LA RIVOLUZIONE FRANCESE

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Transcript della presentazione:

LA RIVOLUZIONE FRANCESE Lavoro realizzato da Laura Mirabella a.s. 2016/2017 Classe IV D

La grave questione fiscale della metà del Settecento Nel 1774 salì al trono francese Luigi XVI che da subito dovette affrontare importanti decisioni. Il debito pubblico francese, anche a causa delle spese sostenute per le molteplici guerre, prese a salire. La soluzione fu imporre tasse all’alto clero e alla nobiltà, ma i ministri che lo proposero furono licenziati. Nell’agosto del 1788 la classe nobiliare impose la convocazione degli Stati Generali al cui potere erano demandate quelle riforme che erano ormai ineludibili. Gli schieramenti erano riuniti intorno a due poli contrapposti: La nobiltà, che puntava ad un superamento dell’assolutismo in favore del passaggio del potere politico nelle sue mani; La borghesia, che aveva lo stesso obiettivo,ma con l’attuazione di riforme che eliminassero le esenzioni fiscali dei nobili si sarebbero create le condizioni per l’aumento del proprio potere politico.

VERSAILLES: DAGLI STATI GENERALI ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE Gli Stati Generali vennero convocati il 15 maggio 1789. Il clero era diviso in: Clero regolare, che possedeva immense proprietà; Clero secolare, che viveva nelle parrocchie. La nobiltà, che godeva di privilegi enormi, era numericamente molto consistente. Il terzo stato tentò di imporre la votazione per testa, e non quella tradizionale per ordine, perché questo avrebbe aumentato il suo peso nel corso dei lavori. Al rifiuto del re, i rappresentanti del Terzo Stato si riunirono nella sala della pallacorda a Versailles e si proclamarono Assemblea Costituente.

PARIGI, 14 LUGLIO 1789: LA PRESA DELLA BASTIGLIA Il 14 luglio 1789, si scoprì che il re stava radunando truppe in vista dello scioglimento dell’Assemblea Costituente, così alcune centinaia di parigini si diresse in armi verso uno dei simboli dell’assolutismo, la fortezza della Bastiglia, nel.cuore della città. L’obiettivo aveva un valore simbolico, perché lì venivano rinchiusi per ordine del re gli oppositori politici, ma al momento dell’assalto i detenuti erano pochi e la fortezza era presidiata da una piccola guarnigione.

LA DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL CITTADINO Subito dopo si scatenò una violenta rivolta nella campagne, di conseguenza le famiglie nobili che si salvarono espatriarono. Nella notte del 4 agosto 1789 l’Assemblea Costituente abolì i diritti feudali e il 26 agosto 1789 proclamò la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, che sanciva l’uguaglianza di tutti davanti alla legge e l’esistenza di diritti inalienabili della persona. Erano principi molto vicini a quelli che avevano guidato i costituenti americani.

LE GRANDI SCELTE DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE Il re fu costretto a trasferirsi con la famiglia a Parigi. I problemi economici vennero affrontati con la secolarizzazione dei beni ecclesiastici e, nel 1790, con la cosiddetta «Costituzione civile del clero». La Chiesa osteggiò duramente questa impostazione, condannata dal papa: i preti avevano l’obbligo del giuramento di fedeltà al re e alla Costituzione, ma molti, detti preti refrattari, rifiutarono di giurare e andarono incontro a serie conseguenze personali.

BORGHESIA E POPOLO DI PARIGI: DUE ANIME DELLA RIVOLUZIONE Tutto precipitò nel giugno 1791 quando il re e la sua famiglia tentarono la fuga all’estero. Vi furono scontri tra le forze militari fedeli all’Assemblea Costituzione e il popolo di Parigi. Un mese dopo il ritorno del re, una manifestazione popolare al Campo di Marte, fornì l’occasione di uno scontro con la Guardia nazionale comandata da La Fayette. Nel settembre 1791 il re fu costretto a firmare una nuova Costituzione, che trasformava la Francia in una monarchia costituzionale.

PRIMAVERA 1792: HA INIZIO LA GUERRA Nel 1792, all’interno Dell’Assemblea legislativa cominciò a prevalere la tendenza favorevole alla guerra contro l’Austria. Fu così che la Francia dichiarò guerra l’Austria nell’aprile 1792. Il 20 settembre 1792 a Valmy, le truppe francesi riuscirono a fermare un’annata prussiana liberando la Francia da un pericolo imminente; mentre la nuova assemblea rappresentativa proclamò l’abolizione della monarchia e la nascita della Repubblica. La Francia rivoluzionaria processò Luigi XVI, e una volta condannato fu ghigliottinato a Parigi il 21 gennaio 1793.

TERRORE Con il pericolo dell’invasione straniera, i poteri vennero assunti da un Comitato di salute pubblica guidato dalle forze più radicali della rivoluzione, i giacobini di Robespierre, che instaurarono un regime del terrore arrestando e ghigliottinando i «nemici» della rivoluzione.

LA REAZIONE TERMIDORIANA: LA FRANCIA GUIDATA DAL DIRETTORIO Nel 9 termidoro (27 luglio) la Convezione votò l’arresto di Robespierre e dei suoi più stretti collaboratori. Il giorno successivo vennero ghigliottinati e a Parigi si festeggiò. I moderati assunsero il potere creando un Direttorio. Così la situazione militare era ormai favorevole.