I.C. “PULCARELLI-PASTENA”

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Transcript della presentazione:

I.C. “PULCARELLI-PASTENA” FESTA DELL’ALBERO 21 novembre 2016 Si celebra la Giornata degli alberi per diffondere il rispetto per la natura e per la difesa degli alberi, indispensabili per il clima e la sicurezza alimentare. Classe I sezione B

Il poeta Tagore diceva:“gli alberi sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto” . E’ emozionante pensare che gli alberi siano testimoni silenziosi di tanta vita, suoni, colori, vicende.......vegliano sulla storia, sulle stagioni, sulle gioie e sulle sventure degli uomini.  

Gli alberi costituiscono una risorsa naturale contro il riscaldamento globale, la loro presenza garantisce una risposta sicura ed efficace ai danni causati dalle attività umane. Proteggere gli alberi vuol dire proteggere il futuro! Al lavoro! Facciamo ricerche e in classe discutiamo

Il culto degli alberi ha origini antichissime, tale forma di culto si ritrova in tutte le civiltà e rappresenta un elemento importante in varie religioni. Inoltre gli alberi rivestono notevole importanza nell’economia, offrono oasi di bellezza,serenità nel guardare un albero fiorito e senso di rispetto di fronte ad un albero maestoso, come la quercia. La quercia è un albero grande, cresce nelle foreste d’Europa ed è dispensiere di ghiande molto gradite ai maiali; il suo legno è pesante e duro, viene usato soprattutto per accendere il fuoco. L’albero è fonte di vita ed è forse il simbolo dell’esperienza umana con il suo ciclo annuale di crescita che dipende dalla temperatura e dalla lunghezza del giorno. In primavera compaiono le foglie e inizia la fotosintesi, per tutta l’estate continua quest’attività, in autunno la distruzione di clorofilla e la presenza di altri pigmenti provoca il cambiamento del colore delle foglie fino a farle cadere, in inverno la pianta si riposa. Gli alberi sono legati alla nostra storia quotidiana, sono un punto di riferimento, segnano confini, rallentano l’azione del vento, regolano l’umidità atmosferica. Gli alberi sono indispensabili per il consolidamento del suolo, sono testimoni di eventi e segnali, di vicende sociali e culturali: ancora oggi quando nasce un bambino in alcune città si usa piantare un albero.

Riordiniamo e selezioniamo le notizie raccolte, poi le elaboriamo Riordiniamo e selezioniamo le notizie raccolte, poi le elaboriamo. Infine rileggiamo e copiamo.

Giovanni Pascoli nacque a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855 Giovanni Pascoli nacque a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855. Suo padre lavorava come amministratore nella tenuta” La Torre dei principi Torlonia”, luogo in cui viveva tutta la famiglia. Nel 1867, il 10 agosto, l’assassinio del padre, di cui non si è mai saputo nulla, nonostante le ripetute indagini, se per ragioni di natura politica o per questioni legate al lavoro, interruppe bruscamente la sua infanzia, nel complesso serena. L’evento trasformò la vita dell’intera famiglia, che fu costretta lasciare la tenuta ed a trasferirsi nella casa della madre: la madre morì però dopo pochi mesi, nel 1868, poco dopo la scomparsa della figlia maggiore (in precedenza erano già morte altre due figlie). Nel 1871 morì anche il fratello Luigi, per meningite, e Giovanni dovette lasciare il collegio Raffaello dei padri Scolopi di Urbino, presso il quale nel 1862 aveva iniziato la propria carriera scolastica. Nel 1873 il poeta ottenne una borsa di studio di 600 lire, che gli permise d’iscriversi alla facoltà di lettere dell’Università di Bologna, dove divenne allievo di Carducci. Intanto iniziò a pubblicare testi poetici su riviste. Sollecitato da Carducci nel 1882 Pascoli si laureò con una tesi sul poeta greco Alceo. Iniziò il lavoro d’insegnante e in seguito la carriera universitaria. Aveva chiamato a vivere con sé le due sorelle Ida e Mariù da poco uscite dal convento, in cui erano entrate nel 1874 come educande. Nel 1895 Ida si sposò e con la sorella Mariù si trasferì a Castelvecchio di Barga, e con lei visse fino alla morte. Nel 1891 pubblicò la sua prima raccolta poetica Myricae. Nel novembre 1911, durante la campagna di Libia, pronunciò al teatro Barga un appassionato discorso, d’impronta nazionalistica, imperialista e populista. Il 6 aprile 1912 Pascoli morì a Bologna, dove era stato trasferito su indicazione dei medici per l’aggravarsi della malattia che l’aveva colpito. Fu sepolto a Castelvecchio.  

La Quercia Caduta di Giovanni Pascoli   Dov'era l'ombra, or sé la quercia spande morta, né più coi turbini tenzona. La gente dice: Or vedo:era pur grande!   Pendono qua e là dalla corona i nidietti della primavera. Dice la gente: Or vedo:era pur buona!   Ognuno loda, ognuno taglia. A sera ognuno col suo grave fascio va. Nell'aria, un pianto… d'una capinera che cerca il nido che non troverà. Dov'era l'ombra della grande quercia ora c’è un albero abbattuto e il vento non può passare più tra i suoi rami. La gente dice:" Ricordo che era molto grande. Dai rami stesi a terra pendono ancora i nidi, che gli uccelli hanno costruito in primavera. La gente dice:”Adesso ricordo che era tanto utile e piena di vita. Ognuno passa, la loda e intanto strappa un ramo. A sera torna a casa con un fascina di legna per accendere il fuoco. Quella stessa sera si sente il pianto di una capinera che vola nell’aria mentre cerca il nido,ma non lo troverà.

Illustriamo graficamente i passi più significativi della poesia

Le illustrazioni sono state completate Dov’era l’ombra or sé la quercia spande morta

Dice la gente: Era pur grande… Né più coi turbini tenzona La poesia è un pianto che rattrista perché la quercia non c’è più, non offre più il suo riparo fresco ed ombroso ai viandanti. Dice la gente: Era pur grande… Né più coi turbini tenzona

Ognuno loda, ognuno taglia La quercia rappresenta il ruolo di una madre che accoglie tra le sue braccia tanti piccoli … e intanto le persone lodano le sue qualità, però approfittano della sua legna per accendere un fuoco e riscaldarsi. Ognuno loda, ognuno taglia Pendono qua e là i nidietti della primavera

Nell’ aria il pianto di una capinera Che cerca il nido che non troverà La parte più triste è l’immagine di una capinera che vola verso il suo nido ma non lo troverà. Nell’ aria il pianto di una capinera Che cerca il nido che non troverà

Gli alberi, ogni giorno, ci stringono in un abbraccio ideale, che vogliamo ricambiare tutelandoli dal pericoloso ed incessante avanzamento del cemento. L’edizione 2016 della Festa dell’Albero è dedicata, in particolare al preoccupante fenomeno del consumo di suolo. Legambiente

FATE UN PIACERE A VOI STESSI RISPETTATE GLI ALBERI