IL NEOCLASSICISMO Nella seconda metà del Settecento si registra un ritorno alla classicità e una riscoperta dell’antico, grazie soprattutto agli scavi archeologici di Ercolano (1738) e di Pompei (1748). L’Italia, culla di civiltà classiche e centro dell’Impero romano, diviene la meta obbligata degli appassionati d’arte europei. Il ritorno all’antico si tradusse in una vera e propria moda destinata a coinvolgere tutti gli aspetti della vita pubblica e privata (es. abiti e mobili in stile “impero”).
Tendenze del neoclassicismo Neoclassicismo celebrativo archeologico e artistico Rifiuto del barocco e del rococò Bisogno di un’arte più semplice e schietta, espressione di razionalità, misura, compostezza, decoro (elementi tipici dell’arte classica) Neoclassicismo “giacobino” Legame tra virtù civili del presente e del passato (democrazia ateniese e repubblica romana come società modello) Napoleone per legittimare proprio potere universale, promuove riscoperta della Roma imperiale e il neoclassicismo diviene espressione ufficiale dell’età napoleonica
Winckelmann Maggior teorico del neoclassicismo fu l’archeologo Joachim Winckelmann che sostenne il culto del “bello ideale”, ovvero quello realizzato nell’antica Grecia. Il bello ideale ispirò la scultura di Antonio Canova (1757-1822) e influenzò profondamente anche la letteratura. L’arte classica specchio di serenità e di armonia e di dominio delle passioni Gusto per una scrittura chiara e incisiva Riferimenti alla mitologia greca e romana Il “bello ideale” appartiene al regno della “bellezza incorporea” perché è l’espressione dell’anima dell’artista Trasfigurazione della realtà in forme perfette ed ideali
Canova, Le tre grazie
Canova, Amore e Psiche