provenienti dalle industrie inglesi. È attivo anche il contrabbando che rifornisce di materie prime e di prodotti lavorati le colonie spagnole e francesi e i paesi europei rivali dell’Inghilterra (Francia).
Colonie francesi in America
La guerra dei sette anni (1756-1763) La presenza francese (dai Grandi Laghi allla valle del Mississippi) a ovest del New England blocca l’espansione delle colonie britanniche. La guerra dei sette anni investe principalmente le colonie americane e vede la sconfitta dei francesi, costretti a cedere all’Inghilterra i territori del Canada (Québec) e della Luisiana. Il ruolo delle colonie britanniche si rafforza in assenza di un riconoscimento del loro ruolo militare, politico ed economico da parte della madrepatria.
Nuove e inedite alleanze FRANCIA – AUSTRIA (1756) Con il trattato di Parigi del 1756 (premessa della guerra dei sette anni) si afferma l’inedita alleanza dei due storici rivali che garantirà all’Europa, per la prima volta dopo secoli… trent’anni di pace (1763-1792) e di riforme
La guerra dei sette anni (1756-1763) FRANCIA contro INGHILTERRA AUSTRIA contro PRUSSIA Prima vera guerra mondiale, per il controllo delle risorse coloniali, frutto del rovesciamento delle alleanze del 1756. Rivalità parallele, ma non incrociate. Si svolge prevalentemente fuori d’Europa (America e Asia) e si risolve con la fine della presenza francese in America e in India e con il rafforzamento dell’Impero coloniale britannico.
Quasi trent’anni di pace europea (1763-1792) Egemonia dell’Inghilterra, principale potenza coloniale e commerciale Emergere della potenza russa (Caterina II, 1762-1796) Spartizione della Polonia (1773) e sua successiva sparizione (1795) Emergere degli Stati Uniti d’America (1776)
Giorgio III e William Pitt
L’inizio della crisi dei rapporti anglo-americani Il governo inglese deve risollevare le finanza pubbliche svuotate e impone nuovi gravami sulle colonie americane: - mantenimento di un esercito di 10.000 uomini di stanza in America (1763) - divieto di avanzare a ovest e di trattare con gli indiani - dazio sulla melassa importata dai Caraibi (1764) - divieto di monetazione (certificati coloniali) - Stamp Act = legge sul bollo (1765) L’élite delle colonie reagisce radicalizzando le proprie posizioni antibritanniche.
Si rinnova il mito del “Nuovo Mondo” Non ridurre la “rivoluzione americana” alla sola guerra civile (1775-1783), ma cogliere la crisi politica e sociale di medio periodo (1750-1787). MATRICE: puritanesimo democratico + illuminismo radicale (Locke+Montesquie+Rousseau) CAUSA OCCASIONALE: 1765 tasse inglesi (zucchero, bollo, thé) non approvate dai coloni (“No taxation without representation”) ESITO: autogoverno / repubblica federale Modello costituzionale: Pennsylvania (1776), Costituzione federale USA (1787)
Le tappe dell’indipendenza 1750-83 ANNO TAPPE RIVENDICAZIONI RISULTATI 1750-65 Premesse Partecipazione 1765-76 Contrasto Autonomia 1774: Leggi intollerabili 1776-83 Guerra Indipendenza 1776: dichiarazione d’indipendenza
Una problema di definizione Guerra civile americana (definizione neutra) Rivoluzione americana(rivoluzione democratica, rivoluzione pacifica) [premessa della rivoluzione francese] Guerre per l’indipendenza americana [fondazione degli USA] Secessione delle colonie [è la prospettiva britannica] Ogni definizione cela un’interpretazione diversa.
Il “Thea party” di Boston (1773) Travestiti da indigeni, un gruppo di coloni assalta una nave britannica nella baia di Boston gettando a mare le casse di thé inglese, simbolo dell’oppressione coloniale della Compagnia delle Indie. È l’inizio della rivolta.
La guerra d’indipendenza (1775-81) Preceduta da una rivolta a Boston (1775), nel corso della quale viene abbattuta la statua di Giorgio III, si sviluppa una vera e propria guerra civile fra l’esercito britannico e l’esercito dei coloni guidato da George Washinghton.
Come reagiscono nativi e schiavi alla guerra d’indipendenza? La maggior parte dei nativi (cherokee, mohawks) si schiera con l’esercito inglese, a tutela degli accordi governativi che limitavano lo sfruttamento delle terre. Solo in alcuni stati del nord viene abolita la schiavitù e i neri si schierano con la rivoluzione. Molti schiavi (20.000) si arruolano nell’esercito britannico in cambio della liberazione dalla schiavitù.
Il ritorno degli schiavi in Africa Dopo la fine della guerra 15.000 schiavi liberati lasciano gli Stati Uniti per raggiungere l’Africa Dopo la fine della guerra 60.000 coloni lealisti lasciano gli Stati Uniti per tornare in Inghilterra o insediarsi in Canada, Florida, Bahamas, Australia.
George Washington (1732-1799) Nominato comandante in capo delle truppe delle colonie, il generale George Washinghton guida la rivolta militare contro gli inglesi conseguendo dopo sette anni di guerra (1775-1781) una netta vittoria alla fine del 1781. Gran Maestro della Massoneria americana, nel 1789 sarà eletto primo presidente degli Stati Uniti d’America.
Washington in abbigliamento massonico
4 luglio 1776: la dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America
“Quando nel corso degli umani eventi…” “… si rende necessario per un popolo sciogliere i legami politici che lo hanno stretto ad un altro popolo ed assumere tra le potenze della terra lo stato di potenza separata ed uguale a cui la Legge di Natura e del Dio della Natura gli danno pieno diritto, un giusto riguardo alle opinioni dell’umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione”.
“… la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità” “Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili Diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo più adatta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità”.
Thomas Jefferson (1743-1826) Membro della Convenzione della Virginia nel 1774 Membro del Congresso Continentale nel 1775 Nel 1776 è il principale autore della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti. Governatore della Virginia (1779-80) è fra i fondatori del Partito Repubblicano. Ambasciatore a Parigi (1785-89) assiste alla prima fase della Rivoluzione francese. Presidente degli Stati Uniti dal 1801 al 1809.
Benjamin Franklin (1706-1790) Esponente tipico della nuova società americana: intellettuale eclettico, giornalista, tipografo, scienziato (è l’inventore del parafulmini) e uomo politico. Deputato al Parlamento inglese nel 1751, sostiene le rivendicazioni delle colonie. Rappresentante delle Tredici colonie a Parigi nel 1778 sigla il trattato di alleanza con la Francia. È considerato uno dei padri della Costituzione americana (1783) Presidente dello Stato della Pennsylvania (1787-90).
Le Tredici colonie Unite e Benjamin Franklin, ispiratore della Costituzione di Filadelfia
Europa e America: modelli politici a confronto Nelle colonie americane in rivolta si afferma un modello politico opposto a quello dell’assolutismo illuminato. L’Europa si interroga sulla sua applicabilità nel vecchio continente. Sarà mai possibile governare un grande stato europeo con istituzioni politiche democratiche, repubblicane, federali, ad ampia partecipazione popolare?
Le novità della costituzioni americana Separazione netta fra Stato e Chiesa: 1° emendamento: “Il Congresso non potrà emanare alcuna legge che riguardi il riconoscimento ufficiale di una religione o che ne vieti l’esercizio”. Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere, autonome e indipendenti. Democrazia diffusa: Tutte le rappresentanze sono elettive, con limite rigoroso alla durata delle cariche pubbliche Assemblee locali + assemblee intermedie + Assemblea generale (= Congresso) Diffuso sistema di controlli e di equilibri (gli uomini sono malvagi quindi si devono controllare a vicenda)
Storicizzare l’America Solo con l’indipendenza americana si inizia a storicizzare l’America e a ragionare sulla grande trasformazione in atto da tre secoli. Solo dopo la conclusione della rivoluzione francese si recupera la «rivoluzione» americana come rivoluzione nazionale, democratica e pacifica, quindi «buona» (Washington/Napoleone). Lo storico piemontese Carlo Botta è uno dei primi a compiere questa operazione con la Storia della guerra d'Indipendenza degli Stati Uniti d'America, pubblicata nel 1809.
Francisco Pizarro: “el Conquistador” Bartolomé de Las Casas: il missionario Due sguardi divergenti
Le tappe della riflessione europea: Francesco Guicciardini (1540) “Né solo ha questa navigazione confuso molte cose affermate dagli scrittori delle cose terrene, ma dato oltre a ciò, qualche ansietà agli interpreti della scrittura sacra”.
Le tappe della riflessione europea: Jean Bodin (1568) Per primo lo storico e giurista francese Jean Bodin, nel 1568, pubblica un breve trattato di finanza in cui affronta il problema dell'aumento generalizzato dei prezzi in Europa (inflazione), che attribuisce all'arrivo dell'oro e dell'argento americano ("tesi metallista”).
Le tappe della riflessione europea: François Raynal (1776) A due secoli di distanza da Bodin, nel 1776, l’enciclopedista francese François Raynal propone all’Accademia di Parigi un premio: “La scoperta dell’America è risultata utile o dannosa per l’umanità? Se utile, come se ne può accrescere l’utilità? Se dannosa, come se ne possono ridurre gli svantaggi?”
Le tappe della riflessione europea: Adam Smith (1776) Nello stesso anno 1776 l’economista scozzese Adam Smith pubblica il trattato La ricchezza delle nazioni nel quale si afferma che: “La scoperta dell’America e quella di un passaggio alle Indie orientali attraverso il Capo di Buona Speranza sono i due avvenimenti più grandi e più importanti nella storia dell’umanità”.
Le tappe della riflessione europea: il concorso accademico del 1792 Nel 1792, tre anni dopo lo scoppio della rivoluzione francese, l’Académie Nationale de France propone un premio: “Sull’influsso dell’America sulla politica, il commercio ed i costumi europei”.
Le tappe della riflessione europea: Alexander von Humboldt (1845) Nel 1845 il naturalista e geografo tedesco Alexander von Homboldt pubblica Kosmos, la più matura riflessione ottocentesca sul processo di mondializzazione della civiltà umana, frutto anche di cinque anni di viaggi ed esplorazioni nel continente americano.