“SE UNO È IN CRISTO È UNA NUOVA CREATURA”

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Transcript della presentazione:

“SE UNO È IN CRISTO È UNA NUOVA CREATURA” (2Cor 5,17) Lettera sull’Iniziazione cristiana 6 gennaio 2017

“SE UNO È IN CRISTO È UNA NUOVA CREATURA” (2Cor 5,17) 1. Un cammino di tipo catecumenale 2. Il motivo del cambiamento 3. Il coinvolgimento dei genitori 4. L’azione della comunità cristiana 5. L’età della prima comunione e della cresima 6. Inserimento in un gruppo di fede 7. Una professione di fede di fronte alla comunità 8. Iniziazione alla Bibbia 9. Rapporto tra confermazione ed eucaristia 10. Conclusione

Legame e continuità con quanto promulgato nel 2003

In linea con tutto il magistero ha esercitato in questi anni che il vescovo Luciano ha esercitato in questi anni

Il cammino di verifica dell’ICRF ha evidenziato Iniziale accoglienza ed entusiasmo verso il nuovo modello Sono emerse fatiche e perplessità

Il cammino di Verifica dell’ICRF Stile sinodale Paziente coinvolgimento di tutti

La Verifica svolta ha evidenziato Obbiettivi non raggiunti con i ragazzi con le famiglie con la comunità Ordine dei Sacramenti Permanere della fuga Difficoltà con i genitori Formazione dei catechisti Accorciamento dell’ICFR Celebrazione unitaria di Cresima ed Eucaristia

ci ha offerto abbondanti dati La ricerca guidata dagli esperti dell’Università Cattolica, alla quale hanno collaborato molti preti, catechisti, genitori, ci ha offerto abbondanti dati che sono stati offerti alla riflessione delle nostre Comunità.

Niente di nuovo! Tutto come prima. A cosa è servito quanto fatto?

Era inutile perdere tutto questo tempo!

Oppure la strada è giusta e va continuata?

In fondo 12 anni sono un tempo abbastanza breve.

Sufficiente per capire però se la direzione è giusta e cosa aggiustare.

Si è sentita l’esigenza di un primo bilancio che valutasse il cammino percorso

E aiutasse a riconoscere le cose che sono state realizzate, quelle che hanno bisogno di revisione e quelle che chiedono un impegno rinnovato.

Va aggiustato l’impianto o un modo di tradurlo?

È importante che sia: - più aderente al Vangelo, - essenziale, - missionario, ‘andando verso’ - non ‘aspettando’ - non pretendendo ‘che vengano’

Una parola autorevole e motivata.

Intendo rilanciare il cammino per il futuro, facendo tesoro delle osservazioni che sono emerse e accogliendo alcuni suggerimenti che sono stati avanzati.

Riconoscente e fiduciosa Ora è il tempo dell’accoglienza Riconoscente e fiduciosa

Uno dei punti della Lettera pastorale 2016 - 2017

Richiamo poi la verifica dell’ICFR che abbiamo impostato a partire da una ricerca puntuale fatta in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Si tratta della ripresa dell’ICFR (Iniziazione Cristiana dei Fanciulli e dei Ragazzi) dopo la verifica che stiamo facendo in questi ultimi mesi. Si tratta anzitutto di prendere le decisioni utili. Da questo cammino nessuno può chiamarsi fuori.

Ma vorrei che nessuno si sentisse autorizzato ad andare per conto proprio. Non esiste un rapporto diretto con la Chiesa cattolica che non passi dalla Chiesa locale e dalla comunione col vescovo della chiesa locale.

Il 28/29% dei giovani oggi si dichiarano atei. Solo un cieco potrebbe non vedere i cambiamenti sociali che si sono verificati in questi anni nel vissuto di tutti ma in particolare dei giovani, dei ragazzi, delle donne. Il 28/29% dei giovani oggi si dichiarano atei.

Non so se l’ICFR sia la risposta migliore al problema, ma so che la proposta del passato non è all’altezza della sfida attuale. Certo l’ICFR non è una risposta esaustiva. Ma certo non è possibile continuare come prima; vorrebbe dire rassegnarsi all’irrilevanza sociale. Né qualcuno può pensare che la sua parrocchia sia un’eccezione, un’oasi fortunata. Pensare così significa essere irresponsabili.

Alcune coordinate base per non ‘ridurre la lettera’ e cogliere la ricchezza delle motivazioni che offre

Assenza della Comunità Centralità dell’Eucaristia Grazia di Dio Relazione con Dio Rassegnazione Assenza della Comunità Centralità dell’Eucaristia

Grazia di Dio

ma rimane un piccolo miracolo operato dalla grazia di Dio La scelta di fede, è capace di rispondere vittoriosamente a tutte queste sfide, ma rimane un piccolo miracolo operato dalla grazia di Dio e dalla risposta libera, non predeterminabile, dell’uomo.

A noi viene chiesto però di Creare le condizioni migliori perché la grazia della fede possa essere apprezzata e accolta.

Relazione con Dio

Ma soprattutto è importante che il cammino di iniziazione trasmetta l’annuncio che il Dio della fede cristiana è un Dio personale, soggetto libero e consapevole di relazione, di dialogo, di comunicazione.

Non possiamo rinunciare a dare del “Tu” a Dio, ad essere un “io” davanti a Lui, con coscienza e responsabilità. Solo in questo modo sarà possibile capire e vivere con frutto la liturgia della parola; e solo in questo modo potremo obbedire all’invito del Concilio: “Si ricordino che la lettura della Sacra Scrittura dev’essere accompagnata dalla preghiera, affinché possa svolgersi il colloquio tra Dio e l’uomo; poiché ‘gli parliamo quando preghiamo e lo ascoltiamo quando leggiamo gli oracoli divini’ (Sant’Ambrogio) ”.

Rassegnazione

altri interessi dominanti. L’interesse religioso Assistiamo all’abbandono della pratica religiosa nei ragazzi, che nasce dal fatto che il loro vissuto ha oggi altri interessi dominanti. L’interesse religioso appare marginale.

nasce dalla rassegnazione La proposta di rimandare la cresima per tenere stretti i ragazzi più a lungo nasce dalla rassegnazione come se il distacco dei ragazzi fosse fatale.

È contro questa rassegnazione che papa Francesco ci invita instancabilmente a combattere.

Davvero non c’è niente da fare? Davvero la fede cristiana non ‘serve’ negli anni della giovinezza? Quando si decide il proprio futuro e si fanno le scelte che determineranno il corso della vita intera?

non è la struttura portante Se così fosse, dovremmo confessare che la fede non è la struttura portante della vita, ma un suo ornamento, più o meno prezioso.

Non possiamo rassegnarci a questa riduzione.

Se oggi la fede appare irrilevante ai giovani è perché non sappiamo proporla in modo significativo per loro.

si è talmente allargato È perché il fossato tra fede e vita si è talmente allargato che le due dimensioni procedono parallelamente, senza incontrarsi se non occasionalmente.

trasmettere l’esempio, l’esperienza di una vita È questa la via da percorrere: trasmettere l’esempio, l’esperienza di una vita nella quale le responsabilità secolari ricevono dalla fede orientamento di valore, energia di impegno, speranza di riuscita.

…Se la fede dà senso alla sessualità, al lavoro, alla politica, all’economia, allo sport, all’arte, alla danza, alla musica, alle relazioni umane, alla ricerca scientifica…

… Solo allora In caso contrario chi è impegnato in questi ambiti di esperienza troverà la motivazione per impegnarsi in un cammino di fede. In caso contrario sarà facilmente condotto a rimandare la pratica religiosa al periodo terminale della vita.

Assenza della Comunità

Si sottolinea e si depreca da parte di molti l’assenza della comunità cristiana nel cammino dell’Icfr.

delle comunità cristiane. Naturalmente, questa carenza non dipende dall’impostazione dell’Icfr ma dallo sfilacciamento delle comunità cristiane.

Se una comunità cristiana esiste e funziona, la sua presenza si farà sentire anche nel cammino di Icfr; se la comunità non esiste o è fiacca, la sua rilevanza sarà inevitabilmente scarsa o nulla.

che supera immensamente Siamo quindi davanti a una difficoltà che supera immensamente il nostro problema e che non può essere superata con un miglioramento dell’Icfr.

Una comunità è tale quando le persone che ne fanno parte condividono - esperienze, - giudizi, - comportamenti, - prospettive di futuro.

La comunità cristiana esiste se esiste uno spazio umano (un insieme di persone) sottomesso liberamente e gioiosamente alla sovranità di Cristo della sua parola, del suo Spirito - la Messa - i sacramenti - la preghiera - la conoscenza del vangelo attraverso

La comunità cristiana esiste se le persone che si muovono in questo spazio condividono una serie di convinzioni di fede (il credo) una scelta di fondo capace di orientare la prassi (i comandamenti, l’amore fraterno) una speranza che va oltre il successo nel mondo.

Tutta l’attività pastorale è orientata a - creare, - nutrire, - rigenerare continuamente questa comunità

È sul programma pastorale globale che bisognerà dunque lavorare individuando - debolezze - ostacoli - sfide inventando modi concreti coi quali rendere le persone consapevoli della loro identità di fede e desiderose di vivere concreti legami di fraternità.

senza lasciarsi illudere Anche in questo caso, senza lasciarsi illudere la comunità cristiana che vive nel tempo è sempre e solo una pallida realizzazione di quella Gerusalemme celeste verso la quale siamo incamminati nella speranza.

Centralità dell’Eucaristia

Non bisogna mai dimenticare, infatti, che Scriveva Benedetto XVI: “Dobbiamo chiederci se nelle nostre comunità cristiane sia sufficientemente percepito il legame tra Battesimo, Confermazione ed Eucaristia. Non bisogna mai dimenticare, infatti, che veniamo battezzati e cresimati in ordine all’Eucaristia. (Sacramentum Caritatis, 17-18)

Grazie al Battesimo, alla Cresima e all’Eucaristia non soltanto siamo accolti dalla Chiesa nella comunità visibile, ma, attraverso di essa, siamo introdotti, unitariamente e gradualmente, nella comunione con Cristo.

le cose vecchie sono passate; ecco ne sono nate di nuove” “Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco ne sono nate di nuove” (2Cor 5,17).

“costituisce il culmine”. In questo cammino sacramentale l’Eucaristia “costituisce il culmine”. Ne consegue l’esigenza di ricuperare non solo l’organica connessione dei tre Sacramenti dell’iniziazione cristiana, ma anche quella successione teologicamente più coerente che vede il Battesimo come porta d’ingresso nel mistero di Cristo e della Chiesa e la celebrazione eucaristica come il momento culminante che ne realizza il pieno compimento. (L’Iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, 2003)

Per Iniziazione Cristiana si intende il cammino che, grazie soprattutto ai tre Sacramenti dell’IC, introduce nel mistero di Cristo e della Chiesa, cioè fa diventare cristiani. Si tratta di un processo globale (caratterizzato dall’annuncio e dall’ascolto della Parola di Dio, dalla celebrazione dei Sacramenti di iniziazione e dalla testimonianza di fede, speranza e carità), attraverso il quale il Signore, mediante la comunità ecclesiale, introduce una persona alla prima esperienza del mistero cristiano. È un itinerario graduale con il quale si viene inseriti in Cristo, morto e risorto, come membri del suo popolo. (L’Iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, 2003)

Il Vescovo fa alcune riflessioni. La prima cosa da tenere presente è che l’eucaristia è, di per sé, “una roba da grandi”: - è l’atto culminante della vita di Gesù, - la rivelazione dell’amore del Padre, - il compimento della creazione, - il senso stesso del cosmo e dell’evoluzione; - è la piena maturità della vita cristiana, quella che si confronta con la croce e assume liberamente il dinamismo dell’amore oblativo.

Gesù ha dato l’eucaristia ai suoi discepoli la vigilia stessa della passione, nel momento decisivo della sua vita quando, all’insegnamento proposto, mancava solo il gesto di offrire la vita in sacrificio.

La consapevolezza che l’eucaristia è “roba da grandi” deve rimanere viva, per non rischiare di deformare o ridurre il suo valore e significato.

I bambini possono cogliere la bellezza e la forza dell’eucaristia ‘da bambini’, secondo il loro livello di coscienza di sé. In ogni modo l’eucaristia ai bambini non deve diventare il modello di riferimento (a motivo dell’innocenza dei bambini, dello stupore con cui si accostano alla comunione, del senso vivo dell’amicizia con Gesù che possono nutrire e così via).

L’eucaristia contiene un’esistenza (quella di Gesù) nella forma del DONO DI SÉ; vuole produrre un’esistenza, quella del cristiano adulto, che si sviluppa nel dono progressivo di sé. In questo modo l’eucaristia contribuisce a edificare la Chiesa come immagine vera dell’amore trinitario, l’amore oblativo che unisce il Padre e il Figlio nell’abbraccio dello Spirito Santo.

Tutto questo si intreccia con l’esistenza cristiana adulta fatta di - famiglia, - lavoro, - politica, - cultura L’obiettivo è “offrire i propri corpi, cioè la vita concreta, come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio” (Rm 12,1).

Da qui discendono le varie riflessioni sui diversi punti del modello di ICFR

Dalla scuola di catechismo

Il coinvolgimento delle famiglie

Il senso e la modalità della obbligatorietà.

Il ruolo dei Catechisti degli adulti e dei ragazzi e la loro formazione

alla lettera pastorale (per la formazione dei catechisti) Riferimento alla lettera pastorale (per la formazione dei catechisti)

di Cresima ed Eucaristia Il senso della unitarietà della celebrazione di Cresima ed Eucaristia

L’importanza della Mistagogia e del cammino adolescenziale

Giungere all’adesione responsabile alla Chiesa e all’assunzione di responsabilità di servizio nella Comunità

Rivalutare il cammino quaresimale e pasquale

e una familiarità con La Parola di Dio Avere una solida preparazione biblica e una familiarità con La Parola di Dio a partire dai Vangeli.