Giovanni 10, 1-10 – Quarta di Pasqua –A- Comenti e presentazione: M.Asun Gutiérrez. Musica: Mahler. Sinfonia nº 5. Adagetto. E’ venuto senza cani, senza clamore né salariati, senza mercenari né intermediari, senza bastone... E’ venuto solo con clemenza, con i simboli dell’amore. San Ambrogio
Per capire bene il testo (Gv 10, 1-10), è necessario situarlo nel suo contesto. E’ unito e si collega al capitolo precedente dedicato al cieco dalla nascita. Di sfondo c’è un conflitto e alcune accuse molto pesanti di Gesù ai capi religiosi. I falsi pastori, espellono il cieco dalla sinagoga. Gesù, al contrario, si mette con loro in contraddizione e lo ccoglie. (Gesù non scomunica nessuno). Il contesto non è per niente sereno ma è pieno di tensione.
Giovanni 10, 1-10 «In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: Gesù critica i capi religiosi che non si pongono a servizio delle persone ma che si servono di loro a proprio vantaggio. E’ essenziale ascoltare la voce di Gesù, seguirlo e imitarlo. Saper distinguere la sua voce fra tante altre, fra tante parole e tanti rumori ... Ho bisogno di ricuperare la capacità di ascolto? Ascolto la mia voce interiore? Ascolto gli altri?
egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù soddisfa il desiderio profondo di ogni persona: Che ci sia chi ci conosce nella verità, nel quale poter confidare pienamente. Mi preoccupo, come Gesú, di conoscere e rispettare ogni uomo e il suo ambiente... o li tratto “da gregari”? Non basta ascoltare la sua voce, è necessario svegliarsi e seguirla. Cambiare vita, iniziare un nuovo cammino. Lui cammina sempre davanti. Seguirlo è conoscere la sua voce, porsi al suo fianco e nel suo modo al servizio del mondo, sapendo che un mondo più giusto e più umano, più degno e più felice per tutti è possibile. Gesù chiama le sue “pecore”, le conduce in libertà, non ha bisogno di recinto.
Dà il benvenuto alla casa del Padre. Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro. La Porta è aperta sulla vita, verso la pienezza, la sicurezza, l’accoglienza; è difesa nel pericolo, offre possibilità e libertà di entrare e uscire. Dà il benvenuto alla casa del Padre. La Porta è formata da molte tavole: la pazienza, la fortezza, la generosità, la tenerezza, la misericordia... La Porta è pure blocco contro ogni oppressione e ingiustizia. Per entrare per questa Porta bisogna accogliere le modalità di Gesù, vivere secondo il suo stile, accogliere il suo Spirito. Con Gesú come Porta si entra liberamente, purché si voglia, purché glielo si chieda, purché la sua voce ti interessi, perché la sua Buona Notizia è la tua gioia, il tuo sogno, il tuo nutrimento.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati Gesù condanna la cattiva gestione dei capi religiosi e comprende il rifiuto che producono e come mai non si ascoltino. “Guai a voi maestri della legge, che vi siete appropriati della chiave della scienza. Non entrate voi, e lo impedite a quanti vorebbero entrarvi” (Lc 11,52).
Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. Gesù è l’unico Pastore, gli altri imparano da Lui a lavorare affinché tutti gli uomini abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Nostro compito è rendere presente Gesú nel mondo, vivendo come Egli è vissuto, continuando l’impegno della costruzione del Regno da Lui iniziata. Le persone hanno un olfatto speciale per apprezzare l’autenticità o riconoscere “i mercenari”. Quando qualcuno dimentica completamente se stesso per servire gli altri, dimostra che è nella Verità. Convince. Come Gesú.
Nella comunità di Gesù non ci sono dirigenti e diretti, pastori e pecore. Il brano evangelico ci parla del Buon Pastore, che è Gesù, e del popolo di Dio, nel quale siamo tutti corresponsabili. Se è brutto sentirsi “pastori”, considerando gli altri membri della comunità “pecore”, non è cosa migliore sentirsi “pecora”, considerando gli altri membri come “pastori”. Questi atteggiamenti falsi e antievangelici non aiutano a fare la comunione e a far crescere il Regno di Dio. “Non fatevi chiamare Maestro. Nè chiamate alcuno padre vostro. Nè fatevi chiamare insegnanti... Perché Uno solo è il vostro Maestro, uno solo è vostro Padre, quello del cielo, e tutti voi siete fratelli” (Mt 23,)
IL SIGNORE E’ IL MIO PASTORE Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla. Mi accompagna in verdi pascoli, mi porta alle fonti del riposo e ritempra le mie forze. Conosce i miei progetti e i miei sogni, mi guida per cammini di giustizia, mi indica i tesori della vita e fischietta canzoni di gioia, per amore del suo nome. Ogni giorno, con nuova dolcezza, pronuncia il mio nome teneramente e mi chiama vicino. Il Signore è il mio pastore. .../... Il Signore è l’unico capo che non schiaccia! Fa onore al suo nome dando dignità e consistenza alla nostra vita. Non temo alcun male dai profeti di sventura, né dalla tirannia dei forti, né dalla maldicenza dei deboli. Perché tu cammini con me! Hai preparato una mensa di amore fraterno per celebrare il mio cammino nel mondo. Qui mi riveli le tue preferenze e quali devono essere i miei sentieri del futuro. Grazie al Signore che mi dà vita, mi sostiene e guida con la sua presenza piena di Vita! Ulibarri, Fl.