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Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.
di P. Pierangelo Casella Parrocchia Mater Ecclesiae di Campobasso Ritiro presso le Monache Benedettine del Monastero di S. Paolo al Deserto di S. Agata sui due Golfi (Napoli) 4 - 8 luglio 2016 di P. Pierangelo Casella
Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto.
O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
L’itinerario della Porta santa con l’Apostolo Andrea Monastero di S. Paolo al Deserto L’itinerario della Porta santa con l’Apostolo Andrea
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch’è sviato.
Per vivere il Giubileo della Misericordia è necessario che lo Spirito Santo ci rinnovi, ci doni occhi nuovi e un cuore nuovo per riconoscere la Misericordia di Dio che si rivela nella nostra vita e nella storia del mondo come storia di amore che salva ogni uomo che accoglie in Gesù questo amore.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.
Ogni luogo di preghiera, come lo è il Monastero delle Benedettine di S Ogni luogo di preghiera, come lo è il Monastero delle Benedettine di S.Agata sui due Golfi vicino a Sorrento, è anche un invito a unire la preghiera di ciascuno di noi a quello che le monache vivono nell’ «Ora et labora».
Nel guardare con venerazione, nella chiesa del Monastero, il quadro dell’ “Ecce homo” che ha versato lacrime di sangue dagli occhi e stille di sangue dalle ferite delle mani, sembra che chieda ai nostri cuori di aprirsi a tanto amore e di non rimanere insensibili e di pietra.
«Gesù, io ti guardo con occhi di fede, con occhi avidi di scoprire in te il fondo del tuo mistero, il volto di Dio. Gesù, io ti guardo con occhi di speranza che attendono da te un avvenire migliore per il mondo intero e per ciascuno di noi.
Gesù, io ti guardo con occhi d’amore che si uniscono a te, che vorrebbero esprimerti la profonda attrattiva che mi porta verso di te.
Gesù, io ti guardo con occhi di pace che posano su di te uno sguardo affaticato da tante cose vane, ma affamato di te. Gesù, io ti guardo con occhi di gioia che trovano in te una felicità sconosciuta sulla terra, felicità dal sapore di cielo». (Jean Galot)
La preghiera dei Salmi che le monache pregano e la “Lectio” che la Madre Badessa ha rivolto con amore a quanti erano assetati di entrare nello spirito di preghiera, ha coinvolto anche noi a diventare preghiera.
O Gesù, tu che sei la Parola che il Padre ci dona, vinci con la tua dolcezza ogni resistenza e chiusura affinché possiamo accoglierti come la Parola che ci salva e ci dona la vita nuova. Aiutaci a fermarci ai tuoi piedi e far silenzio di ogni suggerimento che ci allontani da te, affinché in te possiamo trovare la luce e la pace a cui aspiriamo.
«Signore, noi ti ringraziamo perché ci hai riuniti alla tua presenza per farci ascoltare la tua Parola: in essa tu ci riveli il tuo Amore e ci fai conoscere la tua volontà di bene.
Fa’ tacere in noi ogni altra voce che non sia la tua e perché non troviamo condanna nella tua parola letta, ma non accolta, meditata, ma non amata, pregata, ma non custodita, contemplata, ma non realizzata, manda il tuo Spirito Santo ad aprire le nostre menti e a guarire i nostri cuori.
Solo così ti incontreremo come Padre, come Sposo, come Consolatore Solo così ti incontreremo come Padre, come Sposo, come Consolatore. Tu, Trinità d’Amore, Dio benedetto nei secoli dei secoli. Amen.» (Benedettine – Deserto – S.Agata sui due Golfi)
Anche noi vogliamo accostarci a te, Signore, come Andrea, il pescatore di Galilea che hai chiamato a seguirti con suo fratello Simone. Aiutaci ad aprire il nostro cuore perché possiamo incontrarti e vedere in te il Cristo che salva e dona la grazia di essere partecipi della tua vita come veri figli di Dio.
Nel visitare la Cattedrale di Amalfi ove sono custodite le reliquie dell’apostolo Andrea, abbiamo vissuto il passaggio della Porta Santa come l’itinerario di Andrea nell’incontro con Gesù.
Andrea accoglie da Giovanni il Battista chi sia Gesù “il Messia” e lui stesso diventa tramite per farlo conoscere anche al fratello Pietro. Non solo, ma diventa anche esempio per il compaesano Filippo a seguire Gesù allargando anche a Natanaele lo sguardo per riconoscerlo come Figlio di Dio.
“Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!” E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: “Che cosa cercate?”. Gli risposero: “Rabbì - che, tradotto, significa Maestro -, dove dimori?”. Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: “Abbiamo trovato il Messia” - che si traduce Cristo - e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa” - che significa Pietro” . (Gv 1, 35-41)
Andrea e Filippo diventano le persone che si fanno interpreti della richiesta dei Greci, cioè dei pagani, di conoscere Gesù. Spianano la strada ai lontani affinché possa avvenire anche per loro l’incontro con Gesù e conoscere così in lui il Salvatore.
“Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: “Signore, vogliamo vedere Gesù”. Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.
Gesù rispose loro: “È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà”. (Gv 12, 20-26)
Gesù sa quello che deve fare, ma chiede a Filippo e Andrea come poter fare per venire incontro ai bisogni della gente. Filippo e Andrea si sentono coinvolti nell’opera di Gesù e offrono il loro poco e quello della gente, affinché Gesù possa operare secondo la sua misericordia.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: “Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: “Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?”. Rispose Gesù: “Fateli sedere”.
C’era molta erba in quel luogo C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. (Gv 6, 5-13)
Come è importante allora favorire tutto ciò che nella nostra vita ci apre ad accogliere la misericordia di Dio e a vivere sempre in questo amore. L’esperienza di partecipare alla vita di coloro che hanno trovato la fonte della misericordia e ne hanno fatto professione pubblica, ci aiuti a orientare le nostre scelte nella stessa direzione perché la stessa misericordia ci ricolmi di ogni grazia.
Signore Gesù Cristo, tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste, e ci hai detto che chi vede te vede Lui. Mostraci il tuo volto e saremo salvi. Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro;
l’adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura; fece piangere Pietro dopo il tradimento, e assicurò il Paradiso al ladrone pentito. Fa’ che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé la parola che dicesti alla samaritana: Se tu conoscessi il dono di Dio!
Tu che hai chiamato Andrea a seguirti, donaci un cuore attento alla tua voce e aperto al tuo amore per accoglierti e seguiti. Donaci una mente aperta alla tua luce perché possiamo, come Andrea, rischiarare quanti sono a noi vicino per incontrarti e donaci coraggio per parlare di te a quanti incontriamo.
Tu sei il volto visibile del Padre invisibile, del Dio che manifesta la sua onnipotenza soprattutto con il perdono e la misericordia: fa’ che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di Te, suo Signore, risorto e nella gloria.
Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch’essi rivestiti di debolezza per sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore: fa’ che chiunque si accosti a uno di loro si senta atteso, amato e perdonato da Dio.
Tu hai donato ad Andrea un volto pieno di luce quando ti ha incontrato come Messia, tanto da infondere nei lontani fiducia che anche loro possano incontrare in te la sorgente di ogni loro ricerca di grazia e di verità. Dona anche a noi un cuore accogliente perché possiamo infondere fiducia a quanti ti cercano di trovare in noi un aiuto nella nostra testimonianza.
Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzione perché il Giubileo della Misericordia sia un anno di grazia del Signore
e la tua Chiesa con rinnovato entusiasmo possa portare ai poveri il lieto messaggio proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà e ai ciechi restituire la vista.
Tu hai aperto il cuore di Andrea con il dono del tuo Spirito affinché potesse vedere come la tua provvidenza ci precede sempre e apre i cuori alla pienezza della grazia. Donaci la gioia di vivere sempre in questo amore che accompagna la nostra vita e ci fa vedere che quanto hai seminato nel cuore degli uomini, possa giungere a compimento attraverso la nostra collaborazione.
Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordia a te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen. (Papa Francesco)