Roma e il papato tra il 1300 e 1400.

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Transcript della presentazione:

Roma e il papato tra il 1300 e 1400

Aspetto storico

Cola di Rienzo La scena romana prima del ritorno del papa fu dominata da Cola di Rienzo, notaio e grande conoscitore della letteratura, il quale aveva il desiderio di riportare Roma al suo antico splendore. Nel 1347 riuscì nel suo intento grazie ad una rivoluzione da lui sollecitata in cui il popolo romano oppresso si rivoltò contro la nobiltà riuscendo a prendere il potere. A causa del malcontento della curia avignonese si trovò costretto a fuggire recandosi da Carlo IV di Boemia, il quale, al posto di aiutarlo, lo consegnò a papa Innocenzo VI che pensò bene di sfruttarlo per riprendere il controllo di Roma. Lo nominò quindi senatore e nel 1354 lo inviò alla capitale sotto la supervisione di Egidio di Albornoz, un legato papale.

Egidio di Albornoz Cola rimase però ucciso durante l’operazione ed Egidio prese il controllo della situazione e grazie ad un piccolo esercito riuscì a riconquistare lo Stato Pontificio, a sottomettere i signori ribelli obbligandoli a riconoscersi vicari della Chiesa e ponendoli sotto il controllo di rettori di nomina papale Grazie alla solidità e al prestigio conferiti allo Stato della Chiesa da Egidio di Albornoz, si crearono le condizioni per il ritorno a Roma del papa.

La crisi del potere papale 1378-1417 d.C. Scisma d’occidente La crisi del potere papale 1378-1417 d.C.

Breve introduzione storica La sovranità papale è messa in discussione durante la cosiddetta 'cattività avignonese' tra il 1309 e il 1377, quando il papa decide di trasferire la sua sede da Roma ad Avignone. In questo periodo il papato rinuncia alla propria autonomia per subire, in cambio di protezione, pesanti condizionamenti da parte dei re francesi. Nella nuova sede la Chiesa si abbandona anche a una progressiva corruzione. E così dopo circa settant'anni papa Gregorio XI prende la decisione di tornare a Roma avendo capito che ormai la Francia era impegnata nella Guerra dei Cent'anni.

Cause Dopo la morte del papa nel 1378 inizia il conclave che porta all'elezione di Urbano VI. Ma alcuni cardinali lasciano Roma e si riuniscono nella città di Fondi, dove a settembre di quell'anno eleggono come papa Clemente VII. A questo punto si delinea quello che è passato alla storia come 'Scisma d'Occidente': ognuno dei due papi infatti procede alla scomunica dell'altro e il mondo cristiano si trova coinvolto in un conflitto di potere che contrappone non solo due fazioni papali ma anche monasteri e comunità divise tra 'obbedienza avignonese' e 'obbedienza romana’ .

mappa

Primo tentativo di pace Si decide allora di fare un primo tentativo convocando un concilio ecumenico per ricomporre lo scisma e per questo gran parte dei cardinali elettori convocano il Concilio di Pisa nel 1409. In questo concilio si decide di deporre Benedetto XIII e Gregorio XII e di eleggere un nuovo pontefice che diventa papa col nome di Alessandro V.

conseguenze Dopo quasi trent'anni di lotte intestine, Gregorio e Benedetto dichiarano illegittimo il concilio e rifiutano di essere deposti. Così si passa ad avere non più due papi ma bensì tre.

Secondo tentativo di pace Viene convocato il Concilio di Costanza, in Germania, nel 1414 e si concluderà nel 1417. Confermata l'autorità del concilio, i cardinali dichiarano antipapi Giovanni XXIII e Benedetto XIII mentre Gregorio XII decide di dimettersi di sua volontà. In un breve conclave viene eletto papa il cardinale Oddone Colonna che sale al trono papale col nome di Martino V. L'elezione di questo papa segna la definitiva riappacificazione dello Scisma d'Occidente e Roma torna ad essere l'unica e sola sede pontificia. Antipapa: Con il termine antipapa si intende colui che è stato eletto papa illegittimamente ed è un usurpatore dei poteri e delle autorità papali.

Aspetto culturale

Nella Roma del ‘300 Scalinata dell’Aracoeli (1348) Campanile S. Maria Maggiore (1377)

… Campanile di S. Paolo (1349); distrutto da terremoto. Torre del Quirinale (Bonifacio IX) Campanile di S. Paolo (1349); distrutto da terremoto.

1377 – Gregorio XI Col rientro dei papi dalla cattività avignonese si rese subito evidente come a Roma, abbandonata per decenni al suo destino e priva di un moderno complesso monumentale degno ad accogliere il pontefice, fosse necessario un programma di sviluppo artistico e architettonico, in grado di ricollegarsi al passato imperiale della città e dare splendore, anche da un punto di vista politico.

Gradualmente la città, da passiva fonte di ispirazione con le sue rovine, divenne un luogo di incontro e fusione di esperienze artistiche diverse, che posero le premesse per un linguaggio figurativo che aspirava all'universalità.

Cappella Sistina La Cappella Sistina si trova nella Città del Vaticano. E' situata nel palazzo del Vaticano e costituisce uno dei maggiori vanti dell'arte italiana. Attualmente è ancora consacrata quale cappella papale. La Cappella Sistina prende il nome da papa Sisto IV.

Sisto IV (1471 – 1484) Una svolta qualitativa si ebbe sotto Sisto IV, che promosse l'edificazione di una cappella papalina degna di rivaleggiare con quella avignonese. L'enorme Cappella Sistina venne decorata da un gruppo di artisti fiorentini inviati appositamente da Lorenzo il Magnifico.

Le dimensioni della cappella sono le stesse di quelle del Tempio di Gerusalemme. La cappella Sistina fu costruita come cappella privata, all'interno della quale si svolgevano le cerimonie più importanti e si riuniva in Conclave, quando doveva eleggere un nuovo pontefice.

L'interno della cappella è composto da una singola navata con una volta a botte ribassata con pennacchi e una lunetta sopra ognuna delle venti finestre centinate. Il pavimento è in opus Alessandrinum. Nei pennacchi e nelle lunette (la zona più bassa del soffitto) sono raffigurati gli Antenati di Cristo, tranne che nei pennacchi angolari, che contengono quattro storie d'Israele, la Tortura di Aman, il Serpente di Bronzo, Giuditta che taglia la testa ad Oloferne e Davide e Golia.

Quando papa Sisto IV decise di creare la Cappella chiamò i più grandi artisti toscani ed umbri del periodo (Botticelli, Signorelli, Cosimo Rosselli, il Ghirlandaio, il Perugino e il Pinturicchio), che decorarono le parti laterali con 12 affreschi rappresentanti due importanti cicli di storie tratte dal Vecchio e Nuovo Testamento.

Michelangelo lavorò alla volta dal 1508 al 1512: L'artista toscano creò una struttura architettonica per le figure delle Sibille, dei Profeti, degli Ignudi, le Nove Storie della Genesi. Le figure giganti intorno alla volta, alternati l'uno con l'altra, sono quelle dei Profeti e delle Sibille, ossia di coloro che predissero la nascita di Cristo.

I nove episodi della Genesi che sono rappresentati sulla volta sono idealmente divisi in tre gruppi e riguardano, l'Origine dell'Universo, dell'Uomo e del Male; possono essere anche letti come prefigurazione del nuovo testamento. Nelle otto vele sono affrescati gruppi di figure che integrano, probabilmente, la serie degli Antenati di Cristo delle lunette sottostanti. I grandi pennacchi posti agli angoli della volta narrano quattro episodi della miracolosa salvazione del popolo di Israele.

Inoltre Michelangelo Buonarroti tra il 1535 e il 1541 dipingerà il Giudizio universale, affresco realizzato per decorare la parete dietro l'altare della Cappella Sistina. Si tratta di una delle più grandiose rappresentazioni della parusia, ovvero dell'evento dell'ultima venuta alla fine dei tempi del Cristo per inaugurare il Regno di Dio.

Le scene, con le storie di Mosè e Gesù, erano poste in corrispondenza simbolica di una alta fascia che si dipartiva lungo le pareti partendo da sotto l'altezza delle finestre. Al di sotto di queste, c'erano alcune finte cortine di stoffa con l'emblema della famiglia della Rovere.

I DODICI AFFRESCHI LATERALI Gli affreschi sulle pareti raccontano due cicli diversi: sulla parete Sud vi sono le storie di Mosè e il ciclo dell’Antico Testamento, mentre sulla parete Nord vi sono invece le storie di Cristo. Il primo a destra narra l’inizio della Storia di Mosè con in primo piano Mosè, fermato da un angelo e sulla destra, la moglie di Mosè che circoncide il figlio. Nel secondo, a sinistra, è riprodotto il battesimo di Gesù. Al centro del riquadro Giovanni  battezza Gesù nel fiume Giordano.

Sulla parete di destra una nuova raffigurazione del Botticelli delle Tentazioni di Cristo. In primo piano la purificazione del lebbroso miracolato da Cristo che si presenta dal sacerdote per essere dichiarato guarito. Il secondo riquadro a sinistra è del Botticelli, che ha dipinto le tentazioni di Mosè. Questo difende al pozzo le figlie di Ietro, una delle quali, Sefora, diventerà sua sposa. Sullo sfondo Mose riceve il comando di Dio di recarsi in Egitto a liberare il popolo di Israele.

Nel terzo riquadro è raffigurato Mosè salvo al passaggio del Mar Rosso che segna la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù dell’Egitto. Mose è salvo sulla riva del mare, mentre le acque si chiudono prima del passaggio dell’esercito del Faraone. Nella parete corrispondente è dipinta la chiamata degli apostoli, in particolare Pietro e il fratello Andrea. Sullo sfondo Cristo  chiama altri due fratelli Giacomo e Giovanni.

Nel quarto riquadro da una parte si narra di Mose, ritratto mentre riceve le tavole della legge con i 10 Comandamenti e, sceso dal monte, le presenta al popolo. Nel riquadro corrispondente Gesù,  alle folle accorse per ascoltarlo, proclama le leggi del suo regno conosciute con il nome di Beatitudini.

Nella quinta sezione da una parte troviamo l’affresco di Botticelli con la riproduzione della Punizione dei figli di Core, un sacerdote che si ribellò a Mosè e contrastò la sua autorità religiosa. Per Core è prevista una punizione esemplare, facendo inghiottire tutta la sua famiglia da una voragine aperta nel terreno. Il  riquadro della parete di fronte rappresenta la consegna delle chiavi a Pietro, opera dipinta da Perugino e che sta a sottolineare simbolicamente il potere della Chiesa sulla terra.

Nell’ultimo riquadro è raffigurato da Signorelli Mosè su un trono che raccomanda al popolo di Israele di osservare la legge di Dio e consegna la verga del comando a Josue. Sullo sfondo la sua morte. Dall’altra parte è raffigurata da Roselli l’ultima cena: si nota la preghiera di Gesù nell’orto, il bacio di Giuda e la  crocifissione di Cristo.