Università di Roma Tor Vergata Facoltà di economia. Università di Roma Tor Vergata Economia della corruzione e dei mercati illegali. 2017 Lezione 3 Prof. Giovanni Tria Giovanni Tria
Modello di Shleifer-Vishny Nel modello Shleifer-Vishny si considera come risolto il problema principale- agente e si analizzano due problemi relativi agli effetti della corruzione in termini di allocazione delle risorse : le implicazioni delle diverse forme di organizzazione industriale della corruzione; perché la corruzione è sempre più distorsiva della tassazione. Giovanni Tria
Punto 1 . L’organizzazione della corruzione Tre esempi di regime della corruzione In alcuni regimi, una persona deve pagare una tangente (bribe) per ottenere il “bene governativo”, ma è sicuro di ottenere in cambio questo bene e di non dovere pagare altre tangenti per ottenerlo (un “mercato della corruzione” in cui esiste trust (fiducia) e quindi funziona). In altri regimi, nella maggior parte dei paesi avanzati, molti beni governativi (non tutti altrimenti non ci sarebbe corruzione) si ottengono senza tangenti, ad esempio si ottiene un passaporto senza pagare tangenti (una tassa legale sì). Ancora vi sono paesi e regimi in cui pagare una tangente non assicura che si ottenga il bene governativo per il quale si è pagato. Altri funzionari possono chiedere ulteriori tangenti, avendo un qualche potere di interdizione e anche il funzionario che è stato già pagato potrebbe richiedere pagamenti ulteriori. E’ evidente che le conseguenze dei tre regimi sono diverse in termini di livello della corruzione impatto sull’attività economica. Giovanni Tria
Punto 2. Efficienza e segretezza Alcuni studiosi vedono il pagamento diretto di funzionari pubblici per ottenere un bene governativo come un modo di pagamento a “cottimo” che rende il funzionario più efficiente o come un modo di correggere l’effetto di regolamentazioni inefficienti e rigide da parte degli imprenditori (vedi Leff 1964 e la teoria delle code). Le conclusioni opposte di molti studi sono che la corruzione rallenta lo sviluppo ed è inefficiente, sia a causa della caratteristica della segretezza ( Shleifer e Vishny), sia a causa della distorsione dei mercati che altera la concorrenza. Giovanni Tria
Il modello di base di Shleifer e Vishny Assumiamo : un bene governativo prodotto (passaporto, una licenza commerciale, un permesso edilizio ecc.) si tratta di un bene omogeneo (un passaporto è un passaporto, non può essere più bello o con diverse caratteristiche). una semplice curva di domanda da parte dei privati per questo bene che indichiamo con D(p) dove p è il suo prezzo. il bene è offerto per conto del governo (il principale) da un funzionario (agente) che è in grado di restringere la quantità del bene venduto (ritardando ad esempio la concessione della licenza oppure negandola e/o richiedendo vari requisiti ulteriori per ottenerla ). Ma assumiamo per semplicità che possa negarla o limitarla con un potere discrezionale. Osservazioni . Molti ritengono che vari permessi e regolamenti esistono per consentire di lucrarci attraverso la raccolta di tangenti. Questo è vero in molti paesi in via di sviluppo, Ma è anche vero che, pur motivati in altro modo, anche nei paesi avanzati il proliferare di permessi è fonte oggettiva di possibilità di corruzione (esempio di Milton Friedman sul tasso di criminalità legato al proibizionismo) Giovanni Tria
Assumiamo ancora che: il funzionario non tema di essere scoperto e punito (complicità dei superiori, scarsa pressione del pubblico ecc.). Questo ci consente di considerare le scelte del funzionario come quelle di un monopolista che vende un bene governativo. (In seguito introdurremo alcune complicazioni). il funzionario, come ogni monopolista, abbia come obiettivo la massimizzazione dei suoi guadagni personali dalla vendita del bene governativo, per il funzionario il costo del bene sia nullo (i costi della produzione del bene sono sopportati dall’amministrazione) e che egli sia del tutto indifferente a quanto costi al governo o all’amministrazione specifica produrre questo bene. il prezzo “ufficiale” (fissato dall’amministrazione) sia p , e l’ammontare p debba essere versato all’amministrazione (esempio: una tassa su una concessione). Giovanni Tria
Il comportamento del funzionario pubblico (1) Il comportamento del funzionario è dettato dall’obiettivo di massimizzare il proprio tornaconto (non si considerano implicazioni etiche e costi relativi alla repressione). Se il funzionario non può applicare una discriminazione di prezzo tra acquirenti allora, come ogni monopolista, cercherà di eguagliare il costo marginale al ricavo marginale. Date queste assunzioni, qual è il costo marginale per il funzionario nell’offrire questo bene? Dobbiamo distinguere tra due casi: Corruzione con furto corruzione senza furto. Giovanni Tria
Il comportamento del funzionario pubblico (2) Primo caso: corruzione senza furto. Il funzionario vende il bene al prezzo ufficiale. Il suo costo marginale è il prezzo ufficiale p. Per ogni bene venduto egli gira all’amministrazione il valore di p. Se aggiunge una tangente che si fa pagare dal privato, ugualmente consegna all’amministrazione il valore di p , quindi p è il suo costo marginale. Secondo caso: corruzione con furto. Il funzionario nasconde la vendita e non consegna all’amministrazione p. Quindi chi acquista il bene governativo paga solo la tangente, di conseguenza potrebbe anche pagare un prezzo inferiore al prezzo ufficiale. In questo caso il costo marginale per il funzionario è pari a zero. (Esempi: corruzione nel fisco, nel pagamento di una tariffa alla dogana,). Giovanni Tria
I due casi presentano differenze sostanziali. nel primo caso l’acquirente paga di più, nel secondo caso l’acquirente paga di meno. E’ evidente che le implicazioni sono diverse sia dal punto di vista economico complessivo (effetti diretti ed indiretti) sia del possibile contrasto alla corruzione. (Domande: quali sono le implicazioni economiche e per la finanza pubblica? Qual è l’incentivo alla collusione tra corrotto e corruttore?). Giovanni Tria
Caso senza furto Giovanni Tria
Caso senza furto (1) Il funzionario fissa il prezzo al lordo della tangente, cioè P = p + bribe. Al prezzo ottimale P*= p+ bribe, il ricavo marginale è uguale al costo marginale per il funzionario (p deve essere devoluto allo stato) e la quantità venduta è inferiore a quella domandata al prezzo statale. Se offrisse di più il suo costo marginale p, prezzo devoluto allo stato, sarebbe superiore all’incremento di ricavo. L’area individuata nel grafico è il massimo ottenibile di tangente e corrisponde al profitto monopolistico. Il risultato è identico al caso di fissazione di una tassa sulle vendite con l’obiettivo di massimizzare il gettito, naturalmente lo stato non fissa l’aliquota sempre con tale obiettivo (si consideri tuttavia il caso delle accise sulla benzina) e il ricavo va allo stato con implicazioni diverse. In alcuni regimi dittatoriali (o di occupazione predatoria) la tassa non è diversa dalla tangente (il Tesoro è la cassa del dittatore). Giovanni Tria
In conclusione nel caso senza furto La curva di domanda del bene che il funzionario prende in considerazione è quella relativa al prezzo inclusivo della tangente. Egli offrirà, quindi, una quantità di bene per il quale il prezzo lungo la curva di domanda è superiore a quello ufficiale, in altri termini una quantità inferiore a quella che verrebbe domandata al prezzo ufficiale p. Quindi Nel caso senza furto, il prezzo totale P*, inclusivo della tangente, sarà superiore al prezzo ufficiale p. La quantità del bene offerta sarà inferiore a quella corrispondente all’assenza di corruzione. Giovanni Tria
Caso con furto In questo caso il costo marginale è uguale a zero e quindi P*, cioè il prezzo praticato dal funzionario corrotto, include solo la tangente ed è indipendente dal prezzo ufficiale. Il prezzo ottimale è quindi fissato al livello nullo del ricavo marginale. Come nel caso illustrato nella figura, questo prezzo può essere inferiore al prezzo ufficiale p. (Può essere superiore?) Giovanni Tria
Cosa cambia se si immagina una penalità per il funzionario corrotto Immaginiamo una multa o altro tipo di pena, scontata per la probabilità di essere scoperto. Il risultato non cambierebbe se la penalità è indipendente dal livello della tangente e dal numero di vendite corrotte, cioè dal numero di persone che hanno pagato la tangente. Perché? Perché vi sarebbe un costo fisso aggiuntivo per la vendita corrotta ma il costo marginale non muterebbe (zero o uguale a P). Ovviamente se il costo fisso superasse l’ammontare complessivo della tangente (area della tangente nel grafico) allora l’attività corrotta si interromperebbe (implicazioni sul livello di pena e probabilità di applicazione, c’è un effetto soglia. Vedi Becker e Stigler). Giovanni Tria
Cosa cambia se si immagina una penalità per il funzionario corrotto Cosa accadrebbe se la pena aumentasse con il livello di P*, cioè della tangente applicata ad ogni vendita? sarebbe conveniente ridurre il livello di P* ed aumentare i beni venduti con un trade off tra massimo guadagno e riduzione della pena (la curva del ricavo marginale sarebbe meno inclinata). (Becker e Stigler 1974 e Susan Rose-Ackerman 1975).. Se invece la penalità fosse commisurata al numero dei corrotti (ad esempio aumentasse la probabilità di essere scoperti) allora converrebbe aumentare P* e ridurre il numero delle persone a cui vendere sul mercato corrotto il bene statale (curva del costo marginale inclinata positivamente). Giovanni Tria
Le caratteristiche del mercato: concorrenza tra funzionari Abbiamo visto come la corruzione si allarga attraverso una interazione di mercato in cui competono i funzionari che offrono un bene governativo e i consumatori del bene. Se gli incarichi dei funzionari fossero attribuiti attraverso una vendita all’asta in cui chi paga di più prende l’incarico, allora i candidati funzionari che non si propongono di accumulare tangenti non possono vincere l’asta (si pensi anche al caso delle elezioni e delle preferenze). Chi si propone di guadagnare di più può pagare maggiormente i superiori per ottenere l’incarico e lo otterrà. Questo aspetto di concorrenza tra funzionari spingerà a un sistema in cui il massimo di tangenti verrà raccolto (vedi il paradosso della selezione avversa). Giovanni Tria
Le caratteristiche del mercato: concorrenza tra acquirenti Caso senza furto La vendita di un bene governativo senza furto, cioè quando P* è superiore a p, avviene quando l’offerta è limitata e il prezzo ufficiale p è inferiore alla disponibilità a pagare per un servizio, cioè quando il prezzo è inferiore a quello che pulisce il mercato e vi è una concorrenza ad acquisire il bene (esempio licenza) sul mercato corrotto. Caso con furto Non vi è offerta limitata, ma se l’acquirente acquista un servizio pagando meno per mezzo di corruzione, ad esempio non paga o paga meno tasse o non paga dogana, potrà eliminare la concorrenza sul mercato di chi non lo fa. Inoltre, se pochi pagano le tasse chi le paga ha costi maggiori ed è fuori mercato. Quindi la concorrenza tra acquirenti allarga la corruzione quando è una corruzione che riduce i costi. Giovanni Tria
Quindi, è soprattutto quando la corruzione è con furto che l’osservanza della legge non sopravvive in un contesto competitivo tra acquirenti (si veda il ruolo del costo della repressione), quando cioè la competizione è sul mercato ma vi è meno competizione sul mercato della corruzione (offerta non limitata). Nel caso in cui p è superiore a P*, cioè quando c’è corruzione con furto, è anche maggiore la collusione perché il corruttore non ha interesse a denunciare il corrotto ed è più bassa la possibilità di scoperta dell’attività illegale. Nel caso senza furto, l’offerta è limitata e vi è maggiore interesse delle imprese in concorrenza a denunciare la corruzione degli altri. Una delle implicazioni è che, se nel caso di corruzione con furto si ha maggiore corruzione, il primo passo per la prevenzione è un sistema contabile che minimizzi la possibilità di vendere beni governativi che hanno un prezzo senza che questo sia pagato. Si noti che nel caso di corruzione per acquisire appalti la storia è più complicata perché la concorrenza è su un guadagno, cioè un p che deve essere pagato dallo stato. (con furto o senza furto?) Giovanni Tria
L’organizzazione industriale della corruzione (1). Il modello usato fino ad ora si basa su assunzioni forti: il privato ha bisogno di un solo bene governativo per i suoi scopi il funzionario è monopolista nell’offerta di questo bene. Sono assunzioni forti, cosa accade quando la situazione non è quella descritta? In genere un agente privato ha bisogno di vari beni governativi complementari. Per intraprendere un’attività c’è bisogno di un certo numero di permessi e licenze che, presi singolarmente, non hanno valore. Inoltre molto spesso questi diversi permessi devono essere rilasciati da diverse agenzie o diversi funzionari. Quando i beni sono molteplici e complementari diviene importante la struttura di mercato che caratterizza la sua offerta. Giovanni Tria
L’organizzazione industriale della corruzione (2) La struttura di mercato descritta prima ( il caso del monopolista) può rappresentare una situazione in cui il potere discrezionale è fortemente concentrato: un dittatore, un partito dominante, una mafia in grado di controllare l’offerta di beni governativi. (Caso esposto nel paper Felli-Tria), In tal caso l’offerta dei molteplici beni complementari, essendo concentrata, può essere considerata come l’offerta di un singolo bene composito, (quando acquistiamo un’auto non acquistiamo separatamente le ruote, il volante, il motore, ecc.). (Discussione su misura produttività pubblica amministrazione e analisi delle procedure burocratiche, possibilità di corruzione non scoperta dipende da procedure organizzative). In un mercato in cui vengono offerti/venduti diversi beni complementari le diverse agenzie che li offrono possono colludere, venderli in modo indipendente, o anche competere nell’offrire gli stessi beni. L’esame attento della struttura di mercato o della struttura industriale di offerta di beni complementari governativi è molto illuminante sulle conseguenze della corruzione. Giovanni Tria
Abbiamo due alternative. Due alternative estreme al modello di monopolio della corruzione (mafia/dittatore) Possiamo interpretare vari beni governativi complementari come input intermedi di un bene finale, ciascuno dei quali viene venduto da un funzionario o agenzia come singolo monopolista. X = f( x1, x2, x3,…xn) Dove X è il bene finale (possibilità di costruire un edificio in un determinato sito) e ogni xi è una licenza o permesso specifico che concorre per il permesso finale. Abbiamo due alternative. La prima è quella rappresentata dal caso in cui ciascuno di questi permessi specifici siano offerti ciascuno ad un determinato prezzo ma congiuntamente da una singola agenzia interessata al guadagno complessivo. La seconda è quella di diverse agenzie che offrono separatamente il loro bene complementare senza essere interessate al costo complessivo di X (cioè del costo complessivo per l’acquirente interessato al risultato finale). Giovanni Tria
Caso offerta congiunta Immaginiamo una agenzia che fissa congiuntamente i prezzi, inclusivi di tangente, P1* e P2* di due beni governativi complementari e indichiamo con x1 e x2 le quantità dei due beni venduti. Assumiamo che i due prezzi ufficiali p1 e p2 siano i costi marginali del monopolista (non c’è furto) che indichiamo con MC1 e MC2. Allora la tangente per unità venduta dei due beni sarà (P1* - MC1) e (P2* - MC2). L’agenzia monopolista che offre congiuntamente i due beni fisserà allora P1* in modo tale che dove MR1 e MR2 sono il ricavo marginale, al lordo della corruzione, della vendita rispettivamente del bene 1 e del bene 2. Poiché abbiamo assunto che i due beni siano complementari e non sostituti, la relazione tra due quantità è positiva e quindi dx2/dx1 è maggiore di zero. Giovanni Tria
Ciò implica che MR1 è minore di MC1 e quindi che la tangente unitaria fissata sul bene 1 verrà mantenuta bassa per tener conto dell’effetto negativo di un prezzo più alto non solo sulla quantità domandata del bene 1 ma anche dell’effetto negativo sulla quantità del bene 2 sul quale si percepisce una tangente ulteriore. Per la stessa ragione il prezzo inclusivo di tangente del bene 2 verrà mantenuto inferiore a quello che si sarebbe fissato senza complementarietà. 𝑀𝑅2+𝑀𝑅1 𝑑𝑥1 𝑑𝑥2 = MC2 Giovanni Tria
Caso offerta separata Assumiamo ora che i due beni (permessi, licenze) siano offerti da agenzie indipendenti e a prezzi quindi fissati indipendentemente. In questo caso ogni agenzia o funzionario considera il numero di permessi rilasciati dall’altra agenzia come dato e non influenzato dal proprio comportamento. In questo caso il termine dx2/dx1 è considerato uguale a zero e quindi il prezzo è fissato in modo ottimale con MR1 = MC1. Ciò significa che la tangente per unità di prodotto è più alta, e il numero di permessi rilasciati più piccolo, di quel che sarebbe accaduto con un’offerta congiunta. In tal modo ciascuna agenzia ignora l’effetto depressivo sulla domanda del permesso offerto dall’altra agenzia, e quindi sul provento complessivo della corruzione raccolto, come conseguenza dell’aver aumentato il proprio prezzo cioè la propria tangente per unità di bene. In tal modo la scelta singola di massimizzazione implica una riduzione complessiva dei beni governativi acquistati, una diminuzione complessiva delle tangenti raccolte e il danno per gli acquirenti che pagheranno un numero inferiore di permessi con tangenti più alte (quale effetto sull’attività economica?). Giovanni Tria
Il paradosso del comportamento predatorio. Immaginiamo ora che vi sia libera entrata nella richiesta di tangenti. Ciò può essere approssimato da situazioni in cui il legislatore è incline ad aumentare il numero di organi e uffici amministrativi che emanano regolamenti o che richiedono ulteriori permessi, licenze ed autorizzazioni (a volte al fine anche di reprimere la corruzione: eterogenesi dei fini, conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali). Immaginiamo che anche queste autorizzazioni possano essere gravate da pagamento di tangenti. Il bene composito ora implica il pagamento di tre o più tangenti che, se fissate in modo indipendente, implicano un ulteriore passo verso la diminuzione della domanda degli input complementari (e quindi di attività per le quali si richiedono le licenze). Quindi aumento delle tangenti complessive su ogni unità del bene composito, con offerta indipendente, ma diminuzione della domanda del bene stesso e quindi del ricavo complessivo da tangente. Giovanni Tria
le tangenti aumentano all’infinito, Se l’entrata nel mercato nel senso di poter chiedere sempre nuove tangenti da parte di nuovi agenti indipendenti per arrivare ad ottenere il risultato complessivo si amplia ancora, avremo che: le tangenti aumentano all’infinito, le attività per le quali si domandano beni governativi tenderanno ad azzerarsi i ricavi da corruzione tendono ad annullarsi (tangentopoli?). (Si veda Felli e Tria e l’esempio dell’overfishing, la curva di Laffer e il problema del diritto di proprietà su ciò che si acquista con la corruzione, cioè il problema del racket). Giovanni Tria
Il caso dell’offerta competitiva. dove MR1 e MR2 sono il ricavo marginale, al lordo della corruzione, della vendita rispettivamente del bene 1 e del bene 2. Assumiamo che ciascuno dei molti beni governativi complementari sia offerto da almeno due agenzie. In questo caso, se una agenzia richiede una tangente per rilasciare un permesso, l’acquirente può andare nell’altra agenzia e, se le due non colludono e nella corruzione la collusione è difficile perché pericolosa, allora non vi sarà corruzione. Perché? Anche nel caso di molte licenze complementari, se per ciascuna vi sono più offerenti autorizzati, la competizione alla Bertrand su ciascuna delle licenze porterà a zero il livello di tangente di equilibrio. Abbiamo il classico caso di concorrenza anche tra due agenzie. Giovanni Tria
Discussione offerta competitiva C’è differenza tra corruzione con furto e senza furto per ciò che riguarda gli effetti della concorrenza? La corruzione nel caso senza furto (rialzo del prezzo con corruzione) potrebbe non scomparire solo se p non pulisce il mercato complessivo (quale meccanismo di selezione? esempio della fila). Quindi scarsità di offerta effettiva o procurata appositamente. Nel caso di corruzione con furto il prezzo è determinato dall’entità del furto e dall’entità della tangente. La concorrenza spinge quindi a ridurre il prezzo sia aumentando il furto e sia riducendo la tangente fino al livello in cui essa non compensa il rischio di essere scoperti (il valore di questo rischio può essere considerato il suo costo marginale o il suo costo fisso come abbiamo visto), La tangente unitaria tende ad annullarsi se il rischio è molto ridotto, ma con il massimo di domanda e di attività. Dilaga il sommerso, ma massimo danno per lo stato. Quali conseguenze? La soluzione è cercare di monitorare il “furto”. Se l’evasione fiscale è difficile per un efficiente monitoraggio centrale si riduce anche la corruzione degli uffici fiscali.. Giovanni Tria
Sommario. Tre differenti risultati per i tre modelli: offerta congiunta, offerta indipendente, offerta competitiva. La tangente unitaria, quindi P*, è più bassa nel terzo caso, di medio livello nel primo caso e massimo nel secondo. Il livello più alto di tangenti raccolte complessivamente si ha nel primo caso, poiché si ha collusione nel massimizzare la tangente complessiva (ma si ha anche maggiore attività). Giovanni Tria
Il problema esaminato è identico a un problema standard di organizzazione industriale. Se un’impresa produce due beni complementari, nel fissare il prezzo dei due beni terrà conto della complementarietà di domanda. Se l’offerta è disgiunta, ciascun prezzo è fissato senza tener conto della elasticità indiretta della domanda e quindi il prezzo di entrambi i beni sarà più alto di quello che sarebbe stato fissato dal monopolista congiunto, ma le quantità saranno minori e i profitti complessivi minori. L’ultimo scenario vede due imprese indipendenti che possono vendere in concorrenza entrambi i prodotti. Allora ci sarà concorrenza sui prezzi che scenderanno per entrambi i beni al livello del costo marginale. I profitti saranno i più bassi e il prodotto il più alto. Inoltre, più sono gli inputs richiesti da una produzione, minore sarà il prodotto conseguente a un’offerta degli inputs da parte di monopolisti indipendenti. Giovanni Tria
L’esempio dei caselli con pagamento lungo le strade e l’esempio dei dazi nel 1400 (lungo il Reno 60 dazi) e dei percorsi fluviali liberi in Inghilterra. Il risultato fu che in Inghilterra fiorirono i commerci e le produzioni specializzate consentite dal basso costo dei trasporti più che in Germania. I tre casi esposti corrispondono al caso di un solo pagamento per tutta la strada, molteplici pagamenti fissati indipendentemente lungo la strada ad ogni villaggio, strade alternative con pagamenti in competizione. Giovanni Tria
Oligopolio e corruzione Come garantire la collusione nell’oligopolio? E’ più facile quando la diminuzione del prezzo (nel caso di possibile offerta competitiva) o l’aumento del prezzo, nel caso di offerta congiunta, è facilmente individuabile e la punizione per chi imbroglia è forte. La collusione nel mercato della corruzione è più facile quando l’aumento del prezzo, cioè della tangente , oltre il livello ottimale dell’offerta congiunta è individuabile e punibile. Ciò è più facile in Stati di polizia Piccole oligarchie Società limitate e omogenee Mafia, racket e criminalità disorganizzata Quando non vi è modo di esercitare un controllo centrale e ogni ufficio o funzionario riesce ad organizzare il proprio racket di corruzione locale e limitato allora si afferma il modello dei “monopolisti indipendenti” che è il più devastante. Ancora esaminare il contrasto tra ruolo della mafia e della corruzione non regolata, nei suoi effetti diretti ed indiretti. Giovanni Tria
Possibile discussione: In che modo la struttura economica del territorio influenza il modello corruttivo e le sue conseguenze? Economia export led, economia chiusa, i trasferimenti territoriali L’esempio delle acque chiuse e delle acque aperte e l’overfishing. Se il miglior regime senza furto è quello “competitivo” tra uffici, quello con furto può spingere ad aumentare il furto e ridurre il tasso di tangente (ridurre P*). La soluzione è cercare di monitorare il “furto”. Se l’evasione fiscale è difficile per un efficiente monitoraggio centrale si riduce anche la corruzione degli uffici fiscali. Giovanni Tria
Corruzione e segretezza. Il modello del monopolista indipendente in cui vi è libera entrata di percettori di tangente che offrono singolarmente beni complementari ci mostra che la tangente complessiva cresce all’infinito e la produzione tende a zero, spiega anche perché si trova una relazione negativa tra corruzione e sviluppo, cioè i paesi più poveri sono generalmente i più corrotti (Mauro, 1993). Tuttavia, la corruzione ha effetti negativi anche quando è limitata. Shleifer e Vishny collegano questo effetto alle caratteristiche di segretezza della corruzione. Giovanni Tria
Abbiamo già rilevato che nel caso di un monopolista che raccoglie centralmente tutte le tangenti (esempio del dittatore Marcos nelle Filippine), la corruzione appare simile a una tassazione ispirata alla massimizzazione del gettito. In un mondo così caratterizzato è difficile distinguere tra tangenti e tasse. Le tasse sono un markup sul prezzo che va al Tesoro, la tangente è un markup che va nelle tasche del monopolista sovrano. Quando vi sono tanti “monopolisti indipendenti”, la similarità è con la presenza di molte agenzie che fissano tasse indipendentemente. In questo modo anche le agenzie indipendenti massimizzano il proprio reddito e non quello aggregato perché ignorano la “cross elasticity della domanda”. Giovanni Tria
Il caso dei monopolisti in competizione corrisponde a un sistema federalista in cui competono le giurisdizioni. Discussione: in che modo la compresenza di tassazione e corruzione incide sulla complessiva concorrenza territoriale? Vedi il caso in cui la corruzione elevata, con furto, che di per sé è attrattiva per i privati, si accompagna a maggiore tassazione per compensare le minori entrate ufficiali. Questa combinazione in genere sfavorisce le imprese non locali per la maggiore difficoltà di gestire gli accordi di corruttela. Giovanni Tria
Discussione. Ostacolo alla concorrenza e chiusura dei mercati. Nonostante la similarità le tasse differiscono dalle tangenti per un fatto cruciale, queste ultime sono illegali e devono quindi essere segrete. Gli sforzi per mantenere la segretezza ed evitare una sanzione rendono la corruzione più distorsiva delle tasse. Esempi. Sostituzione di beni e servizi sui quali è più difficile estrarre tangenti con beni governativi sui quali è più facile ottenere tangenti (che tipo di appalti?). Ostacolo all’entrata di imprese alle quali è più difficile imporre tangenti rispetto alle imprese monopolistiche incumbent con profitti monopolistici “tassabili”. Politiche mercantilistiche e barriere tariffarie (fonte di possibile corruzione). Discussione. Ostacolo alla concorrenza e chiusura dei mercati. Giovanni Tria
Esempio di distorsione economica creata dalla corruzione Un paese può importare sia auto rosse sia auto verdi. Il prezzo all’importazione è uguale e pari a 5. La domanda di auto da parte dei consumatori è pari a 10. Le auto rosse sono valutate (disponibilità a pagare) dai consumatori 15, le auto verdi 10. In un libero mercato senza tariffe all’importazione sarebbero importate solo auto rosse e vendute al prezzo di 5 l’una. Il surplus dei consumatori sarebbe 10x(15-5)=100. Il governo potrebbe fissare una tassa all’ importazione pari a 10 per ogni auto rossa. Le auto sarebbero vendute al prezzo di 15. In questo caso il surplus dei consumatori sarebbe assorbito dal gettito totale delle tasse pari a 100. Vi è una redistribuzione ma senza perdita complessiva. Immaginiamo ora che sia difficile chiedere tangenti per importare le auto rosse, ma sia possibile per importare le auto verdi. Il governo può bandire l’importazione delle auto rosse e sarebbero importate 10 auto verdi al prezzo di 5, e per importarle i funzionari chiedono una tangente di 5 per ogni auto. I consumatori sono disposti a pagare un prezzo fino a 10 e non avranno alcun surplus, e i burocrati corrotti incasseranno 50. Il surplus sociale totale, quindi, si dimezza in caso di corruzione. Il guadagno si riduce ancora se i guadagni da tangenti vengono utilizzati dai burocrati per assicurarsi le posizioni che consentono la corruzione e da tutti gli attori per evitare di essere scoperti e puniti. Giovanni Tria
Altro esempio. Immaginiamo un processo produttivo controllato dal governo (un servizio governativo, esempio trasporti) in cui si potrebbe ottenere un elevato incremento di efficienza con l’acquisto di un macchinario più avanzato del costo di 100 mila euro prodotto da una molteplicità di imprese. Tuttavia, il responsabile vuole un macchinario molto sofisticato dal costo di un milione di euro, prodotto da una unica impresa. Questo macchinario non è necessario per le finalità del processo produttivo, come comprare una Ferrari per accompagnare i figli a scuola. Naturalmente tutto si blocca per un po’ in attesa di avere i fondi sufficienti. (Immaginiamo il problema sia in paesi in via di sviluppo dove gli acquisti sono effettuati con fondi a dono sia anche in paesi avanzati e in settori dove progresso tecnologico e scientifico rendono più opaca la decisione sulla tecnologia più appropriata) Giovanni Tria
Qual è la convenienza all’acquisto del macchinario più costoso? Per la macchina più standard è difficile evitare una gara perché sono molte le imprese ed è difficile ottenere un pagamento illecito per il manager, soprattutto se si tratta di un manager pubblico che deve seguire rigide procedure. Nel secondo caso, si può acquistare solo da una determinata impresa ed è probabile che questa sia disponibile, per completare l’affare, ad accordarsi per un markup nella fissazione del prezzo, parte del quale retrocedere alla controparte che ha stipulato il contratto (naturalmente ciò può accadere sia nel pubblico sia, in teoria, nel privato). Si noti che anche se fosse pagata una tangente di 50.000 euro, il costo sociale è pari a 900.000 euro, cioè un costo molto più alto del valore della tangente. Molti esempi possono essere proposti per dimostrare che la corruzione spesso determina il menu di beni e tecnologie disponibili in un paese sia per il consumo sia per la produzione, e soprattutto determina parte della composizione della spesa pubblica. Spese per difesa e infrastrutture rendono di più, sul piano del mercato della corruzione, della spesa per istruzione e ricerca, o per servizi sanitari (a parte gli acquisti). Giovanni Tria