il MOMENTO FAVOREVOLE Ecco ora

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Transcript della presentazione:

il MOMENTO FAVOREVOLE Ecco ora

Mercoledì delle cenere “Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!” Mercoledì delle cenere (Gl 2,12-18; Sal 50; 2Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6.16-18)

40 GIORNI, periodo che caratterizza la preparazione dell’uomo a un incontro con Dio.  

Nelle vie di Dio non si bruciano normalmente le tappe e non si improvvisano le conquiste; vengono date, come grazie, a quelli che le cercano con fatica.

Tale durata misura la distanza della nostra natura decaduta da Dio, e ritma il lungo cammino di ritorno, sulle orme di Cristo, incontro alla croce.

L’obiettivo è preciso e concreto: raggiungere Cristo nel suo mistero di morte e risurrezione, mediante un sincero sforzo di conversione.

domina in primo piano la croce di Cristo, agnello di Dio immolato per noi.

Bisogna guardare da vicino il Crocifisso: è il Figlio di Dio che si “annienta” per obbedire al Padre e per salvarci.

Ma è lì la sorgente di ogni salvezza Ma è lì la sorgente di ogni salvezza. La passione che salva è una sola: quella di Gesù. La croce che salva è una sola: quella che porta Cristo. Eppure ognuno è chiamato a «compiere quello che manca a questa sua passione»

In questo l’essenziale non è la sofferenza fisica; è piuttosto lo strazio interiore, come dice Gioele: «Laceratevi il cuore e non le vesti»

Quaresima è il tempo per guardare più attentamente a quello che siamo e a quello che siamo chiamati ad essere. Questo implica un discernimento dei nostri valori e un confronto con i valori che abbiamo professato come seguaci di Cristo.

siamo invitati a contemplare il Cristo, che offrì sé stesso in obbedienza alla missione ricevuta dal suo Padre celeste.

La contemplazione di questo meraviglioso mistero d’amore, la grazia infinita della redenzione sfida ognuno di noi e desidera da noi una risposta libera e generosa.

Il cammino quaresimale può essere così visto nella sua realtà più profonda, come “un ritorno alle radici della fede perché, meditando sul dono incomparabile di grazia che è la Redenzione, noi non possiamo se non immaginare che tutto ci è dato per l’amorevole iniziativa divina”. «Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza».

Il Vangelo di Matteo ci indica in quale direzione camminare:   Digiuno, come espressione dell’impegno ascetico. Ogni rinunzia deve radicarsi in un atteggiamento interiore e tradursi in gesti concreti, per coinvolgere tutto l’uomo, anima e corpo. È inutile che il corpo digiuni dai cibi se lo spirito non digiuna dai peccati.

Preghiera, come espressione del ritmo della vita, e che deve farsi più intensa e fervorosa in questo tempo favorevole. Deve essere un grido del cuore più che un clamore delle labbra. La liturgia insiste che essa sia fervida, perché nutrita d’amore; umile, perché sale da un cuore spezzato dal pentimento e invocante perdono; pressante e fiduciosa perché non si stanca di implorare; nutrita soprattutto di parola divina.  

Carità fraterna, come espressione di apertura agli altri Carità fraterna, come espressione di apertura agli altri. Quanto è sottratto al corpo e alle comodità con la rinuncia, è donato ai fratelli. È un impegno solidale in favore degli altri; è un guardare il prossimo come “uno che mi appartiene”, come “dono di Dio”.

La Quaresima è – o dovrebbe essere – un periodo di gioia, perché la conversione a cui è orientata non è altro che la grazia della riconciliazione, dell’incontro di Dio

La Quaresima è – o dovrebbe essere – una stagione di festa, perché ci offre la possibilità di rinnovarci, di essere più liberi e più robusti nel combattimento contro il male

Di fronte alla cultura della indifferenza che continua a dilagare nel mondo, lasciando sempre nell’abbandono i poveri, gli emigranti, i profughi, Papa Francesco ci invita a meditare la parabola dell’uomo ricco e del povero Lazzaro lasciandoci toccare da questa pagina tanto significativa.

“Il primo invito che ci fa questa parabola è quello di aprire la porta del nostro cuore  all’altro, perché ogni persona è un dono, sia il nostro vicino sia il povero sconosciuto.”

“La parabola ci mostra poi che la cupidigia del ricco lo rende vanitoso. La sua personalità si realizza nelle apparenze, nel far vedere agli altri ciò che lui può permettersi. Ma l’apparenza maschera il vuoto interiore. La sua vita è prigioniera dell’esteriorità, della dimensione più superficiale ed effimera dell’esistenza.”

“La parabola si protrae e così presenta un messaggio per tutti i cristiani. Infatti il ricco, che ha dei fratelli ancora in vita, chiede ad Abramo di mandare Lazzaro da loro per ammonirli; ma Abramo risponde: «Hanno Mosè e i profeti; ascoltino loro» (v. 29). E di fronte all’obiezione del ricco, aggiunge: «Se non ascoltano Mosè e i profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti» (v. 31).  

In questo modo emerge il vero problema del ricco: la radice dei suoi mali è il non prestare ascolto alla Parola di Dio; questo lo ha portato a non amare più Dio e quindi a disprezzare il prossimo.

Chiudere il cuore al dono di Dio che parla ha come conseguenza il chiudere il cuore al dono del fratello.”  

Affidiamo questi quaranta giorni di grazia, vissuti nel digiuno, nella preghiera e nella carità, alla nostra Madre Ausiliatrice e chiediamole che ci accompagni e ci guidi per celebrare degnamente il grande mistero della Pasqua di Cristo, la rivelazione suprema dell’amore gratuito e misericordioso del Padre!

Auguro a tutti voi un fecondo cammino quaresimale!  

ILS Sr Alba Vernazza FMA