INTRODUZIONE AL CORSO DI ELEMENTI DI STORIA DELL’ARTE E TECNICHE GRAFICHE Breve excursus per il corso di II livello dell’indirizzo socio- sanitario a.s. 2016-17 IIS CASAGRANDE CESI TERNI Docente: Rosanna Zambuto
LO SPAZIO Breve excursus per il corso di II livello dell’indirizzo socio- sanitario a.s. 2016-17 IIS CASAGRANDE CESI TERNI
Lo spazio è l’ambiente in cui ci muoviamo. Non esiste nella storia della pittura un unico modo per raffigurarlo perché prima ancora di essere oggetto dell’esperienza è un concetto mentale. Nella vita quotidiana siamo abituati a percepire l’ambiente che ci circonda stando in piedi e muovendoci orientandoci con sicurezza: Basso/alto, destra/sinistra, vicino/lontano. Tutto cambia quando si devono riportare su tela le nostre sensazioni. Lo spazio ha una profondità mentre il foglio è un oggetto piano a due dimensioni. Gli oggetti ci appaiono più grandi se li osserviamo da vicino e più piccoli se ci troviamo in lontananza. Chi disegna o dipinge deve tener conto di tutto ciò. Ma l’arte è solo in parte imitazione
Teodora e la sua corte
S. Apollinare Nuovo
I maestri medioevali si basano su un sistema di valori religiosi e filosofici che glorificano la potenza di Dio nell’universo
in cui sono collocati i personaggi ed è scandita la narrazione. La pittura di Giotto è caratterizzata dalla presenza delle famose “scatole prospettiche” in cui sono collocati i personaggi ed è scandita la narrazione. Si tratta di ambienti reali costruiti secondo una prospettiva intuitiva.
A differenza dell’arte medioevale, che prendeva a modello il mondo spirituale e ultraterreno, la pittura quattrocentesca assume come base di riferimento il corpo umano e i suoi sensi. Il Rinascimento italiano organizza lo spazio secondo un sistema di coordinate geometriche fisse che riportano sulla tela gli schemi visivi della nostra esperienza quotidiana. I pittori rinascimentali collocano gli oggetti e le figure in modo da dare agli spettatori l’impressione di essere di fronte a una porzione di realtà
Tintoretto – nozze di Cana
La nitida limpidezza e la serena immobilità delle opere quattrocentesche vengono già parzialmente messe in crisi nel Cinquecento. Per esempio, nella Sala dei Giganti affrescata da Giulio Romano nel Palazzo Te a Mantova, il soffitto sembra crollare sulla testa di chi osserva.
Nel novecento gli artisti sostituiscono allo spazio immobile e senza tempo del quadro rinascimentale una concezione dinamica degli oggetti e dell’ambiente che li circonda, introducendo all’interno dei dipinti l’energia e il movimento della vita moderna.
Il quadro mostra i meccanismi di costruzione dell’immagine. Protagonisti dei dipinti diventano così gli elementi (linea, colore, spazio, forma..) e i materiali (tele, stoffe, pigmenti..) della pittura.
Trompe ‘loeil