La deindustrializzazione in Italia tra vaghezza concettuale e strumentalizzazione consensuale del dibattito Luciano Segreto - Università di Firenze SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA 25-26 NOVEMBRE 2016 CONVEGNO SCIENTIFICO LA SOCIETÀ ITALIANA E LE GRANDI CRISI ECONOMICHE 1929-2016

Deindustrializzazione: pubblicazioni e citazioni (WoS database) La deindustrializzazione in Italia tra vaghezza concettuale e strumentalizzazione consensuale del dibattito

25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA La deindustrializzazione in Italia tra vaghezza concettuale e strumentalizzazione consensuale del dibattito . Il numero crescente di pubblicazioni sul tema “deindustrializzazione” di fronte ad una crescita maggiore del numero di citazioni. Tra 1990 e 2012 il numero delle citazioni è molto più elevato del numero delle pubblicazioni. Si può ipotizzare che il maggior numero di pubblicazioni avviene in quel periodo e che la grande disparità tra le due tra 2012 e 2015 sia un fenomeno naturale: le pubblicazioni cominciano a ricevere citazioni in un periodo ragionevolmente successivo alla loro apparizione Pubblicazioni 678 Autori: 884 riviste: 372 paesi: 43 Instituzioni: 470 Numero di note: 26405 Numero di citazioni: 258 Citazioni in WoS: 4045  

Deindustrializzazione: pubblicazioni e citazioni La deindustrializzazione in Italia tra vaghezza concettuale e strumentalizzazione consensuale del dibattito Usando il software HistCite si possono analizzare e visualizzare le citazioni dirette e generare il network dei lavori più citati Il programma consente di costruire uno grafico (in inglese historio-graph) basato sulle citazioni che mostra come si restringe la linea temporale delle pubblicazioni, indicando nel contempo i legami tra le diverse pubblicazioni

Il network storiografico della «deindustrializzazione» 25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA TITOLO INTERVENTO SOTTOTITOLO In questo historiograph l’asse verticale rappresenta il tempo e quello orizzontale mostra i nodi storiografici. Ogni nodo (il circolo nel diagramma) si riferisce ad una singola pubblicazione con un unico numero nel database La dimensione del nodo riflette il numero delle citazioni. Le linee mostrano la relazione tra le pubblicazioni più citate nel campione individuate (35 in questo caso)

Un confronto ancora difficile con «competitività internazionale» La deindustrializzazione in Italia tra vaghezza concettuale e strumentalizzazione consensuale del dibattito

Il dibattito in Italia Il mondo accademico La deindustrializzazione in Italia tra vaghezza concettuale e strumentalizzazione consensuale del dibattito Il mondo accademico Una storiografia «giovane» su questo tema – impossibile costruire i «nodi» Approcci eterogenei (sociologia, storia urbana, archeologia industriale, storia del lavoro, storia economica)

Il dibattito in Italia La frequenza del termine nei giornali La deindustrializzazione in Italia tra vaghezza concettuale e strumentalizzazione consensuale del dibattito

La «realtà» della deindustrializzazione in Italia La deindustrializzazione in Italia tra vaghezza concettuale e strumentalizzazione consensuale del dibattito Il tema nel dibattito pubblico Anni ’80: quasi un sintomo di una nuova e più avanzata modernizzazione – una voce più preoccupata: Merloni – la deindustrializzazione è una «minaccia» Anni ’90: i toni si fanno più preoccupati – deindustrializzazione come «prova» del declino relativo «forte rischio» di deindustrializzazione (Abete) La deindustrializzazione «minaccia» l’Italia (Prodi) «spiegare» il concetto su «l’Unità»

Deindustrializzazione: o c’è o non c’è i dati sugli occupati La deindustrializzazione in Italia tra vaghezza concettuale e strumentalizzazione consensuale del dibattito Nel 1992 i lavoratori occupati nel settore manifatturiero erano 4.245.000, mentre all'inizio della crisi, nel 2007, erano 4.108.000 e la fine del 2012 erano 3.569.000 Il calo tra il 2007 e il 2012 è stato 539 mila unità, una cifra superiore a quella della crisi dei primi Novanta, quando il calo dell'occupazione tra il 1990 e il 1994 fu di 490 mila unità, ed è la seconda più grande riduzione di sempre, dopo quella del 1980-1985, quando la caduta dell’occupazione fu di 724 mila posti di lavoro

Deindustrializzazione: o c’è o non c’è i dati sulle imprese La deindustrializzazione in Italia tra vaghezza concettuale e strumentalizzazione consensuale del dibattito Tra il 2007 e il 2012 il tasso di natalità delle imprese manifatturiere italiane è stata del 5,8%, mentre il tasso di mortalità è stato del 13,5% Tra il 2007 e il 2012 le aziende manifatturiere scomparse rappresentano l’8,3% del totale, un po' meno dei posti di lavoro persi nello stesso periodo (-9,7%).

Deindustrializzazione: o c’è o non c’è Le grandi imprese La deindustrializzazione in Italia tra vaghezza concettuale e strumentalizzazione consensuale del dibattito Deindustrializzazione: o c’è o non c’è Le grandi imprese 1990 FIAT 237.000 ENI 127.197 STET (TELECOM) 125.958 ENEL 114.064 FINMECCANICA 58.450 ILVA 50.410 FERR.-MONTEDISON 48.795 OLIVETTI 31.576 EDIZIONI 2.541 TOTALE 796.001 2015 FIAT 84.887 ENI 16.720 STET (TELECOM) 52.557 ENEL 33.040 FINMECCANICA 29.671 ILVA 14.129 FERR.-MONTEDISON 3.140 OLIVETTI - EDIZIONI 23.102 TOTALE 256.246

Deindustrializzazione: allora, c’è o non c’è ? La deindustrializzazione in Italia tra vaghezza concettuale e strumentalizzazione consensuale del dibattito Deindustrializzazione: allora, c’è o non c’è ? "elevato rischio di deindustrializzazione precoce" (Confindustria Centro Studi, Scenari industriali, Vuoti di domanda e nuovi divari tra le imprese. La manifattura è il cuore dell’innovazione: strategica la politica industriale, Roma 6 giugno 2012) “è realistico supporre che, data la profondità della caduta di attività, il conseguente restringimento della base imprenditoriale, la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro e, soprattutto, il forte arretramento della domanda interna, una parte della riduzione del prodotto potenziale sia permanente» (Confindustria, Centro Studi, L’alto prezzo della crisi per l’Italia. Crescono i paesi che costruiscono le condizioni per lo sviluppo manifatturiero, Roma, 5 giugno 2013)

Deindustrializzazione: allora, c’è o non c’è ? La deindustrializzazione in Italia tra vaghezza concettuale e strumentalizzazione consensuale del dibattito Italia « a rischio desertificazione industriale» (Squinzi, 2014) “desertificazione umana e industriale” (SVIMEZ, 2015) «vi sono buone ragioni per dubitare che il destino industriale dell’Italia sia segnato» a condizione che «le imprese sappiano trasformarsi» profondamente, continuando ad effettuare «rilevanti e frequenti salti innovativi» (Bankitalia)

Alla ricerca delle responsabilità La deindustrializzazione in Italia tra vaghezza concettuale e strumentalizzazione consensuale del dibattito «Imprenditori, top manager, uomini di governo e ai loro consulenti economici« (Gallino, La scomparsa dell’Italia industriale, Torino, 2003) Il ritardo accumulato per decenni nella definizione di un quadro normativo e istituzionale moderno, con il diritto della concorrenza, la tutela degli investitori nel mercato finanziario e la promozione di investitori istituzionali La globalizzazione, l’automazione, la terziarizzazione La mancanza di una politica industriale

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